Le cosmologie religiose: come è nato l’universo secondo le principali religioni?
L’origine dell’universo e il significato della sua esistenza rappresentano uno dei quesiti più profondi e universali che l’essere umano si sia mai posto. Diverse civiltà, attraverso miti e narrazioni sacre, hanno cercato di dare una risposta a questa domanda, spesso in modi influenzati dal contesto culturale, sociale e geografico. Queste cosmologie religiose offrono una visione del mondo unica, basata su un sistema di valori che, oltre a rispondere a un interrogativo esistenziale, definisce il ruolo dell’essere umano e il suo rapporto con il divino.
Dall’Antico Egitto alla Mesopotamia, dalla complessa mitologia azteca e dei maya alla ciclicità cosmica dell’Induismo, fino alle concezioni monoteistiche del Cristianesimo e dell’Islam e alla visione non teistica del Buddismo, ogni tradizione religiosa elabora una propria narrazione sull’origine dell’universo. Sebbene ciascuna di queste visioni sia caratterizzata da particolari elementi simbolici, tutte condividono la funzione di descrivere non solo il “come” dell’esistenza, ma anche il “perché”, collegando l’ordine naturale a un disegno cosmico e spirituale.
Questo viaggio attraverso le cosmologie delle principali religioni non vuole solo esplorare le narrazioni sulla creazione, ma anche comprendere come ciascuna visione rifletta valori profondi e inesauribili fonti di ispirazione per i popoli che le hanno tramandate. Ogni cosmologia, infatti, non risponde soltanto alla domanda sull’origine fisica dell’universo, ma diventa un punto di riferimento morale e culturale, capace di influenzare la concezione della vita, della morte e dell’esistenza stessa.
Come è nato l’universo secondo l’Antico Egitto
L’Antico Egitto sviluppò una cosmologia strettamente legata ai cicli naturali e al concetto di Ma’at, ovvero l’ordine cosmico che regola l’universo. Secondo la visione egizia, l’universo nasceva dal caos primordiale, il Nun, un mare senza forma, simbolo dell’indefinito. La divinità creatrice Atum-Ra, simbolo del sole, emergendo dal Nun, creò se stesso e, successivamente, il cielo e la terra. In una delle versioni del mito, Atum-Ra, per creare la terra, si masturba, dando origine a Shu (l’aria) e Tefnut (l’umidità), che a loro volta generano Geb (la terra) e Nut (il cielo). Da questa separazione fra cielo e terra nasce l’ordine del cosmo.
Nel contesto egizio, la creazione è vista come un atto di restaurazione dell’ordine su un caos primordiale. Questo processo di separazione e ordinamento è centrale anche nel simbolismo delle stagioni, del fiume Nilo e delle inondazioni annuali, che rinnovano la vita e l’ordine ogni anno..
Come è nato l’universo secondo la mitologia azteca
La mitologia azteca presenta un universo stratificato e ciclico, governato dalle forze divine. L’universo azteco è formato da una serie di mondi successivi, ognuno dei quali viene distrutto e ricreato da eventi catastrofici. La creazione, secondo il mito, avviene per mezzo di sacrifici divini. Il dio Quetzalcoatl, in particolare, crea l’uomo dal sangue degli dèi e dalle ossa degli esseri precedenti, dando vita a una nuova era del mondo. La distruzione e la creazione del mondo sono cicliche, con il sacrificio che mantiene l’ordine cosmico e garantisce la sopravvivenza del cosmo stesso.
Come è nato l’universo secondo la cosmologia mesopotamica
La visione cosmogonica mesopotamica, che proviene principalmente dalle culture babilonese e assira, è altrettanto legata a un conflitto tra forze opposte. Secondo il mito della creazione babilonese, noto come Enuma Elish, l’universo nasce dal conflitto tra il dio del caos Tiamat, una divinità marina, e il dio dell’ordine Marduk. Tiamat, rappresentante delle acque salate, e Apsu, il dio delle acque dolci, costituiscono la materia primordiale. La morte di Tiamat ad opera di Marduk porta alla formazione del cielo e della terra: il suo corpo è diviso e trasformato in elementi del cosmo, come il cielo e la terra stessa. Il mito mesopotamico sottolinea l’idea che l’universo sia il risultato di una lotta tra ordine e caos, in cui il trionfo dell’ordine divino porta alla creazione di un cosmo abitabile e ordinato.
