Negli ultimi anni è stata data sempre più attenzione alla sostenibilità in vari campi. L’impegno per la protezione dell’ambiente affinché l’uso delle risorse da parte dell’attuale generazione non pregiudichi il benessere delle prossime passa anche attraverso l’architettura sostenibile e i nuovi materiali ecologici che stanno cambiando il design del futuro.
Cos’è l’architettura sostenibile?
Innanzitutto, si ritiene che l’architettura sostenibile o architettura bioecologica si sia sviluppata negli anni Settanta in Germania. Questo tipo di architettura si basa su alcuni presupposti: le risorse del pianeta non sono illimitate, l’uso delle risorse non rinnovabili deve essere limitato e se possibile eliminato, l’uso delle risorse rinnovabili non deve superare il loro tasso di rigenerazione. L’architettura sostenibile quindi si propone di soddisfare le esigenze dei committenti riducendo l’impatto ambientale in termini di materiali e tecniche di costruzione utilizzate ed anche in termini estetici. Tra le altre cose, un’architettura sostenibile deve anche tenere in conto il ciclo di vita degli edifici includendo lo smaltimento dei materiali. Inoltre, esistono dei protocolli riconosciuti a livello internazionale che permettono di valutare la sostenibilità degli edifici. Uno di questi è la certificazione BREEAM (acronimo di Building Research Establishment Environmental Assessment Method), istituita nel Regno Unito che giudica la sostenibilità in base alle soluzioni adottate in vari ambiti: uso dell’energia e dell’acqua, inquinamento, trasporti, materiali e rifiuti.
Architettura sostenibile: i materiali usati
Proprio i materiali impiegati costituiscono un punto fondamentale per l’architettura sostenibile. Si cerca di costruire con materiali che possano essere facilmente recuperati, riutilizzati e smaltiti. Tra i materiali di origine naturale più usati nell’architettura sostenibile c’è il legno, ritenuto adatto alla costruzione per la sua flessibilità e versatilità. Da non sottovalutare anche il sughero, di cui è stata sottolineata l’utilità in quanto offre isolamento termico ed acustico. Inaspettatamente, anche la canapa si può usare nell’ambito dell’architettura sostenibile. Essa infatti unita ad acqua e calce e sottoposta ad un processo chiamato “mineralizzazione naturale”, diventa un biocomposto rigido e leggero che è un buon isolante termico e acustico ed è resistente a fuoco, e muffe. In più è un materiale riciclabile in quanto nel momento in cui non serve più può essere frantumato e riutilizzato. Grazie ad uno studio dell’Università Tecnologica Nanyang di Singapore si sta sperimentando anche l’uso del biocemento, realizzato con materiali di scarto e fanghi di carburo. Questo materiale può essere una valida alternativa in quanto sembra che la sua produzione provochi emissioni di carbonio minori rispetto al cemento utilizzato di solito. Anche il bambù è utilizzato sempre più spesso nell’architettura sostenibile in quanto, nonostante sia leggero, è versatile e resistente nel tempo. È il materiale scelto per colonne e travi. Incredibilmente, è stato trovato il modo di utilizzare persino le balle di paglia in quanto sembra che questo materiale offra un buon isolamento e possa sopportare le scosse sismiche. Un altro valido alleato dell’architettura sostenibile è il vetro delle cosiddette “vetrate intelligenti”, che passa dall’essere trasparente ad opaco per massimizzare la luce solare in arrivo garantendo un risparmio energetico. Inoltre, esiste un cemento prodotto aggiungendo la cenere vulcanica alla miscela. Ciò rende il materiale più resistente sfruttando una sostanza solitamente considerata uno scarto. Ultimo ma non meno importante per l’architettura sostenibile tra i nuovi materiali ecologici è l’acciaio riciclato che può avere una molteplicità di applicazioni.
Qualche esempio di architettura sostenibile
Alcuni esempi di architettura sostenibile sono: il Bosco Verticale a Milano, The Crystal a Londra e la Pearl River Tower in Cina.
Fonte immagine in evidenza all’articolo L’ architettura sostenibile: Pixabay