Tom of Finland, all’anagrafe Touko Valio Laaksonen (1929-1991) è stato un illustratore finlandese, come suggerisce anche il suo nome d’arte, le cui opere hanno avuto un’impatto significativo sulla comunità LGBTQIA+. Scopriamo assieme le tappe che hanno segnato la carriera di Tom of Finland.
Dagli esordi alla carriera artistica
Dalla cittadina natale di Kaarina si trasferisce nel 1939 ad Helsinki dove studia pubblicità e intraprende la carriera di artista grafico presso un’agenzia di comunicazione. Per Laaksonen è difficile dimenticare le figure virili che hanno fatto parte della sua giovinezza: i boscaioli e i contadini di una Finlandia rurale e i marinai, operai e ufficiali che affollavano il porto di Helsinki durante la guerra d’inverno che coinvolse la Finlandia e l’allora URSS. Si dedica così nel tempo libero alle illustrazioni erotiche per dar sfogo alle sue pulsioni mai sopite. Nel 1956 la svolta che segnerà la sua carriera artistica: invia alcuni suoi disegni alla rivista statunitense Physique Pictorial, firmandosi con lo pseudonimo di Tom. Sarà poi il redattore Bob Mizer a dargli il nome d’arte Tom of Finland. Physique Pictorial era una rivista maschile che abbracciava la sottocultura del bodybuilding e l’arte del posing come copertura per divulgare immagini omoerotiche, per eludere le leggi sulla nudità maschile in vigore negli Stati Uniti. Infatti, si dovrà attendere il 1969 per la pubblicazione del primo nudo frontale. In questi anni la firma di Tom of Finland è ancora associata all’etichetta di pornografo, solo durante gli anni settanta, quando le sue creazioni vengono esposte in una mostra ad Amburgo e successivamente a Los Angeles e San Francisco, viene finalmente riconosciuto il valore artistico del suo operato. Il sodalizio con l’uomo d’affari canadese Durk Deher gli garantirà maggior successo: i due nel 1979 fondano la Tom of Finland Foundation, società che negli anni novanta introduce anche una linea di moda. Nel 1988 a Laaksonen viene diagnosticata una forma di enfisema polmonare e si spegnerà tre anni dopo all’età di 62 anni.
L’eredità di Tom of Finland
Tenendo conto del momento storico in cui si colloca il lavoro di Touko Laaksonen, ovvero quello dei moti di Stonewall e della conseguente nascita del movimento per i diritti LGBT, si può senza dubbio affermare che le sue illustrazioni contengono un intrinseco valore culturale. I suoi omaccioni strizzati in un paio di blue jeans o in succinti abiti di pelle, con i loro fisici statuari e i loro sguardi fieri segnano la fine della repressione sessuale e l’inizio verso la strada della rivendicazione e dell’orgoglio gay. Non c’è pudore, potrebbero pensare alcuni, nella bella mostra di quell’oggetto frutto di fantasie erotiche. Quella raffigurazione esplicita invece è sinonimo di una rappresentazione aitante e sessualmente liberatoria dell’uomo gay, che finalmente riesce a sdoganarsi dallo stereotipo dell’effemminato. Alcuni hanno criticato a Tom of Finland proprio un’eccessiva virilità, contestando il fatto che i suoi modelli possano veicolare un’idea stereotipata e limitata dalla sessualità maschile omosessuale fondata sul machismo.
Sta di fatto che la carriera di Tom of Finland ha generato un’eredità che ha segnato irreversibilmente la cultura gay del novecento e la sua figura continua ad essere rilevante tutt’oggi. Nel 2014, ad esempio, le poste finlandesi hanno emesso tre francobolli su cui sono apposte le sue illustrazioni e nel 2017 viene ritratto nel biopic Tom of Finland del regista finlandese Dome Karukoski.
Fonte immagine in evidenza: Tomoffinland.org