La figura della Geisha: tra arte e seduzione

la figura della geisha

Tutti sanno che il Giappone è rinomato per la sua capacità di mantenere vive le tradizioni antiche, soprattutto nei quartieri storici dove è possibile fare un salto nel passato e ammirarli in tutto il loro fascino. Infatti, se si progetta un viaggio verso il Giappone, non si può fare a meno di visitare città come Kyoto oppure Osaka che sono dei fulcri di storia e cultura ancora oggi e sembrano quasi costituire un mondo a parte da tutto il resto del Paese che è in continua evoluzione. In particolare, in passato si svilupparono dei quartieri del piacere (yukaku in giapponese) in cui ci si recava per frequentare case da tè dove conversare, teatri kabuki dove guardare spettacoli molto particolari e, chiaramente, i bordelli. Bisogna sapere che in Giappone nel XVIII secolo la prostituzione era legale ma era circoscritta a determinati quartieri a luci rosse e i più famosi erano tre: Shimabara a Kyoto, Yoshiwara nella odierna Tokyo e Shinmachi a Osaka dove si dava sfogo a ogni tipo di intrattenimento anche grazie alla presenza di particolari figure femminili che non erano semplici prostitute bensì giovani donne che venivano istruite sin da ragazzine in ogni tipo di arte come la musica, il ventaglio o la conversazione. Queste figure tanto ricercate dagli uomini più importanti e ricchi avevano il nome di Geishe.
La figura della Geisha è apparsa per la prima volta intorno al 1750, nel pieno fiorire dei quartieri a luci rosse giapponesi e il suo principale scopo era quello di intrattenere gli uomini proprio come fosse una dama di compagnia e infatti si può dire che la Geisha si divide esattamente tra arte e seduzione ma prima di diventare una geisha a tutti gli effetti, la ragazza deve passare per una fase di apprendista durante la quale viene chiamata Maiko. In questa fase ci sono molte attività che vengono insegnate in apposite scuole: l’apprendista Geisha deve imparare tutte le antiche arti giapponesi come suonare lo shamisen (tradizionale strumento simile ad una chitarra), la danza, il canto e deve saper maneggiare il ventaglio con estrema eleganza e fascino. Anche l’apparenza fisica è di notevole rilevanza perché la Geisha deve risultare curata ed elegante sotto ogni aspetto, a partire dai capelli che vengono acconciati e trattati attraverso prodotti specifici e il momento del trucco è percepito come un rito che segue degli step ben precisi che non bisogna né omettere né sottovalutare. A questo proposito è importante sottolineare che in base all’età e al livello di esperienza, la Geisha è truccata e vestita in maniera differente: indossare un certo tipo di kimono, scarpe o anche un’acconciatura diversa indicano con quale tipo di Geisha abbiamo a che fare. Proprio per questi motivi diventare una Geisha non è scontato e non tutte le apprendiste riescono nell’impresa. La loro vita è scandita sin da piccole da regole che devono essere eseguite alla massima perfezione e che devono essere assorbite durante intensi anni di studio che, prima di questo secolo, cominciavano addirittura dall’età di 6 anni mentre, col passare degli anni, l’età per cominciare il percorso da geisha è cambiata a 16/17 anni.
Dopo gli anni scolastici, la giovane maiko doveva affrontare il suo debutto ufficiale, evento fondamentale durante il quale doveva dar perfetta prova delle sue abilità artistiche altrimenti non sarebbe stata ben vista dalla società e soprattutto dagli uomini che giocavano un ruolo importante nella vita di una Geisha. Infatti, un uomo ricco poteva scegliere di essere il protettore (danna in giapponese) di una Geisha a suo piacimento, il che significava retribuirla regolarmente, garantirle un futuro stabile ma anche farle dei doni. Un uomo diventava il protettore di una Geisha in un momento particolare e cioè la cerimonia del mizuage che consisteva nell’acquisto della verginità della donna che veniva messa all’asta e venduta alla migliore offerta. Tutto questo processo veniva a sua volta gestito dalla protettrice della Geisha, nonché la padrona della casa nella quale essa viveva. Infatti, le Geishe abitavano in case dette okiya nelle quali avviene la maggior parte dell’apprendistato e che si trovavano in distretti detti hanamachi dove c’erano anche teatri frequentati dalle maiko (kaburenjo, in giapponese) dove potevano esercitarsi nelle loro arti.
Spesso ci si chiede se la figura della Geisha può essere affiancata a quella della prostituta ma le due cose sono ben diverse. Nonostante entrambi i mestieri comprendano lo scopo della soddisfazione sessuale maschile, la Geisha è una figura più raffinata, conoscitrice di saperi, abile in ogni arte appresa ed è sempre pronta a rispondere ad ogni tipo di desiderio non solo di tipo fisico. Ad oggi le Geishe esistono ancora ed è possibile vederle in città come Kyoto o Osaka ma sono ormai diventate un oggetto del turismo giapponese.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay 

A proposito di Cocco Sabrina

Mi chiamo Sabrina Cocco, ho 21 anni e al momento sono una studentessa di Mediazione linguistica e culturale presso l'università ''L'Orientale'' di Napoli; ho sempre avuto un'indole per le lingue in particolare per l'inglese e il francese che studio tutt'ora, ma avendo frequentato un liceo classico in passato, mi è rimasta la passione per la letteratura sia antica che moderna e della lettura. Dopo il liceo mi sono avvicinata sempre più al mondo della politica e dell'attualità perchè penso che sia fondamentale conoscere il più possibile cosa succede nel mondo moderno, soprattutto per noi ragazzi che abbiamo tanta voglia di cambiare il mondo.Essendo scout da quando sono piccola, sono anche vicina al mondo del trekking, della natura e in generale delle escursioni anche a livello semi-esperto. La caratteristica che più sento mi contraddistingue è l'amore per la scoperta e in generale anche una grandissima curiosità nei confronti del mondo.

Vedi tutti gli articoli di Cocco Sabrina

Commenta