La lingua uigura è una lingua turca (o lingua turcica) originaria dell’Asia centrale, ed è parlata da circa 10,4 milioni di persone, diffusa principalmente nello Xinjiang, la regione autonoma più grande della Cina, nella parte nord occidentale. È la lingua madre degli uiguri, un gruppo etnico minoritario di religione islamica, che ha una storia lunga e ricca nella regione.
La lingua uigura e l’alfabeto
Nel corso dei secoli, la lingua uigura ha subito l‘influenza di altre lingue con cui è entrata in contatto, come l’arabo e il turco, e più recentemente il russo e il cinese. Questo ha portato alla formazione di un ricco vocabolario, che presenta molti prestiti da queste lingue, e di una complessa grammatica. Si tratta di una lingua agglutinante e ha una struttura SVO, ovvero le frasi seguono un ordine soggetto-verbo-oggetto. Ha un sistema di declinazioni ricco e complesso, con sei casi: nominativo, accusativo, genitivo, dativo, ablativo e locativo. Nel corso della storia la lingua uigura è stata scritta usando diversi alfabeti, alcuni per evoluzione naturale della lingua, altri invece imposti dall’esterno. Nelle testimonianze dei primi documenti uiguri, la lingua era scritta in un antico alfabeto turco, che deriva dall’alfabeto sogdiano: si tratta di una scrittura corsiva dove le lettere si scrivevano unite tra di loro, procedendo dall’alto verso il basso. A partire dal X secolo, la lingua uigura si iniziò a scrivere in un alfabeto basato su quello arabo, che è ancora in uso oggi, con delle differenze. Nel corso del Novecento la scrittura uigura ha visto diversi cambiamenti, soprattutto a partire dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949. Innanzitutto fu prima adottato il sistema cirillico, ma poi con la caduta dell’URSS, il governo cinese introdusse un alfabeto con caratteri latini, sulla scia del pinyin, introdotto in Cina alcuni anni prima.
Una lingua in pericolo
Tuttavia, la lingua uigura è oggi in pericolo di estinzione. Secondo molti, il governo cinese sta conducendo una campagna di assimilazione culturale contro gli uiguri, che include la repressione della lingua e della cultura autoctone. Lo scopo della RPC è quello di promuovere la lingua cinese standard su tutto il suo territorio, al fine di fortificare il senso di appartenenza nazionale, consolidare l’armonia sociale e permettere a tutti i cittadini di godere delle stesse possibilità economiche, così come di poter comunicare con tutti i cinesi, di tutte le altre etnie. Lo status di lingua franca che vuole acquisire il cinese, però, si scontra spesso con la possibilità delle minoranze, compresa quella uigura, di coltivare autonomamente la propria lingua. Nonostante le prime misure portate avanti dalla Cina nella regione favorissero il bilinguismo (tra cinese e lingua uigura) e l’insegnamento bilingue nelle scuole, oggi la situazione è diversa. Gli insegnamenti vengono impartiti quasi esclusivamente in cinese, e la campagna prevede che gruppi di uiguri si uniscano a scuole cinesi, mentre orde di cinesi dell’etnia Han maggioritaria vengono spedite in Xinjiang con delle migrazioni pianificate, per diversificare e assimilare la popolazione. Questa campagna si basa anche sull’idea che la lingua e la cultura uigura sono una minaccia per la sicurezza nazionale cinese. Il governo cinese teme, infatti, il forte senso di separatismo degli uiguri, che si è spesso tradotto in proteste, e considera anche il pericolo dell’estremismo religioso. Molte scuole sul territorio sono state chiuse, molti uiguri sono stati arrestati.
La repressione linguistica con l’intento di assimilazione è una violazione dei diritti umani. Per questo bisogna parlare di queste lingue, bisogna avere coscienza della loro esistenza e del patrimonio culturale che esse costituiscono. Molte persone non hanno mai sentito parlare di questa, così come di moltissime altre lingue minoritarie. Ma la lingua uigura è ricca di storia, ed è la trascrizione e testimonianza della storia di un intero popolo.
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