Simbolo del coraggio, della speranza di combattere il silenzio e la mafia, del desiderio di ricordare luoghi ricchi di storia e tradizioni antichissime: tutto questo è la storia della Fiumara d’Arte, in Sicilia.
Le origini della Fiumara d’Arte
Per poter conoscere e parlare della storia della Fiumara d’Arte, è fondamentale introdurre la figura di un uomo straordinariamente coraggioso e ambizioso: Antonio Presti. Antonio Presti è l’unico erede di una grande impresa edile che acquisisce alla morte di suo padre: nonostante la diffidenza dei suoi operai, decide di amministrare legalmente l’impresa e di non sottostare al regime di corruzione degli appalti pubblici, investendo gran parte dei proventi per migliorare la qualità delle condizioni di lavoro dei propri operai e delle loro famiglie. Allo stesso tempo la sua passione per l’arte lo aveva portato ad intrecciare interessanti legami nelle gallerie romane: egli desiderava commemorare la memoria di suo padre attraverso un’opera che immaginava come una grande croce piantata sul letto della fiumara di Tusa, in Sicilia.
Ben presto ci fu un casuale incontro tra lo scultore Pietro Consagra e Presti che portò alla creazione della prima scultura, un’idea totalmente diversa da quella che aveva immaginato l’autore, che fu il frutto di un incipit da parte di Consagra e che suscitò in Antonio il pensiero di sostituire l’idea con qualcosa di più evocativo.
Il desiderio di dar vita a un Parco da donare alla gente, alla Sicilia ed al mondo, nacque proprio durante un colloquio tra Presti e Tano Festa: l’artista spiegava al siciliano Presti che un vero cultore dell’arte collezionava le opere accumulandone un gran numero, aspettando che acquistassero maggior valore. Una considerazione superficiale ed egoista dell’arte che spinse Antonio Presti a credere fermamente che le opere senza pubblico non avessero ragione di esistere ed è in quel preciso momento che il progetto prese vita.
Nonostante iniziassero ad arrivare le prime denunce, la storia della Fiumara d’Arte prosegue e durante la realizzazione dell’opera di Consagra, Antonio Presti si mise in contatto con un altro scultore: Paolo Schiavocampo con il quale percorse le ripide strade in salita della località per raggiungere un posto preciso che riuscì ad ispirare particolarmente l’artista. Il 30 gennaio 1988, ebbe luogo l’inaugurazione della scultura di Schiavocampo e contemporaneamente venne indetto un concorso per giovani scultori under40. Le proposte sarebbero state esaminate da una giuria composta da direttori di grandi musei italiani ed europei come Héléne Vassalle della direzione dei musei francesi, Giovanni Joppolo direttore a Parigi della rivista d’arte Opus intenational, Lucia Matino del PAC di Milano, l’architetto Patrizia Merlino e anche due notissimi architetti catalani, Oriol Bohigas e Elisabeth Galí, grandi fautori dell’arte a Barcellona.
Tutti i bozzetti furono in seguito portati a Roma nella Galleria Giulia, ma nonostante la grande curiosità da parte del pubblico, solo tre furono i progetti vincitori. Nella storia della Fiumara d’Arte, l’artista più sfortunato fu proprio Carlo Lauricella, il terzo artista: a causa del gran numero di procedimenti giudiziari contro Antonio Presti, fu impedita la costruzione della sua opera. Un episodio che bloccherà il completamento effettivo del parco, il quale prevedeva anche la realizzazione di opere di grandi maestri come lo spagnolo Edoardo Chillida, Fausto Melotti e Arnaldo Pomodoro.
Nonostante le spiacevoli notizie, i lavori per la realizzazione del progetto dell’asiatico Hidetoshi Nagasawa furono invece avviati contemporaneamente ad atri cantieri. Si trattava della creazione di un luogo mistico in cui l’artista ricreava qualcosa di unico in cui «ogni categoria e ordine abituale devono essere privi di senso, niente destra o sinistra, niente alto o basso. Ho concepito la stanza come un luogo del galleggiamento, come un viaggio in un universo indipendente». Questa straordinaria opera venne prima sequestrata e solo successivamente venne restituita alla terra, alla quale originariamente doveva esser donata.
