La casa del comandante rivede la luce a Roma durante gli scavi per la metro C

La casa del comandante rivede la luce a Roma durante gli scavi per la metro C

Roma, stazione Amba Aradam. 2 marzo 2018. Queste le coordinate spazio-temporale di una scoperta eccezionale, come l’ha definita la responsabile dello scavo, Rossella Rea. Disseppellita domus romana durante gli scavi per la metro C, la cosiddetta casa del comandante collegata ai dormitori della caserma rinvenuta nel 2016. Gli scavi per la realizzazione della metro hanno una notevole rilevanza anche dal punto di vista archeologico in quanto consentono di scendere a grandi profondità, in questo caso fino a 12 metri e si progetta di scendere di altri 5 metri. A farlo presente è ancora Rea, che sottolinea l’importanza storica del ritrovamento.

La caserma riportata alla luce nel 2016, di impianto traianeo e con modifiche risalenti al tempo di Adriano, è direttamente connessa ai 14 ambienti della domus scoperta questo mese. Ritrovati anche resti delle due ali che completano il complesso dei dormitori della caserma romana. Tuttavia, il polo magnetico di questa sensazionale scoperta risulta essere la casa privata di un comandante d’età imperiale, di particolare pregio. Disgiunta dai dormitori attraverso un cancelletto, mentre una scala conduceva a quello che doveva essere l’ufficio del comandante, essa risale al secondo secolo d.C.

La casa del comandante presenta numerose ristrutturazioni, come si può evincere dalla sovrapposizione di diverse pavimentazioni risalenti a più epoche storiche. Ricalca la struttura tipica delle case romane, organizzata intorno a uno spazio centrale aperto. Peculiare è anche la presenza di una fontana di marmo bianco con un sistema di scolo per l’acqua in accesso. Caratterizzata prevalentemente da mosaico, la pavimentazione risalta per il biancore del marmo e il grigiore dell’ardesia, entrambi trapunti di elementi geometrici. Un satiro lotta o danza con un amorino sotto una vite, questa la scena che decora la sua superficie. Si è presupposto che l’ambiente fosse riscaldato, per la presenza di un’intercapedine per il passaggio di aria calda costituita da mattoni e posta al di sotto del pavimento (sono le note suspensurae). è l’archeologa Simona Morretta, direttrice scientifica dello scavo, ad informarci delle fattezze della domus riesumata.

La casa del comandante, una mini Pompei romana.

La casa del comandante, tesoriere di inestimabili ricchezze storiche se si considera che a Roma non è mai stato dissepolto niente di simile e anello di congiunzione di precedenti scoperte: è già stata definita una mini Pompei. Un pianeta in miniatura, smembrato, da ricomporre con dedizione. Un vero e proprio quartiere militare dotato di corridoi, blocchi di travertino per immagazzinare merci e eccedenze alimentari, sistemi di canalizzazione acquifera. «Forse la struttura ospitava i servizi segreti dell’imperatore» ipotizza Rossella Rea. Sorprendente anche la riesumazione di oggetti di uso comune, come anelli d’oro, amuleti, pugnali rivestiti di avorio, mosaici e pavimenti in mattoncini disposti a spina di pesce.

La casa del centurione è dunque il vero focus di interesse degli archeologi: la straordinaria complessità e l’impeccabile stato di conservazione dei ritrovamenti acuiscono il loro appetito. Rivede la luce miracolosamente dopo secoli di oblio, come è avvenuto per le campane Pompei o Ercolano. Un’altra storia che scalpita per avere altra aria, un passato obnubilato che ricomincia a parlare.

La casa del comandante verrà consolidata, isolata e delocalizzata per garantirne un’integra conservazione e poter proseguire in maniera corretta con gli scavi della metro C di Amba Aradam. Il sito sarà probabilmente smontato e ricollocato all’interno della stazione museo con lo scopo di provvedere a una futura fruizione pubblica. Si prevede la temporanea collocazione della scoperta in container riscaldati, per poi riportarla esattamente dove era.

Ad avvisarci circa i progetti futuri connessi alla salvaguardia e all’utilizzo culturale della scoperta archeologica è il sovrintendente ai Beni archeologici, Belle arti e Paesaggio di Roma Francesco Prosperetti. Lo si interroga circa il destino della scoperta archeologica, e del suo inserimento tra le altre che la precedono. Le domande riguardano anche la continuazione dei lavori della metro C. Le sue parole in risposta risuonano come una profezia: «Questa sarà la stazione archeologica della metropolitana più bella del mondo».

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A proposito di Duilia Giada Guarino

Il mio nome è Duilia e sono laureata in Filologia moderna. La mia vocazione più grande è la scrittura, in tutte le sue forme.

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