Storia della città di Ercolano: dalle origini agli scavi

La storia della città di Ercolano

Storia della città di Ercolano: dalle origini agli scavi

La città di Ercolano è un luogo ricco di storia e fascino, un sito archeologico di inestimabile valore, che offre una testimonianza diretta della vita quotidiana in epoca romana. Sepolta dalla devastante eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., la città di Ercolano è stata riportata alla luce grazie a secoli di scavi, che hanno permesso di scoprire edifici, oggetti e resti umani eccezionalmente conservati. Questo articolo ripercorre la storia di Ercolano, dalle sue origini mitologiche fino alle più recenti ricerche archeologiche, mantenendo intatto il fascino di una città sospesa nel tempo. Oggi l’area archeologica di Ercolano è gestita dal Parco Archeologico di Ercolano e fa parte, insieme a Pompei e Oplontis, del Patrimonio UNESCO, a testimonianza della sua rilevanza storica e culturale a livello mondiale. L’antica città di Ercolano si trova nel Golfo di Napoli, nella regione della Campania antica. I continui ritrovamenti archeologici e l’eccezionale stato di conservazione del materiale organico rendono questo sito un punto di riferimento per lo studio della civiltà romana, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio culturale e generando notevoli flussi turistici.

Le origini mitologiche della città di Ercolano

Ercolano è una piccola città situata alle pendici del Vesuvio che, secondo la leggenda, venne fondata nel 1243 a.C dall’eroe della mitologia greca Ercole, dal quale prende il nome.

Ercole e la fondazione di Herculaneum

La leggenda, narrata da Alicarnasso, spiega che Ercole eresse la città di Herculaneum nel luogo in cui uccise Caco (demone figlio di Vulcano) e riscattò la mandria di buoi di Gerione.

Osci ed Etruschi: le ipotesi storiche sulla fondazione di Ercolano

Altre versioni attribuiscono la fondazione della città al popolo degli Osci o degli Etruschi. Secondo Strabone, Ercolano fu fondata nel XII secolo a.C dagli Osci, dei quali sono stati ritrovati alcuni testi scritti nell’area della città; secondo altri, invece, furono gli Etruschi tra il X e il VIII secolo a.C. Storicamente non si hanno notizie certe riguardo l’accaduto, l’ipotesi più attendibile resta quella elaborata da Strabone.

Ercolano romana: da “Municipium” a città sepolta

La città di Ercolano di origine osca sarebbe poi stata conquistata dagli Etruschi e dai Sanniti prima di diventare un possedimento romano. La conquista da parte dei romani avvenne nel 90 a.C quando la città venne attaccata da un legato di Lucio Cornelio Silla e Tito Didio. A partire da quell’anno Ercolano divenne un “Municipium” di Roma guidato dall’esercito di Silla.

La conquista romana e il ruolo di Marco Nonio Balbo

La città di Ercolano, in un primo periodo, rimase poco abitata e scelta dalla classe colta e ricca di Roma esclusivamente come luogo di villeggiatura. Un periodo particolarmente florido, invece, cominciò nel 32 a.C con l’elezione del tribuno Marco Nonio Balbo che promosse l’edificazione di nuovi edifici, un teatro, un acquedotto e due complessi termali.

Il terremoto del 62 d.C. e l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Nel 62 d.C. Ercolano fu colpita da un terremoto devastante che distrusse alcuni templi e la Basilica della città la cui opera di ricostruzione fu finanziata dall’imperatore Vespasiano. Quando ancora i lavori di costruzione erano in corso, un secondo evento catastrofico colpì la città. Nel 79 d.C, precisamente il 25 Agosto, l’eruzione del Vesuvio ricoprì la città di colate piroclastiche e il terremoto distrusse larga parte degli edifici. Quest’evento di enorme potenza distruttiva coinvolse anche la vicina città di Pompei che a causa della sua posizione e della direzione del vento subì danni ancor più gravi dovuti alla pioggia di polvere e lapilli.

