L’etichetta di “scuola ionica” si riferisce a un gruppo di filosofi greci delle colonie ioniche dell’Asia Minore: Talete, Anassimandro e Anassimene. Nota anche come scuola ionica di Mileto, perché è lì che nasce e si sviluppa, nel VI secolo a.C., grazie al rapido sviluppo delle forme politiche democratiche e ai contatti con le civiltà dell’oriente. Queste caratteristiche della Ionia contribuirono a creare un terreno fertile per la speculazione filosofica e la triade appena citata apre la storia della filosofia in Occidente.
L’argomento principale era la riflessione sulle origini del cosmo. I pensatori della scuola ionica superarono la concezione che vedeva l’origine del mondo come un’opera divina, la concezione teogonica, e superarono la cosmogonia, andando oltre tutti i miti e le dottrine riguardanti la creazione. Ricercando l’origine del mondo, per la prima volta, in fenomeni fisici, interni alla natura.
Talete visse a Mileto tra il VII e il VI sec. a.C.. È considerato il primo filosofo della storia, nonché il fondatore della scuola di Mileto; è colui che applica per la prima volta il metodo di cercare delle ragioni per ciò che si afferma. Oltre a essere filosofo fu anche politico: spinse i greci della Ionia a unirsi in un unico stato federativo.
Talete era convinto che dietro la molteplicità delle cose esistesse un centro di tutto, e si pose il problema di trovarne l’origine in un elemento: l’acqua, da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna. Infatti l’acqua è il fattore senza il quale non può esistere la vita, è l’archè (principio primo) che ha dato origine a tutto. Probabilmente Talete non voleva sostenere che l’acqua è l’elemento da cui derivano tutte le cose, quanto piuttosto che la vita si accompagna spesso alla presenza di questo elemento: infatti, i semi che generano le piante hanno bisogno di un terreno umido. Senza acqua, dunque, non c’è vita.
Anassimandro fu molto probabilmente discepolo di Talete e scrisse la prima opera filosofica della storia della filosofia. Come Talete, si occupò anche di politica.
Egli ampliò la teoria sull’origine del mondo di Talete: riconoscendo sempre nell’acqua l’elemento da cui tutto ha origine, egli spiegò che solo qualcosa privo di determinazioni e di limiti (apeiron) può assumere le varie forme che riscontriamo nel mondo circostante. Quindi teorizza il concetto di apeiron e dà il nome al concetto già fornito in precedenza da Talete, quello di un’unica origine dietro la molteplicità, l’archè.
La trasformazione dell’apeiron, da unità a molteplicità, è vista come negativa poiché nel molteplice vi è sempre un tentativo di reciproca sopraffazione tra le cose che lo compongono: questo concetto dunque prevede una colpa, che implica un’espiazione. Dal punto di vista cosmologico, invece, ipotizzò l’esistenza di infiniti mondi e la forma cilindrica della Terra.
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