Le dodici fatiche di Ercole: il mito dell’eroe
Eracle, o Ercole per i romani, evoca immediatamente l’idea della forza fisica, dell’eroe possente per antonomasia. L’iconografia greca e romana, infatti, ne sottolinea gli attributi distintivi: la clava e la pelle del leone di Nemea. Le sue origini, tuttavia, sono avvolte in un alone di mistero e contraddizione, oscillando tra tradizioni che lo annoverano tra gli dei e altre che lo relegano al rango di eroe. Questa *ambiguità* sulla sua natura non è un semplice dettaglio, ma il fulcro della sua grandezza. La dualità di Ercole, infatti, permetteva agli uomini di identificarsi con lui, di immedesimarsi nelle sue gesta eroiche e, al contempo, di elevarsi, attraverso la ripetizione simbolica delle sue imprese, verso la sfera rigenerante del divino. In Elena, Elena, amore mio, Luciano De Crescenzo dipinge un ritratto vivido e ironico dell’eroe: «*Figlio di Zeus e di Alcmena*. La sua nascita fu avventurosa…».
Alcmena, nota per la sua fedeltà al marito Anfitrione, re di Tirinto, aveva catturato l’attenzione di Zeus. Il padre degli dei, incapace di resistere al fascino della donna, decise di ricorrere a un inganno per conquistarla. Assunte le sembianze di Anfitrione, Zeus riuscì a unirsi ad Alcmena, fermando il tempo – il Sole, la Luna e le Ore – per prolungare il loro incontro. Da questa unione nacque Ercole, un semidio dotato di una forza straordinaria sin dalla nascita. La gelosia di Era, moglie di Zeus, si manifestò con l’invio di due serpenti per uccidere il neonato, ma il piccolo Ercole, con una forza prodigiosa, li strangolò nella culla.
Chi era Ercole? Origini e natura dell’eroe
La nascita di Ercole fu dunque segnata da un evento straordinario, preludio di una vita eccezionale. Fin da bambino, l’eroe manifestò una forza fuori dal comune, sconfiggendo i serpenti inviati da Era per eliminarlo. Questo episodio, narrato con enfasi dalle fonti antiche, sottolinea la natura eccezionale di Ercole, un essere a metà tra il divino e l’umano.
Il concepimento di Ercole e il desiderio di immortalità
Ercole desiderava ardentemente l’immortalità. Zeus, commosso dal valore del figlio, gliela promise, a patto che egli superasse le dodici fatiche imposte da Euristeo, re di Tirinto e di Micene.
Le prime sei delle dodici fatiche di Ercole
Il ciclo delle dodici fatiche di Ercole, noto in greco come dōdékathlos, si articola in una serie di imprese straordinarie, compiute nell’arco di dodici anni, al servizio di Euristeo.
Il leone di Nemea e l’Idra di Lerna
Le prime due prove consistono nell’uccisione di due creature mostruose. Il leone di Nemea, invulnerabile alle armi, viene immobilizzato in una caverna e strozzato a mani nude da Ercole, che ne indosserà poi la pelle come trofeo. Segue l’Idra di Lerna, un serpente dalle molte teste, di cui una immortale e le altre capaci di ricrescere se tagliate. Ercole, con l’aiuto del fedele Iolao, cauterizza le ferite delle teste recise con tronchi infuocati e schiaccia quella immortale sotto un enorme masso.
La cerva di Cerinea e il cinghiale di Erimanto
La terza e la quarta fatica prevedono la cattura di due animali straordinari: la cerva di Cerinea, sacra ad Artemide, con corna e zoccoli d’oro, capace di incantare chiunque la inseguisse, e il feroce cinghiale di Erimanto, terrore dei campi dell’Attica.
Le stalle di Augia e gli uccelli del lago Stinfalo
La quinta impresa consiste nella pulizia delle stalle di Augia, ricolme di letame accumulato in trent’anni. Ercole, con un’ingegnosa deviazione dei fiumi Alfeo e Peneo, le ripulisce in un solo giorno. La sesta fatica vede l’eroe affrontare gli uccelli del lago Stinfalo, creature mostruose con piume, becco e artigli di bronzo, che divorano carne umana e scagliano le proprie penne come dardi. Ercole li stordisce con sonagli di bronzo donatigli da Atena e li annienta con frecce avvelenate nel sangue dell’Idra.
Le ultime sei delle dodici fatiche di Ercole
Le successive sei fatiche si svolgono in luoghi remoti e coinvolgono creature e personaggi altrettanto straordinari.
Il toro di Creta e le cavalle di Diomede
La settima fatica prevede la cattura del toro di Creta, che semina terrore sull’isola. Ercole lo cattura con una rete da lui stesso costruita e lo consegna vivo a Minosse. L’ottava impresa consiste nel rapimento delle cavalle di Diomede, in Tracia, nutrite con carne umana. Ercole uccide Diomede e lo dà in pasto alle sue stesse cavalle, che poi riesce a domare.
La cintura di Ippolita e i buoi di Gerione
La nona fatica vede Ercole impegnato nella conquista della cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni, richiesta da Admeta, figlia di Euristeo. L’oggetto, dono del dio Ares, conferisce a chi lo indossa una forza straordinaria. Ercole, accompagnato da altri eroi, tra cui Teseo, affronta le Amazzoni in battaglia, aizzate contro di lui da Era, e riesce a impossessarsi della cintura. La decima fatica è il rapimento dei buoi di Gerione, mostro con tre corpi e sei braccia, i cui armenti sono custoditi ai confini del mondo conosciuto. Ercole raggiunge il luogo a bordo del carro del Sole e, nel suo viaggio, separa due monti, creando le famose “colonne d’Ercole”, identificate con lo stretto di Gibilterra.