Come è nato l’universo secondo la cosmologia maya
La cosmologia maya descrive un universo ciclico, con creazioni e distruzioni successive. Nel Popol Vuh, uno dei testi sacri dei Maya, si racconta che all’inizio esisteva solo il vuoto e l’oscurità, da cui gli dèi crearono il cielo e la terra. Inizialmente, tentarono di creare esseri capaci di parlare e lodarli, ma i primi tentativi fallirono. Dopo diversi tentativi, gli dèi crearono finalmente l’umanità, modellando i primi uomini con mais, alimento sacro per i Maya. Il cosmo maya era costituito da tre livelli principali: il cielo, la terra e gli inferi, popolati da divinità e forze soprannaturali. Ogni elemento naturale, come i fiumi e le montagne, era animato da uno spirito, e l’ordine cosmico era mantenuto attraverso riti e sacrifici. Il tempo era concepito come ciclico, con ere cosmiche che si succedevano e rinnovavano costantemente.
Come è nato l’universo secondo la cosmologia cinese
La cosmologia cinese si basa su una visione ciclica e duale dell’universo, influenzata dal pensiero taoista e dal concetto di yin e yang. Secondo la tradizione, all’inizio esisteva un caos primordiale, da cui si formò Pangu, un gigante cosmico. Quando Pangu morì, il suo corpo si trasformò negli elementi dell’universo: il suo respiro divenne il vento, i suoi occhi il sole e la luna, e le sue ossa le montagne. Questa cosmologia pone al centro la ricerca di armonia e equilibrio tra le forze opposte di yin e yang, presenti in ogni aspetto della natura. Le divinità, gli antenati e gli elementi naturali erano venerati e ritenuti fondamentali per mantenere l’ordine cosmico, con il ciclo naturale di nascita e trasformazione che rifletteva l’equilibrio dell’intero universo.
Come è nato l’universo secondo la cosmologia greca
La cosmologia greca, espressa nella Teogonia di Esiodo, descrive l’origine del cosmo attraverso una sequenza di generazioni divine e conflitti. All’inizio esisteva solo il Caos, una voragine primordiale da cui scaturirono le prime divinità: Gaia (la Terra), Tartaro (gli Inferi) e Eros (l’Amore). Gaia generò Urano (il Cielo) e, unendosi a lui, diede vita ai Titani, ai Ciclopi e agli Ecatonchiri. Tuttavia, Urano imprigionò i propri figli, finché Crono, uno dei Titani, si ribellò e spodestò il padre.
Divenuto sovrano, Crono divorò i suoi figli per timore di essere detronizzato, ma Rea riuscì a salvare il più giovane, Zeus. Cresciuto, Zeus liberò i suoi fratelli e ingaggiò una guerra titanica, la Titanomachia, contro Crono e i Titani. Alla vittoria, Zeus instaurò l’ordine cosmico, assegnando a sé il cielo, a Poseidone il mare e ad Ade gli inferi.
Tra le cosmologie religiose questa rappresenta non solo l’ordine dell’universo, ma anche valori morali: Zeus incarna la giustizia e l’equilibrio, mentre il Fato governa la vita di dèi e uomini, stabilendo il destino e l’armonia cosmica. L’universo greco è quindi un equilibrio tra ordine e caos, sancito da leggi divine.
Come è nato l’universo secondo l’Induismo
L’Induismo e la cosmologia indiana offrono una delle visioni più complesse e filosoficamente ricche sulla creazione dell’universo. Secondo il Rig Veda, uno dei testi più antichi e sacri, all’inizio esisteva solo l’oscurità primordiale, e il cosmo emerge attraverso il sacrificio divino di Purusha, l’essere cosmico primordiale. Purusha, sacrificato dagli dèi, diventa la fonte di ogni elemento dell’universo: dalla sua mente derivano i cieli, dai suoi occhi il sole, dalle sue braccia l’atmosfera e così via. Questo atto di sacrificio, che crea il cosmo dal corpo divino, rappresenta non solo la creazione, ma anche il perpetuarsi dell’universo attraverso un ciclo infinito di nascita e distruzione.
