Le Confessioni di Sant’Agostino, analisi e riflessioni sull’opera
“Noli foras ire. Intus redi: in interiore homine habitat veritas”, ossia: “non uscire da te stesso, rientra in te: nell’interiorità/nell’intimo dell’uomo risiede la verità”. L’espressione, tratta da Le Confessioni di Sant’Agostino di Sant’Agostino, opera in tredici libri e composta tra il 397-400 d.C., è significativa per comprendere un aspetto molto importante dell’insegnamento di uno dei Padri della Chiesa. L’opera è certamente da inserire nel genere dell’autobiografia, un procedimento assai raro per l’epoca.
Eppure Sant’Agostino, partendo dalla consapevolezza del suo peccato, scioglie i nodi delle sue “catene” per arrivare alla piena vicinanza di Dio attraverso una profonda analisi introspettiva: “Voglio ricordare le passate brutture e le devastazioni inflitte dalla carne all’anima: non perché io le ami ma per amare te, Dio mio. È per amore del tuo amore che lo faccio, e ripercorro le vie della mia infamia nell’amarezza di questa rimemorazione: perché tu possa addolcirmela, dolcezza senza inganno, tu felice dolcezza senza angosce.
Che mi raccogli dalla dispersione e ricomponi i mille pezzi in cui mi sono frantumato, quando volgendo le spalle all’uno – a te – sono svanito nel molteplice. Vi fu un tempo, l’adolescenza, in cui bruciavo dalla voglia di provare le cose più basse, e fino in fondo: e mi lasciai pullulare una selva di ombrosi amori, e la mia bella forma ne fu devastata e qualcosa marcì dentro di me ai tuoi occhi, mentre a me stesso piacevo e volevo piacere agli occhi degli uomini ”. (Conf. 2,1-2)
Dalla lettura de Le Confessioni di Sant’Agostino si rintracciano non solo i segni della sua conversione. L’opera è un exemplum dell’itinerario dell’uomo alla ricerca di Dio e della verità. È uno studio dell’Io, dell’uomo, della persona.
Per cui l’uomo, scavando a fondo, impara a conoscersi e a riconoscere i segni del bene, sicchè il male non è il contrario del bene, ma una sorta di grado zero del bene, il luogo in cui lo stesso non si completa. In questo modo l’individuo giunge alla pace, alla verità, a Dio. Inoltre la vicinanza con la filosofia platonica è evidente. Difatti Dio sembra essere il sole che illumina la vista per dare la conoscenza e raccoglie in sé la molteplicità, essendo l’Uno.
Sicuramente nella letteratura pagana non mancano letture introspettive, come il “conosci te stesso” oraziano, le Metamorfosi di Apuleio, che pure rappresentano la conversione del Madaurense ai misteri della dea Iside. Inoltre lo stesso Anneo Seneca è da contrapporsi alla figura del santo (άγιος , hagios). Difatti il saggio stoico completamente immerso nella vita contemplativa, nell’otium, lascia che la sua vita percorra le vie spinose per giungere alla virtus. Tuttavia bisogna domandarsi che tipo di insegnamento possono dare oggi le Confessiones.
Le Confessioni di Sant’Agostino e la “legge del peccato”
Le Confessioni di Sant’Agostino, tra i volumi preferiti di Francesco Petrarca, sono un percorso che nasce dalla consapevolezza del peccato. Il santo, dialogando con se stesso e con Dio, si muove quasi verticalmente per espiare il male e purificarsi. La via intrapresa tende tutta alla redenzione, ma per fare questo è necessario prima riconoscersi nella “legge del peccato”.
Ad esempio San Paolo nella lettera ai Romani scriveva: “Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. […] Io, dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne la legge del peccato”.
La lettura de La Confessioni di Sant’Agostino è efficace e moderna probabilmente per un motivo. È necessario fare una distinzione tra “attività introspettiva” e “solipsismo”. La centralità dell’io non deve essere “assoluta”, ma pura riflessione che si scarnifica del non necessario.
Ecco che al di là della finalità religiosa dell’opera, scendere così profondamente nell’io, entrare in contatto con se stessi è la chiave per affrontare la realtà e arrivare ad una propria verità. È questa la lezione di Sant’Agostino che si può attuare ancora oggi, conoscere se stessi e condurre un cammino di piena accettazione e superamento di ciò che costituisce un “male”.
Così come il dolore, ciò che viene definito una devianza, la lascivia, il peccato non devono essere accantonati per non provare vergogna. Sant’Agostino parte da quella vergogna e la supera per arrivare a Dio.
Scriveva l’autore delle Confessiones: “Si fallor, sum”, ossia: “se m’inganno, esisto”. Questo significa che nel dubbio, in ciò che non si può dare con assoluta certezza, potrebbe esserci la certezza dell’esistere.
Chi era Sant’Agostino?
Sant’Agostino, noto anche come Agostino d’Ippona, è stato un filosofo, teologo e scrittore cristiano del IV secolo. Egli è stato uno dei più importanti pensatori cristiani della storia e una delle figure chiave della chiesa cattolica.
