La crociata dei pastorelli: storia ed origini

La crociata dei pastorelli

La crociata dei pastorelli: insurrezioni popolari nel medioevo

La crociata dei pastorelli è il nome di due insurrezioni popolari del 1251 e del 1320 che fecero parte delle cosiddette “crociate popolari,” nate senza l’appoggio dei governanti e dei ceti nobiliari.

Origini della crociata dei pastorelli: il contesto storico del 1251

La prigionia di luigi ix e il malcontento popolare

Nel 1250 re Luigi IX di Francia venne fatto prigioniero con due suoi fratelli dai mussulmani. La notizia fece divampare la Francia in una situazione di grave malcontento popolare nei confronti dei governanti.

Jacob, il maestro d’ungheria, guida la rivolta

Un certo Jacob o Jacques, un Monaco dell’ordine cistercense soprannominato Maestro d’Ungheria si fece portavoce dei sentimenti di protesta e rivolta, dei quali prese la guida. Nel 1251 raduna intorno a sé un esercito formato da contadini, pastori ed emarginati, ma anche criminali senza scrupoli.

La crociata dei pastorelli: una rivolta popolare

L’eloquenza del Maestro era riuscita a convincere persino Bianca di Castiglia, la madre di Luigi IX che era stato fatto prigioniero in Terrasanta, circa la bontà delle loro azioni atte a punire i malcostumi del clero. Tale iniziativa prende il nome di Crociata dei pastorelli e si trasformò in una occasione per pastori, contadini, emarginati, tra i quali anche donne, per sottrarsi alla legge e prendersi quella rivalsa che aspettavano da tempo.

La crociata dei pastorelli e la corruzione del clero

Un vasto numero di preti furono accusati di sodomia e corruzione e quindi fustigati pubblicamente tra la foga della gente comune, definita plebe, che applaudiva tale gesta.

La scomunica papale e la fine della crociata del 1251

La situazione diventò insostenibile, soprattutto con il trascorrere del tempo, poiché in particolar modo i criminali che affiocavano la gente del popolo, non furono più tollerati e cominciarono a saccheggiare chiese, case e luoghi sacri. Fu così che Papa Innocenzo IV li scomunicò e convinse la regina Bianca a mandare le truppe reali contro i crociati.

La crociata dei pastorelli del 1320: un nuovo movimento spontaneo

Durante il regno di Filippo V il Lungo, nel 1320 prese vita un altro movimento spontaneo detto dei pastorelli; gente comune esasperata dall’indifferenza dei governanti, in questo caso della nobiltà francese. Anche in questo caso, i Pastorelli (circa 40.000) saccheggiarono Parigi, Berry, Saintonge e nell’Aquitania, sfogandosi soprattutto contro gli ebrei, colpevoli, secondo loro, di essere degli usurai ed in questo, furono aiutati e fomentati dalle popolazioni locali. A Verdun-sur-Garonne 500 ebrei si tolsero la vita per non cadere vivi nelle loro mani.

Il saccheggio delle città e le violenze contro gli ebrei

Questo nuovo movimento detto dei pastorelli si rese protagonista di saccheggi e violenze, soprattutto ai danni degli ebrei

La fine della crociata del 1320

L’intervento di Papa Giovanni XXII fu utile a mettere fine al movimento; il papà agì con una scomunica, che però fu presa come una sfida. I contadini, sfidarono l’autorità papale, marciando verso la sede pontificia di Avignone. Prima di arrivarci furono però intercettati dalle truppe del siniscalco di Carcassonne e dispersi nelle paludi della foce del Rodano, dove la fame e le frequenti retate dei soldati li eliminarono definitivamente.

Le crociate e la crociata dei pastorelli: un’analisi

Le crociate, come è risaputo, hanno sempre avuto origine di natura cattolica e religiosa, anche se nel caso della Crociata dei pastorelli (anche se non fu un unico episodio) qualcosa cambiò. Venne fuori il malcontento dei ceti bassi della popolazione che, si ribellarono causando tafferugli e provando a ridimensionare il proprio ruolo sociale.

Immagine in evidenza Crociata dei pastorelli: Wikipedia

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