In aggiunta a questa visione, l’Induismo crede che l’universo sia ciclico, senza un inizio o una fine definitivi. Ogni ciclo cosmico, o kalpa, è suddiviso in quattro ere: Satya Yuga, Treta Yuga, Dvapara Yuga e Kali Yuga. Al termine di ogni ciclo, l’universo viene distrutto attraverso una grande distruzione (Pralaya), per poi rinascere in un nuovo ciclo. Questo concetto di ripetizione ciclica è al cuore della cosmologia induista, in cui la creazione è vista come un perpetuo alternarsi di ordine e caos, rinnovato da Brahma, il dio creatore, e mantenuto da Vishnu, il dio della conservazione, e distrutto infine da Shiva, il dio della distruzione.
Come è nato l’universo secondo il Cristianesimo
Nel Cristianesimo, la creazione dell’universo è descritta nella Bibbia, nel primo capitolo della Genesi, come un atto volontario di Dio. In questo racconto, Dio crea l’universo in sei giorni. Il primo giorno, separa la luce dalle tenebre; il secondo, separa le acque creando il cielo; il terzo, raccoglie le acque sotto il cielo per formare i mari, mentre la terra emersa porta la vegetazione. Il quarto giorno, crea il sole, la luna e le stelle per separare il giorno dalla notte. Il quinto e il sesto giorno vedono la creazione degli esseri viventi, e infine, l’uomo, creato a immagine di Dio.
Come è nato l’universo secondo l’Islam
L’Islam, simile al Cristianesimo, sostiene una visione monoteista della creazione. Secondo il Corano, Allah ha creato il cielo e la terra in sei periodi (non giorni letterali, ma fasi o epoche). La creazione è un atto della volontà divina, in cui Allah, da un inizio eterno e senza precedenti, ha dato forma e ordine al cosmo. La creazione del cielo, della terra e di ogni cosa nell’universo è fatta con un preciso scopo divino: tutto è stato creato per servire a Allah e per manifestare la Sua grandezza.
Come è nato l’universo secondo il Buddismo
Nel Buddismo, la cosmologia non si concentra su un creatore divino o su un’origine univoca dell’universo, ma piuttosto su un ciclo infinito di creazione e distruzione. L’universo viene visto come un flusso continuo, regolato dalla legge del karma, che determina la nascita e la distruzione dei mondi e degli esseri senzienti. Il Buddismo descrive molteplici universi, con ogni mondo soggetto a un ciclo di nascita, maturazione, declino e disintegrazione. La cosmologia buddista non attribuisce la creazione a una divinità suprema, ma sottolinea l’interdipendenza di tutti gli elementi cosmici e l’importanza dell’azione morale (karma) nella perpetuazione dell’universo.
FAQ sulle cosmologie religiose
- Che cos’è la cosmologia religiosa?
La cosmologia religiosa è lo studio di come le diverse religioni interpretano l’origine, la struttura e lo scopo dell’universo. Le tradizioni religiose utilizzano miti, racconti sacri e insegnamenti per spiegare la creazione del mondo, la natura del cosmo e il ruolo dell’uomo. - Cosa studia la cosmologia?
La cosmologia studia l’universo nella sua interezza, comprendendo le sue origini, l’evoluzione, la struttura e le leggi fondamentali che lo regolano. Mentre la cosmologia scientifica si concentra su teorie come il Big Bang, la cosmologia religiosa si occupa delle interpretazioni mitologiche e spirituali. - Cosa si intende per visione cosmologica?
La visione cosmologica si riferisce alla concezione generale dell’universo e del suo funzionamento, in termini di struttura, origine e significato. In ambito religioso, la visione delle cosmologie religiose coinvolge le credenze spirituali su come l’universo è nato e sul rapporto tra il mondo materiale e il divino. - Come si è formato l’universo secondo la religione?
Le diverse religioni propongono narrazioni uniche sulla creazione dell’universo. Per esempio, nel Cristianesimo e nell’Islam, Dio ha creato l’universo per mezzo della Sua parola e volontà, mentre nelle religioni orientali, come l’Induismo e il Buddismo, l’universo è visto come ciclico, senza un inizio o una fine, emergendo e riassorbendosi continuamente.
Fonte immagine per l’articolo sulle cosmologie religiose: Pixabay