La rivolta di Masaniello: da pescatore a capo della sommossa

rivolta di Masaniello

La tradizione napoletana è ricca di personaggi carismatici, tra leggenda e storia, Napoli ha un passato ricchissimo e colmo di cultura. Tra le tante vicende che hanno arricchito il panorama storico partenopeo, una delle più conosciute è la rivolta di Masaniello contro l’allora governo spagnolo.

Chi era Masaniello?

All’anagrafe Tommaso Aniello d’Amalfi, Masaniello è una delle figure iconiche di Napoli, il suo carisma e coraggio lo hanno portato a diventare capo di una sommossa. La rivolta di Masaniello è infatti cominciata proprio da lui, che decise di fomentare la folla a insorgere contro le pressioni fiscali che il governo spagnolo imponeva al tempo. Masaniello però non nasce leader, ma lo diventa: la sua famiglia era infatti molto umile e lui, insieme a suo fratello, vendeva il pesce in città. Sebbene le notizie biografiche su di lui siano poche, ci hanno comunque aiutato a ricostruire l’immagine di un uomo umile, ma anche deriso spesso, che era disposto a prestarsi a qualsiasi tipo di lavoro pur di sopravvivere.

La rivolta di Masaniello, come comincia?

Nel diciassettesimo secolo, a Napoli vi era un vicerégno spagnolo che, a causa delle continue guerre, aumentò le imposte alla popolazione al fine di finanziare le spese belliche. Nonostante già fosse presente aria di rivolta, secondo i racconti, ciò che fece andare su tutte le furie Masaniello fu l’incarcerazione di sua moglie, la quale era venuta meno al pagamento di una tassa. Fu così che, nell’estate del 1647 a Napoli, prese il via la rivolta di Masaniello, meglio conosciuta come rivolta dei Lazzari, teatro della sommossa fu Piazza Mercato ovvero l’allora centro economico della città nonché luogo di riscossione delle imposte. Vennero presi d’assalto i simboli della ricchezza: palazzi di duchi, marchesi e del resto della nobiltà, ma anche luoghi politici dove venivano riscosse le tasse. Masaniello fu una delle figure principali nello svolgimento della rivolta a tal punto da diventare generale di un vero e proprio esercito popolare, la sua fama lo portò addirittura a negoziare con il viceré.

Masaniello e la sua decadenza

Durante e dopo la rivolta di Masaniello, quest’ultimo cominciò ad assumere un atteggiamento paranoico che lo portò a pensare a un complotto contro di lui. Ormai, in preda alla follia, non mangiava più e non dormiva più, in realtà seppur ossessionato da questo pensiero in maniera costante, Masaniello sul suo presunto attentato non si sbagliava. Tentarono già di assassinarlo una volta, ma la sua morte effettiva arrivò in seguito: il re della rivolta venne fucilato da ben cinque colpi e decapitato e il suo corpo venne inoltre trascinato per tutta la città. Il corpo ormai defunto di Masaniello venne per un periodo di tempo seppellito nella Basilica del Carmine per poi essere incenerito dopo la rivolta. Ad oggi il termine Masaniello è utilizzato anche come aggettivo: indica una persona carismatica capace di influenzare e fomentare gli altri, ma spesso incapace di portare a termine gli obiettivi fissati.

A prescindere dal contesto storico e dalle vicende che hanno animato la rivolta di Masaniello e la sua vita, questa figura è un’icona di Napoli e spesso viene nominata ed elogiata ancora oggi. Il suo carisma e coraggio hanno portato la figura a diventare un vero e proprio mito per i napoletani che hanno dedicato a lui piazze e vie della città, famoso anche tra cantanti napoletani, Masaniello è stato più volte nominato in diverse canzoni. Masaniello compare inoltre anche in tante opere d’arte come dipinti o murales lungo le strade della città partenopea.

Fonte immagine in evidenza: Foto di Orna da Pixabay 

A proposito di Serena Uvale

Studentessa presso l'università degli studi di Napoli "L'Orientale", amante della culturale e della lingua cinese.

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