Nello stesso anno viene terminata la decorazione in ceramica della caserma dei Carabinieri di Castel Di Lucio, ad opera di Piero Dorazio e Graziano Marini, Arethusa, inaugurata con una gran festa e due anni dopo viene rivalutato e decorato un muro in cemento che prenderà il nome di Muro della Bellezza o della Vita.
Nonostante lo straordinario progetto di Antonio Prasti, gli enti locali continuarono a non accettare il dono di Fiumara d’arte ed il parco col passare degli anni necessitava di manutenzione. Completamente abbandonato dalle istituzioni, nel 2005 Presti chiuse simbolicamente un’opera, con un telo in segno di protesta fin quando non gli sarebbe stato concesso di usufruire di alcuni fondi europei per il restauro.
Ben presto Prasti ottenne i fondi europei, il riconoscimento del corredo scultoreo come bene culturale e non solo, denunciò numerose aziende in cui vi era infiltrata cosa nostra: la criminalità che tanto aveva ostacolato la storia della Fiumara d’Arte appare ora interessata.
Dopo aver lottato arduamente, venne realizzata l’opera di Mauro Staccioli, oggi fulcro della promozione delle attività culturali sul territorio, in quanto protagonista di un’imperdibile manifestazione annuale.
Le opere della Fiumara d’Arte
La storia della Fiumara d’Arte comprende 12 straordinarie opere, ma tra le principali ritroviamo: La Materia poteva non esserci dello scultore siciliano Pietro Consagra, realizzata nel 1986. Si tratta di una grande scultura di 18 metri realizzata in cemento armato dipinto, commissionata da Antonio Presti allo scultore nel 1986 per commemorare il suo defunto padre. L’opera che si trova sul gretto del torrente Tusa, si compone di due elementi di colori opposti, curve che si librano nell’aria ad alleggerire la propria consistenza e rievocano la natura che lo circonda, l’acqua ed il vento. Tra l’elemento bianco e quello nero, uno spazio di 80 cm praticabile, invita a guardare verso il cielo e riflettere sulla materia che, cerca invano di trasformare il valore spirituale di ogni elemento naturale o essere vivente. Il 2 luglio del 1990 è stata ordinata la demolizione dell’opera per la violazione della legge Galasso in materia di beni ambientali, ma la scultura non verrà distrutta poiché Presti ricorse in appello alla Corte di Messina.
Un’altra opera molto importante è Monumento per un poeta morto dell’artista Tano Festa, realizzata nel 1989. L’opera, conosciuta anche come “La finestra sul mare”, è dedicata al fratello poeta dell’artista, Francesco Lo Savio. Si trova sulla spiaggia di Villa Margi, alla foce del torrente di Santo Stefano Di Camastra. L’opera è caratterizzata da una grande cornice quadrata in cemento armato, alta 18 metri, dipinta di azzurro che inquadra perfettamente il tramonto estivo. il riferimento al cielo è confermato da nuvolette bianche bidimensionali, ricordo dell’innocenza e della serenità che alberga dentro di noi. L’elemento di rottura di questa armonia è un grosso monolite nero, che sfonda lo spazio in senso sagittale e indica il tramonto del sole: chiara allusione all’evento che traumatizzò la sua vita, il suicidio del fratello. Il 25 ottobre 1993 la sentenza pronunciata dalla Corte di Appello di Messina ordina la demolizione della Finestra e la condanna di Prasti: ma ancora una volta tutta la vicenda venne chiusa.
A caratterizzare la storia della Fiumara d’Arte è anche l’opera Una Curva Gettata alle Spalle del Tempo realizzata da Paolo Schiavocampo nel 1988. L’opera presenta un monolite di cemento coperto da fasce di ferro, alto 7 metri e mezzo per 6 metri e mezzo di larghezza ed è stata recentemente restaurata in accordo con l’artista che è come se avesse voluto proteggerla. La parte superiore, come una vela battuta dal vento, indica il movimento: la forma reagisce al passaggio dalla tradizione, indicata dalla direzione della “vela”, che è verso la strada più datata, alla modernità della nuova via provinciale.