La città di Ercolano e la conservazione dei resti

La quantità di materiale piroclastico fu tale da ricoprire la città di Ercolano di uno strato di altezza compresa tra i 10 e i 15 metri. La formazione e solidificazione di questo banco tufaceo ha permesso, rispetto alla città di Pompei, una migliore conservazione dei materiali organici (cibi, legno, carta, tessuti ecc) e degli edifici sottostanti, come le domus e le insulae. Dopo questo evento la città di Ercolano cessò definitivamente di esistere e con l’eruzione del 1631 l’altezza di questo strato arrivò addirittura a 25 metri. Proprio per questo motivo attualmente gli scavi sono posizionati molto più in basso rispetto al livello del suolo della città moderna, che tutt’ora porta il nome di Ercolano moderna.

Gli scavi di Ercolano: una storia secolare

La storia degli scavi di Ercolano è lunga e complessa, iniziata nel XVIII secolo e tuttora in corso.

La scoperta fortuita del teatro di Ercolano

Nel 1710 un contadino, durante i lavori per la costruzione di un pozzo, scoprì casualmente alcuni blocchi di marmo appartenenti alla struttura di quello che era il teatro dell’antica città di Ercolano. Il principe Emanuele Maurizio D’Elbeuf si interessò particolarmente a questi ritrovamenti e decise di finanziare una prima operazione di scavo.

Carlo di Borbone e i primi scavi sistematici

I lavori di scavo, inizialmente previsti con la tecnica degli scavi in cunicoli, sarebbero dovuti avvenire solo in seguito alla costruzione di una rete di cunicoli e condotti sotterranei che non vennero mai ultimati per il timore del cedimento degli edifici sovrastanti. Il progetto venne ripreso a partire dal 1738 quando Carlo di Borbone, appassionato di cultura e storia, decise di continuare la costruzione di vie sotterranee con lo scopo di raggiungere gli edifici nascosti sotto terra. Tra il 1738 e il 1765 si svolse regolarmente la prima sessione di scavo coordinata da Alcubierre. I primi ritrovamenti furono: la Basilica di Ercolano e la Villa dei Papiri. Già dal 1780, tutte le operazioni di scavo furono cessate e il sito archeologico rimase abbandonato per un lungo periodo.

La ripresa degli scavi e l’opera di Amedeo Maiuri

I lavori ripresero nel 1828, questa volta con la tecnica degli scavi a cielo aperto. Nonostante le nuove tecniche adottate, nel 1875, dati gli scarsi risultati, gli scavi cessarono nuovamente. Il punto di svolta ci fu nel 1927 quando grazie a Amedeo Maiuri si riuscì a portare alla luce quasi un terzo della città antica. Oltre a un numero molto alto di edifici furono rinvenuti anche molti resti degli abitanti del posto. Si era creduto fino a quel momento che la popolazione di Ercolano fosse fuggita quasi interamente a Napoli; invece, grazie al rinvenimento di scheletri e imbarcazioni in legno, si è scoperto che la maggioranza degli abitanti non è riuscita a scappare e che coloro che ci provarono tentarono di farlo via mare.

Lo stato attuale degli scavi della città di Ercolano

Dalla metà degli anni Novanta fino a oggi gli scavi della città di Ercolano non si sono mai interrotti e, allo stato attuale, sono aperte al pubblico 7 insulae della città antica. Ercolano appare oggi solo in una parte della sua estensione. In particolare, è stata portata alla luce la parte della città più vicina al mare, mentre restano ancora sepolti parte del Foro, alcuni complessi di case e templi. La problematicità dello scavo risiede nel fatto che la città moderna di Ercolano sia in parte stata costruita sopra quella antica e quindi, data la presenza di alcuni edifici abitati, alcune parti non possono essere scavate. Nonostante ciò, il sito archeologico di Ercolano, forse anche più di quello di Pompei, è uno dei meglio conservati e significativi per lo studio della storia del popolo romano stanziatosi a Napoli. Le attività di restauro e di ricerca continuano, con l’obiettivo di preservare e valorizzare questo straordinario patrimonio.

Foto in evidenza da: Pixabay

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