Tra gli esponenti di maggiore rilievo in Ungheria durante il periodo delle Avanguardie troviamo Lajos Kassák. Egli nacque nel 1887 e fu un attore, giornalista e scrittore ungherese.
Egli scrisse la sua biografia tra il 1928 e il 1932, intitolandola: “La vita di un Lupo“. All’interno di quest’opera, Kassák narrò di questo suo viaggio a Parigi, città in cui arrivò a piedi. Egli viaggiò per il semplice scopo di lasciare, come altri intellettuali, la sua terra natia e giungere nella capitale francese. Lajos Kassák riuscì a raggiungere tale luogo in quanto faceva parte del movimento operaio, ragion per cui venne aiutato dai vari centri, costituiti proprio allo scopo di dare sostegno ai vari operai. All’interno dell’opera, Kassák raccontò della sua delusione verso la città dell’amore, Parigi; infatti, nella sua autobiografia, egli affermò di volerla lasciare.
Lajos Kassák, in realtà, vi si era recato non solo per visitarla, ma per migliorare le sue condizioni di vita, dal momento in cui l’Ungheria viveva in estrema povertà. Nel 1915, Kassák scrisse l’epopea della Maschera di Wagner, opera realizzata nel periodo di maggiore tensione del primo conflitto mondiale. Egli non appoggiava la guerra, ma non poteva mostrare questo suo antimilitarismo; ciò era plausibile, trovandosi in un periodo molto particolare, in cui molti uomini volevano la guerra. Già nel 1915, all’interno sue opere (come per quelle di Ungheretti e di molti altri poeti francesi), Kassák rappresenta la guerra con immagini molto forti, con cui sottolinea la tragedia umana dei soldati nelle trincee.
Una delle sue poesie principali è “Alla Gioia“. All’interno di quest’opera, già a partire dalla prima strofa, ci sono delle immagini molto particolari; vengono descritte città ormai lacerate, in cui l’unico odore che si sente è quello dei cadaveri. A partire dalla seconda strofa, troviamo inserite delle figure lavorative del tempo, come fabbri, giardinieri e piloti, o addirittura vendemmiatori dello champagne. Vi sono inoltre dei riferimenti storici, come ad esempio il 1905 di San Pietroburgo.
Lajos Kassák afferma che la natura, in tutte le poesie di guerra, è un qualcosa che può consolare un umano; inoltre, dice che chi si limita ad osservare ciò che accade è in realtà indifferente.
Un’altra poesia di Kassák è “Luna“, in cui si legge della luna che discute con una nuvola. In questo caso, viene fatto riferimento alle condizioni dei soldati in guerra. All’interno della poesia viene descritta l’immagine di un soldato che vaga nel campo delle trincee, che raccoglie i corpi morti e gli affetti personali in modo da poterli restituire ai propri cari al ritorno. Il soldato vaga interrottamente, fino a che non ritrova il cadavere di suo fratello. Si nota dunque la descrizione di una natura abbastanza ostile nei confronti della guerra.
Tuttavia, questo componimento, nonostante faccia riferimento alla prima guerra mondiale, ha anche alcune immagini tipiche (e predominanti) del Romanticismo.
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