Se ti dicessi che esiste una lingua che puoi capire senza averla mai studiata, mi crederesti? Proviamo! Declaration Universal del derectos del homine – art.1: «Tote le esseres human nasce libere e equal in dignitate e in derectos. Illes es dotate de ration e de conscientia, e debe comportar se fraternalmente le unes con le alteres» (Fonte: Wikipedia). Se hai compreso gran parte di quanto scritto, allora lascia che ti porti in un piccolo viaggio alla riscoperta di Interlingua, la lingua che tutti i neolatini possono capire.
Nascita
Nel secolo scorso, agli albori dello sviluppo dell’inglese come ponte linguistico internazionale e dopo il fallimento dell’Esperanto, l’Associazione Internazionale per la Lingua Ausiliaria (IALA), fondata da Alice Vanderbilt Morris a New York, si era posta l’obiettivo di creare un idioma comprensibile e semplice per facilitare la comunicazione tra i paesi e le loro culture, dandosi come base le lingue neolatine e l’inglese. Nel 1951, dopo quindici anni di lavoro e con la Seconda Guerra Mondiale a fungere da propulsore, nasceva Interlingua.
Diffusione e concorrenza
La sua diffusione, così come la sua creazione, non fu per nulla semplice. I complici furono l’epoca nella quale nasceva, figlia di un’Unione Europea già troppo anglofona, e le vicissitudini che portarono alla chiusura dello IALA, appena cinque anni più tardi. L’arduo compito di difendere questa lingua artificiale passò all’Union Mundial pro Interlingua (UMI), un’organizzazione no profit fondata nel 1955 in Francia, ma la sua diffusione rimaneva un problema insormontabile, soprattutto dopo la consolidazione dell’inglese. Sembrava che la povera Interlingua dovesse rimanere ricordata solo da poche persone.
Durante i decenni successivi, grazie all’UMI vennero messi in atto dei tentativi per consentirne la diffusione, ma, sfortunatamente, la riscoperta di Interlingua venne offuscata da un evento particolare che coinvolgeva la sua eterna rivale: l’Esperanto. Nel 1968, infatti, l’ingegnere Giorgio Rosa diede vita alla Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose, che altro non era che una piattaforma in acque internazionali che non voleva sottostare alle regole statali italiane. Nemmeno un anno dopo, nel 1969, venne demolita per ordine della polizia e della guardia costiera. Tramontava l’ultimo tentativo di quella lingua artificiale.
La svolta
Per fortuna, settant’anni dopo la creazione di Interlingua, il professore dell’Università di Vigo (Galizia, Spagna) Carlos Valcárcel Riveiro, ha deciso, attraverso i social, di diffondere dei semplici video dove racconta aneddoti e curiosità varie, parlando esclusivamente in Interlingua. Da lì, lo stupore di milioni di persone francofone, italiane, ispanofone, lusofone e rumene nel capire una lingua di cui non avevano mai sentito parlare. La riscoperta di Interlingua sembrava completata, ma la ciliegina sulla torta arriva nel 2023: Valcárcel Riveiro viene chiamato per partecipare ad un evento TEDxTalks a Vitoria-Gasteiz (Paesi Baschi, Spagna), durante il quale ci racconta di come, attraverso i social, sia stata data ad Interlingua una seconda opportunità e di come i suoi followers siano stati rapiti dalla magia di questo idioma in cui non servono sottotitoli o traduzioni. Il professore ci descrive questo suo impegno per la comunità, di come si senta privilegiato di poter parlare del suo lavoro e raggiungere milioni di persone, senza la necessità di far spendere tempo e soldi per imparare l’inglese, perché, come lui stesso dice, «a volte ci dimentichiamo di come molte persone rimangano fuori dalla comunicazione globale che stabiliamo con l’inglese».
Sostituire l’inglese?
Si potrebbe, quindi, pensare ad Interlingua come lingua internazionale? Forse è utopia, tenendo conto dei malcontenti inglesi, troppo legati alla loro influenza linguistica, ma anche del tempo e delle risorse necessari. Almeno, possiamo dire di aver compiuto questo breve viaggio alla riscoperta di Interlingua.
Fonte immagine: AI generated