Di straordinaria bellezza e chicca della storia della Fiumara d’Arte è il Labirinto di Arianna realizzato da Italo Lanfredini nel 1989: l’opera occupa la cima della collina prospiciente di Castel di Lucio, adattandosi alla sua naturale inclinazione. Si tratta di un percorso obbligato verso il suo centro che, avvolgendosi su sé stesso, crea un labirinto. Questa scultura è capace di affrontare tre tematiche principali: la prima è quella mitologica, si ispira infatti al mito del filo di Arianna che aiutò Teseo a uscire dal labirinto abitato da Minotauro a Creta, evidenziando la fondamentale importanza della figura femminile. La seconda tematica riguarda la procreazione: l’ingresso, infatti, è la stilizzazione di una vagina, dalla quale si accede per la fecondazione, raggiungendo il centro del labirinto, ed una volta formati percorrere il percorso al contrario per la nascita. Al suo centro, il fulcro del terzo tema: è un percorso obbligato, un labirinto concepito per ritrovarsi, non per perdersi, in cui ogni passo diventa un’occasione di meditazione che porta al compimento di un’esperienza, il suo cuore è occupato da un albero di ulivo, simbolo greco di saggezza e sapienza.
E ancora Energia Mediterranea di Antonio Di Palma risalente al 1989 si presenta come un lenzuolo di cemento armato dipinto del colore tanto caro all’artista, il blu acceso. La superficie, lunga 20 metri e alta 5, sottile e rigonfia simula il movimento una vela gonfiata dal vento, ricordando anche quello delle onde. Si tratta di un’opera che mostra con fierezza la sua essenzialità, una distesa di blu che rimanda al ritmo del mare, reso con uno spessore minimo che non impatta col territorio e che anzi richiama le curve del paesaggio circostante.
Opera straordinariamente unica è Stanza di Barca d’oro dell’artista asiatico Hidetoshi Nagasawa, realizzata nel 1989: un’opera mistica che allude all’esperienza precedente la nascita. Una camera ipogea rivestita di lastre metalliche, raggiungibile attraverso un corridoio di 35 metri, è occupata dalla sagoma di una chiglia rovesciata sospesa, ricoperta di foglia d’oro. Il suo albero maestro in marmo rosa, fa anche da pilastro al centro della stanza, come unione di terra e cielo. È completamente isolata dai suoni della natura ed è stata concepita per rimanere chiusa per cento anni, per esistere in questo frattempo solo nell’”energia mentale della memoria”. Fu inaugurata il 24 giugno del 1989, giorno in cui fu anche posta sotto sequestro dalla pretura per abusivismo edilizio, ma ancora una volta il tutto ricadde in prescrizione.
E per finire, è doveroso citare Piramide del 38°parallelo di Mauro Staccioli e realizzata nel 2010. Si tratta di un tetraedro cavo in acciaio corten di 30 metri che domina la costa e le alture: la sua posizione indica il punto in cui l’immaginaria misurazione umana, incontra la materialità grazie a questo landmark che tocca il 38° parallelo. Il materiale scelto interagisce con l’aria ossidandosi, e col calore provoca suoni dovuti alla sua dilatazione e contrazione. Il suo orientamento ad ovest è stato accuratamente studiato affinché ad ogni solstizio, i raggi del sole calante penetrino attraverso una fessura posta alla congiunzione con 2 delle sue facce. Per questa ragione ogni 21 giugno la Piramide è la grande protagonista del “Rito della luce”: tutt’intorno si svolge un festival in cui artisti di ogni disciplina e prevenienti da ogni parte del mondo hanno la possibilità di esibirsi.
La storia della Fiumara d’Arte non è solo il simbolo della cultura e della bellezza, ma è soprattutto l’emblema della continua lotta contro la criminalità.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia.