La morte di Marat di David: analisi dell’opera

La morte di Marat di David: analisi dell'opera

La morte di Marat è un’opera di Jacques-Louis David, pittore francese e uno tra i massimi esponenti del neoclassicismo. Fin da giovane, David studia la pittura rinascimentale italiana e la tecnica scultorea dell’antichità. Le sue opere incarnano i principi dell’arte classica: David rende gli spazi equilibrati, rispetta le regole della prospettiva geometrica e studia i rapporti tra i colori. I soggetti principali dei suoi dipinti sono tratti dalla mitologia classica.

La storia dietro La morte di Marat di David

Il soggetto rappresentato nell’opera La morte di Marat di David, è Marat, un uomo politico francese, presidente del club dei giacobini. Dopo la rivoluzione francese il paese fu sconvolto da una serie di sanguinose battaglie e di conseguenza emersero due fazioni in lotta tra loro: giacobini e girondini. Marat era il massimo esponente dei giacobini e amico di David, ucciso da Charlotte Corday, dei girondini. La donna aveva spedito una lettera a Marat, nella quale chiedeva la sua benevolenza e un incontro per discutere. Marat accettò la richiesta, ma la donna aveva architettato un piano: si nascose nel bagno e accoltellò l’uomo mentre era nella vasca da bagno. Marat soffriva di reumatismi di una malattia alla pelle e per questo trovava sollievo nei bagni caldi.

Analisi dell’opera La morte di Marat di David

Marat è rappresentato come un martire nella vasca da bagno dopo l’assassinio: il suo braccio destro fuoriesce dalla vasca insieme ad un telo bianco, mentre quello sinistro è posato su un’asse ricoperta da un telo verde. Prima di morire, Marat stava scrivendo una lettera, come dimostrano la penna che ha ancora nella sua mano destra, il calamaio e altri fogli che si trovano sul tavolino di legno accanto alla vasca e la lettera che ha nella sua mano sinistra. Si tratta infatti della lettera di Charlotte Corday con la quale la donna chiedeva l’aiuto e la comprensione di Marat. La testa dell’uomo è ruotata e si pone perfettamente di fronte allo spettatore ed è fasciata da un turbante bianco, un riferimento alla passione di Cristo associato al sudario. David sceglie di non rappresentare l’assassino e l’unico rimando alla sua presenza e a ciò che ha commesso è l’arma del delitto, un coltello insanguinato che si trova sul pavimento. Il sangue è presente anche sui teli e nell’acqua della vasca.
Nell’opera La morte di Marat di David, sulla parte frontale del tavolino in legno è presente una dedica dell’artista, la scritta recita: «à Marat, David. 1793. L’AN DEUX».
L’ambiente circostante è spoglio, la luce ricorda le opere di Caravaggio, arriva da sinistra e si staglia su un fondo scuro contribuendo a creare effetti di chiaroscuro che aumentano la drammaticità dell’opera. Lo schema compositivo è caratterizzato da linee orizzontali e verticali: quelle orizzontali sono date dal bordo della vasca, dal piano del tavolino e dal braccio sinistro, quelle verticali sono date dal telo bianco, dal braccio destro e dalle due estremità del tavolino mentre il punto di fuga è lontano.
La morte di Marat di David fu esposta nella sala dei rivoluzionari francesi e attualmente è conservata nell’Oldmasters museum di Bruxelles in Belgio.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia 

A proposito di Valeria Esposito

Studentessa presso la facoltà di lingue e culture comparate

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