La Mujer Habitada di Gioconda Belli
Contesto storico
La mujer habitada è un romanzo di Gioconda Belli, del 1988, pubblicato in Italia nel 1995 con il titolo di La donna abitata. È un romanzo che mette a confronto due epoche e due donne, le cui voci vanno ad inserirsi in due diversi contesti storici: quello della rivoluzione popolare sandinista e quello seguente alla conquista spagnola dell’America centrale. Si tratta delle voci di Lavinia e di Itzá, una donna indigena, voci che si fondono e comunicano attraverso le ripetizioni, un elemento, questo, che corrisponde alla visione del cosmo indigena.
La storia di Lavinia è legata a quella della Rivoluzione Popolare Sandinista, che ha luogo in Nicaragua negli anni compresi tra il 1979 e il 1990, rivoluzione che vide come protagonista il Frente Sandinista de Liberación Nacional, che mise fine alla dittatura del clan Somoza, avviando un governo progressista di sinistra, caratterizzato dalla presenza, nel FSLN, di democratici, socialisti, rappresentanti della rivoluzione cubana ed algerina.
La storia di Itzá, invece, si situa a partire dal 1502, quando Cristoforo Colombo, alla fine del suo quarto viaggio, arriva in Centroamerica, da lui ribattezzato Cabo de Gracias a Dios.
La conquista dell’odierno Nicaragua avviene però nel 1523, quando Gil González Dávila arriva al Mar Dulce o Lago de Nicaragua e prende possesso di tutta la costa, dichiarandola proprietà della corona spagnola, allo scopo di appropriarsi, soprattutto, di oro: è proprio questo periodo storico che vede protagonista la guerriera Itzá.
L’eroica resistenza indígena cominciò con l’arrivo dei conquistadores spagnoli, che diedero inizio ad un violento processo di conquista e colonizzazione dei territori del Nicaragua.
La trama e le protagoniste de La mujer habitada
La protagonista del romanzo La mujer habitada, o meglio una delle due protagoniste, è Lavinia, una giovane borghese, originaria della città immaginaria di Faguas, che rappresenta una reminiscenza dell’ambiente politico della Managua degli anni Settanta. Lavinia decide di abbandonare la casa paterna e di iniziare una vita indipendente. Comincia così una nuova fase della vita della giovane, che la vedrà coinvolta in una storia d’amore e nella lotta nelle fila del movimento rivoluzionario sandinista.
Allo stesso tempo, ne La mujer habitada, Gioconda Belli ci trasporta all’epoca della conquista spagnola per mezzo dei ricordi e credenze di un’indigena náhuatl, Itzá, che dopo più di quattro secoli dalla sua morte, ritorna alla vita attraverso un albero di arance che si trova nel giardino di Lavinia e dal quale la stessa Lavinia coglie delle arance per mangiarle: ciò fa sì che la coscienza dell’indigena e le sue idee comincino a circolare nel mondo moderno, dentro Lavinia, che subisce una trasformazione e decide di entrare a far parte del movimento rivoluzionario.
Leggendo la storia di Lavinia in La mujer habitada, vediamo come ai suoi pensieri si sovrappongono quelli della guerriera indigena; inoltre, la voce di Itzá rappresenta la storia sconosciuta o dimenticata di Faguas, simbolo del Nicaragua.
La storia dell’India si ripete nella vita di Lavinia, in quanto entrambe sono emarginate nella ribellione e acquistano importanza grazie agli uomini di cui sono innamorate: Felipe nel caso di Lavinia e Yarince in quello di Itzá.
Alla fine del romanzo, Lavinia e Itzá si uniscono/fondono, fisicamente e mentalmente, e le loro lotte del passato e del presente diventano un’unica lotta, quella della donna, la mujer habitada, appunto, che combatte per un mondo migliore.
Gioconda Belli, convinta della forza rivoluzionaria della parola, dà nella sua opera un messaggio di speranza, quella in un mondo diverso; nelle sue opere, la visione femminista è collegata alla sua traiettoria politica e ideologica, come si può vedere in La mujer habitada.
Fonte immagine articolo La mujer habitada di Gioconda Belli: due donne tra due epoche: Wikipedia