Agostino nacque in Tagaste, in Algeria, nel 354 d.C. e crebbe in un ambiente pagano, ma si convertì al cristianesimo all’età di 30 anni. Dopo la sua conversione, Agostino si dedicò allo studio della teologia e della filosofia, e divenne un importante leader della chiesa cristiana.
Agostino è stato anche un importante teologo e ha scritto molte opere di teologia, tra cui “La Città di Dio” e “La Trinità”, che sono considerate tra le opere più importanti della teologia cristiana.
Egli ha anche scritto molti scritti contro le eresie dell’epoca, in particolare quelle Manichee e Arianiste, che sono state molto diffuse.
Agostino è stato anche un importante pensatore politico e ha scritto molte opere sulla natura dello stato e sui rapporti tra la chiesa e lo stato. Egli ha anche scritto molte opere sulla morale e sulla vita cristiana, tra cui “La regola dei monaci” e “La verità della fede”.
Caratteristiche principali della filosofia agostiniana
La filosofia agostiniana, sviluppata da Sant’Agostino, è una corrente filosofica cristiana che ha avuto un impatto significativo sulla teologia e sulla filosofia occidentale. Tra le caratteristiche principali della filosofia agostiniana possiamo elencare:
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L’enfasi sulla fede e sull’esperienza personale: per Agostino, la fede è la chiave per comprendere la verità su Dio e sulla realtà. Egli ha sostenuto che la conoscenza di Dio non può essere raggiunta solo attraverso la ragione, ma anche attraverso l’esperienza personale e la fede.
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Il concetto di Dio come causa prima: Agostino sostiene che Dio è la causa prima e l’origine di tutto ciò che esiste. Egli ha sostenuto che Dio è l’unica fonte di verità e che tutte le cose sono create da Lui e dipendono da Lui per la loro esistenza.
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Il concetto di libero arbitrio: Agostino sostiene che l’uomo ha la libertà di scegliere tra il bene e il male. Egli ha sostenuto che la libertà umana è un dono di Dio e che l’uomo è responsabile delle sue azioni.
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Il concetto di peccato originale: Agostino sostiene che l’uomo è caduto in peccato originale attraverso la disobbedienza di Adamo ed Eva, causando la rottura della relazione tra Dio e l’umanità e introducendo il male nel mondo.
Che cosa è il male per Agostino?
Per Sant’Agostino, il male è una privazione del bene e non una sostanza in sé. Egli sostiene che Dio è il principio del bene e che tutto ciò che esiste è stato creato da Dio e quindi è buono. Il male è quindi la mancanza o la privazione di qualcosa che dovrebbe essere presente. Agostino sostiene che l’origine del male è l’uomo e la sua libertà di scelta, in particolare la scelta del peccato.
Per Agostino, il peccato originale è l’origine del male nel mondo. Egli sostiene che Adamo ed Eva, nella loro disobbedienza a Dio, hanno causato una rottura nella relazione tra Dio e l’umanità, portando alla caduta dell’umanità e all’introduzione del male nel mondo. Il peccato originale ha anche causato la morte e la sofferenza nella creazione, e ha reso gli esseri umani inclini al peccato.
Come abbiamo visto ne La Confessioni di Sant’Agostino il male è quindi il risultato della libertà umana, in particolare la libertà di scegliere il peccato e di allontanarsi da Dio. Egli sostiene che la salvezza è possibile solo attraverso la grazia di Dio e la fede in Gesù Cristo.
In sintesi, per Sant’Agostino, il male è una privazione del bene, non una sostanza in sé e si origina dall’uomo e dalla sua libertà di scelta,
Confronto tra San Tommaso e Sant‘Agostino
San Tommaso d’Aquino e Sant’Agostino sono entrambi importanti pensatori cristiani nella storia della teologia e della filosofia. Entrambi hanno lasciato un’eredità duratura nella chiesa cattolica e hanno avuto un impatto significativo sulla formazione della dottrina cristiana. Tuttavia, ci sono alcune differenze fondamentali tra le loro prospettive teologiche e filosofiche.
Una delle principali differenze tra i due è che San Tommaso era un tomista, un seguace della filosofia aristotelica, mentre Sant’Agostino era un seguace della filosofia Platone. Questo ha portato a differenze nella loro comprensione della natura della realtà e della relazione tra Dio e il mondo. Ad esempio, San Tommaso ha sostenuto che la realtà è composta da sostanze individuali che esistono indipendentemente l’una dall’altra, mentre ne Le Confessioni di Sant’Agostino ha sostenuto che tutte le cose sono create da Dio e dipendono da Lui per la loro esistenza.
Inoltre, San Tommaso ha sviluppato una visione della relazione tra fede e ragione che ha influenzato la visione della chiesa cattolica, mentre Sant’Agostino ha sviluppato una visione più emotiva e personale della fede.
Un’altra differenza è nella loro comprensione della natura umana e del peccato originale, San Tommaso ha sostenuto che l’uomo ha una natura incline al bene e al male, mentre Sant’Agostino ha sostenuto che l’uomo è stato creato perfetto ma ha poi scelto il peccato originale causando la caduta dell’umanità.
Immagine per l’articolo su La Confessioni di Sant’Agostino: Wikipedia