Cos’è la schizofrenia?
La schizofrenia è una malattia psichiatrica da cui è affetta circa l’1% della popolazione mondiale, caratterizzata dall’alterazione comportamentale e affettiva, allucinazioni uditive, psicosi, disorganizzazione linguistica. Generalmente, la schizofrenia compare in età adolescenziale o post-adolescenziale tra i 12 e i 20 anni, ed è esclusivamente causata da disfunzioni del cervello, le cui cause non sono ancora ben chiare, ma potrebbero essere ricondotte a problemi di tipo ambientale e genetico, e da danni fisici. In questo articolo verranno analizzate le caratteristiche e le cause del rapporto tra la schizofrenia e il bilinguismo.
Il sintomo più rilevante della schizofrenia:
Le allucinazioni uditive sono considerate il problema più evidente della schizofrenia . Infatti è stato scientificamente provato mediante delle tac che non sono frutto dell’immaginazione del malato, ma durante le allucinazioni uditive l’area del cervello deputata all’ascolto, l’area di Wernicke, si attiva realmente. Gli studi eseguiti in anni recenti, hanno tentato di focalizzarsi sulle allucinazioni uditive e le conseguenze che hanno sul parlato, più nello specifico sulla gestione della schizofrenia e il bilinguismo.
La schizofrenia e il bilinguismo: sono connessi?
Con una ricerca condotta in Israele per spiegare la connessione tra la schizofrenia e il bilinguismo, in particolare analizzando la comunità russofona con russo come L1 (lingua materna), si è tentato di capire se il soggetto affetto da schizofrenia si rapporta alle due lingue (ebraica e russa). La soluzione è stata rilevata nell’evitare il bilinguismo, ma esso non può essere evitato perché, trattandosi di un fenomeno migratorio, è necessario l’uso di ambedue le lingue. I soggetti dello studio sono stati sottoposti a delle interviste in entrambe le lingue riguardo temi come la famiglia, l’inserimento sociale, il lavoro. Ne è risultato che gli individui riescono a parlare bene tutte e due le lingue e che l’insorgere della schizofrenia non ha causato problemi nell’acquisizione della L2. Ciò che risulta essere problematico è il fatto che, nell’interazione tra la schizofrenia e il bilinguismo, avendo imparato la L2 dopo la comparsa della malattia, risulta più debole rispetto alla L1, rendendo fragile il cervello del soggetto nel recuperare le informazioni dal magazzino lessicale.
Studi sul rapporto tra la schizofrenia e il bilinguismo:
Il primo studioso a descrivere la lingua dei soggetti schizofrenici fu Andreasen nel 1979, che spiegò che il disordine cognitivo prova difficoltà a livello di comunicazione. Le caratteristiche del loro linguaggio sono:
1. povertà del parlato;
2. povertà di contenuto;
3. empty speech, cioè parlato vuoto, alogico;
4. ripetizione ossessiva delle stesse frasi ;
5. perdita di concentrazione;
6. presenza di analogismi, parole inventate;
7. ecolalia, cioè la ripetizione dell’ultima parola o dell’ultima sillaba di quello che sta dicendo la persona che sta parlando;
8. blocking;
9. discorso autoreferenziale, concentrazione focalizzata su sé stessi, senza considerare le interazioni sociali;
10. problemi di selezione lessicale.
Queste caratteristiche si manifestano in particolare modo nel rapporto tra la schizofrenia e il bilinguismo, quindi nella gestione della L1 e della L2.
I marker linguistici nel rapporto tra la schizofrenia e il bilinguismo?
I marker linguistici tipici del parlato schizofrenico e sono:
– sintassi incompleta
-ripetizione lessicale
-riferimento forico, si focalizza sull’ambiente esterno all’interazione;
-referenza poco chiara, creazione di riferimenti difficilmente comprensibili al destinatario dell’interazione.
I marker sono elementi molto importanti soprattutto relativamente la gestione della L1 e della L2, quindi fondamentali per il rapporto tra la schizofrenia e il bilinguismo.
fonte immagine: Pixabay