La sigla LGBTQIA+: le sfumature dell’asessualità

la sigla LGBTQIA+

La sigla LGBTQIA+ è un acronimo che rappresenta diverse identità sessuali e identità di genere. Ogni lettera corrisponde a una categoria e il + indica altre identità che possono essere incluse senza essere menzionate. La comunità LGBTQIA+ è un luogo che accoglie tutti coloro che non sono stati capiti e sono stati discriminati per il loro orientamento sessuale e per la loro identità di genere. Allo stesso tempo però all’interno della stessa comunità c’è della discriminazione e lo notiamo dalla sigla. Molto spesso si preferisce scrivere solo LGBTQ non per abbreviare, ma, per far capire che gli altri orientamenti non sono riconosciuti dalla comunità perché ritenuti senza senso. Durante gli anni ci sono stati diversi dibattiti come quello sulla differenza tra bisessualità e pansessualità, in cui la seconda veniva ritenuta come inesistente. Uno di questi dibattiti è il caso dell’asessualità, un orientamento che viene sempre annullato e affondato dai pregiudizi e ciò limita il nostro modo di vedere le cose senza cercare di approfondire. Scopriamo insieme che cos’è l’asessualità.

 

Asessualità nella sigla LGBTQIA+ e pregiudizi

L’asessualità viene indicata nella sigla LGBTQIA+ con la lettera A e indica l’assenza o la bassa intensità di attrazione sessuale verso gli altri. Le persone asessuali possono manifestare interesse romantico, affettivo ed emotivo verso gli altri anche senza provare attrazione sessuale e condurre così relazioni che possono essere anche platoniche. Tra i pregiudizi che ruotano attorno all’asessualità ci sono il celibato e l’astinenza che si riferiscono alla scelta di non avere rapporti sessuali. In realtà l’asessualità è più intrinseca e riguarda l’assenza di desiderio sessuale. Viene considerata anche un disturbo mentale perché per gli esseri umani è ritenuto impossibile non provare attrazione e desiderio sessuale. L’ultimo pregiudizio sostiene che l’espressione orientamento sessuale non corrisponda al termine asessualità. Secondo molti studi l’asessualità non può essere definita come un orientamento sessuale perché manca di un aspetto fondamentale, ovvero, l’interesse sessuale rivolto a un target. Per questo motivo molti studi hanno cercato di concettualizzare nuovamente il termine orientamento sessuale definendolo come l’aspetto della propria identità personale e sociale che indica la presenza o assenza di target delle proprie attrazioni sessuali e comportamentali per poter includere l’asessualità. Per tutto questo, molto spesso, la lettera A non viene inclusa nella sigla LGBTQIA+.

 

Le sfumature dell’Asessualità

Il motivo che separa la comunità LGBTQ+ dall’asessualità sta nei termini ombrello che la costituiscono, portando così ad eliminare la A nella sigla LGBTQIA+. Se la mancanza di attrazione è la caratteristica comune delle persone asessuali, ciò non significa che non vi siano differenze soggettive nel modo di vivere le relazioni e l’attrazione. L’asessualità può essere descritta nelle sue forme attraverso svariati termini: demisessualità che corrisponde nascita di attrazione sessuale solo dopo aver creato un legame profondo con il partner. Sessualità-grigia che include sessualità e asessualità perché rappresenta quelle persone che sentono attrazione sessuale nonostante non sia sufficiente. Demi-romanticismo, ovvero, la capacità di provare attrazione romantica solo quando ha già instaurato un forte legame con il partner. Si tratta di un termine che fa parte dell’aromanticità. Infine c’è il termine ombrello Demi-aroace, ovvero, quelle persone che riescono a provare attrazione sessuale e romantica solo quando ha già instaurato un forte legame con quella con quella persona.

Queste sono le sfumature dell’asessualità ed è importante riconoscerla come un’identità valida che può manifestarsi in modi diversi da persona a persona e per questo merita di avere il suo posto nella sigla LGBTQIA+.

 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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