Le mele d’oro delle Esperidi e Cerbero, guardiano degli Inferi
L’undicesima fatica consiste nel recupero delle preziose mele d’oro custodite nel giardino delle Esperidi. Ercole, con astuzia, convince Atlante a recuperarle al suo posto. L’ultima e più ardua impresa è la cattura di Cerbero, il cane a tre teste guardiano degli Inferi. Ercole discende nell’Ade, affronta il terribile cane e, dopo averlo domato con la sola forza delle sue mani, lo conduce vivo a Micene, per poi riportarlo nel regno dei morti, in rispetto a un patto stretto con Ade e Persefone, sovrani degli inferi. Per farlo, attraversa i fiumi infernali: Acheronte, Stige, Flegetonte, Cocito e Lete.
Il significato delle dodici fatiche di Ercole: un simbolo di virtù
Euristeo, colpito dal coraggio e dalla determinazione di Ercole, lo libera infine dalla sua prigionia. Ercole emerge come un eroe benefico, un tramite tra il mondo degli dei e quello degli uomini. Le sue imprese, simboli di un percorso iniziatico, rappresentano le vittorie sulla morte, il trionfo dell’anima che si libera dalle catene del corpo e aspira all’apoteosi. Non a caso, durante il primo Umanesimo e poi nel Rinascimento, Ercole divenne l’emblema dell’uomo che, con la forza delle proprie virtù, sconfigge il destino e conquista l’eternità.
Lista completa delle dodici fatiche di Ercole
Ecco un elenco puntato e dettagliato delle dodici fatiche di Ercole:
- Uccidere il leone di Nemea, invulnerabile alle armi, e portarne la pelle come trofeo.
- Uccidere l’Idra di Lerna, mostro a nove teste, di cui una immortale, con l’aiuto di Iolao.
- Catturare la cerva di Cerinea, sacra ad Artemide, dalle corna d’oro e dagli zoccoli di bronzo.
- Catturare vivo il cinghiale di Erimanto e portarlo a Micene.
- Pulire in un solo giorno le stalle di Augia, deviando il corso dei fiumi Alfeo e Peneo.
- Disperdere gli uccelli del lago Stinfalo, con l’aiuto dei sonagli di bronzo donati da Atena.
- Catturare il toro di Creta, dono di Poseidone a Minosse, e portarlo a Micene.
- Rubare le cavalle di Diomede, re dei Bistoni, in Tracia, e darle in pasto al loro stesso padrone.
- Impossessarsi della cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni, con l’aiuto di Teseo.
- Rubare i buoi di Gerione, mostro tricefalo, dall’isola di Erizia, ai confini del mondo.
- Cogliere le mele d’oro dal giardino delle Esperidi, con l’aiuto di Atlante.
- Portare vivo a Micene Cerbero, il cane a tre teste guardiano degli Inferi, dopo aver stretto un patto con Ade e Persefone.
Le dodici fatiche di Ercole al cinema
Le dodici fatiche di Ercole hanno ispirato numerose trasposizioni cinematografiche, soprattutto nel genere peplum, che ebbe grande successo in Italia tra gli anni ’50 e ’60. Uno dei film più celebri è “Le fatiche di Ercole” (1958), diretto da Pietro Francisci e interpretato dal culturista americano Steve Reeves. In questa pellicola, considerata il capostipite del genere, Ercole affronta molte delle sue celebri imprese, seppur in una narrazione che si prende diverse libertà rispetto al mito originale. Il successo del film fu enorme, e lanciò la moda dei film mitologici in Italia, dando vita a un vero e proprio filone. Sempre Pietro Francisci, l’anno successivo, diresse Steve Reeves in “Ercole e la regina di Lidia” (1959), dove l’eroe, pur non affrontando esplicitamente le dodici fatiche, vive avventure ispirate al mito.
Un altro film degno di nota è “Ercole al centro della Terra” (1961), diretto da Mario Bava e interpretato da Reg Park, un altro culturista britannico. Anche in questo caso, le dodici fatiche non sono il fulcro della trama, ma il film presenta diverse scene spettacolari che richiamano le imprese dell’eroe, come la lotta contro un mostro di roccia, che può essere vista come un riferimento al leone di Nemea, o la discesa agli Inferi, che ricorda l’ultima fatica di Ercole, la cattura di Cerbero. Nel 1964 esce “Ercole contro i figli del sole”, diretto da Alvaro Mancori e con protagonista Mark Forest, un altro kolossal che pur non rappresentando fedelmente le dodici fatiche, si ispira comunque alle gesta dell’eroe mitologico.
Oltre ai film italiani, le dodici fatiche di Ercole sono state trattate anche in altre produzioni internazionali. La serie televisiva “Hercules: The Legendary Journeys” (1995-1999), con Kevin Sorbo nel ruolo di Ercole, pur discostandosi notevolmente dal mito classico, ha dedicato diversi episodi alle imprese dell’eroe, rielaborandole in chiave moderna e avventurosa.
In conclusione, le dodici fatiche di Ercole, con il loro straordinario carico simbolico e la loro spettacolarità, continuano a esercitare un fascino irresistibile, ispirando registi e sceneggiatori di tutto il mondo. Esse rappresentano non solo un’avvincente serie di avventure, ma anche un percorso di crescita interiore e di conquista della virtù, un messaggio universale che trascende i secoli e le culture. La morte di Ercole, infine, causata dal tradimento del centauro Nesso, è un ulteriore spunto narrativo che arricchisce il mito dell’eroe, aggiungendo una dimensione tragica e umana alla sua figura leggendaria.
Fonte della foto per le dodici fatiche di Ercole: Pixabay