Le fotografie più iconiche di Diane Arbus: 4 da conoscere

fotografie più iconiche di Diane Arbus

Quali sono le fotografie più iconiche di Diane Arbus?

Diane Arbus è riconosciuta come una delle fotografe più influenti del XX secolo, il cui obbiettivo si è posato spesso su soggetti ai margini della società come freaks facenti parte dei freak show come persone affette da nanismo (il messicano Cha Cha Cha è uno dei suoi soggetti più celebri) o con acromegalia. Nel corso della sua carriera ha lavorato anche per importanti riviste di moda come Harper’s Bazaar e Vogue ma i soggetti che voleva immortalare erano quelli che fossero diversi dal resto della società, per natura o per scelta, e sarà grazie agli insegnamenti di Lisette Model che Arbus riuscirà a vincere la sua timidezza e fotografare davvero ciò che voleva. La sua influenza non è solo presente nella fotografia successiva ma anche nel cinema, in quanto Arbus conobbe un giovane Stanley Kubrick, fotografo alle prime armi, che la omaggiò con il film Shining.

Nata nel 1923 a NewYork da una famiglia di origine russa molto ricca e affluente, fondatrice dei negozi Russek, Diane Nemerov visse un’infanzia privilegiata, in una bolla che non subiva gli effetti della Grande Depressione. A soli 18 anni sposò il marito Allan Arbus, di cui prese il cognome e con cui ebbe due figlie, e insieme iniziarono a lavorare come fotografi. Sarà dopo la separazione da Allan che Arbus potrà esprimere tutta se stessa nella fotografia e abbracciare soggetti diversi, dai nudisti alle persone transgender, non utilizzando mai un occhio voyeuristico ma sempre rispettoso e onestamente curioso. Malata da tempo di depressione, si toglierà la vita nel 1971, lasciando un’eredità artistica che in molti hanno raccolto.

Scopriamo insieme 5 tra le fotografie più iconiche di Diane Arbus:

1. Identical Twins, Roselle, New Jersey (1967)

Una delle immagini più famose di Arbus, Identical Twins è una foto che rappresenta due bambine, sorelle gemelle di circa sette anni, vestite in modo identico. L’unica differenza fra le due è l’espressione sui loro visi: la bambina di sinistra sorride, mentre sua sorella a destra no. I due soggetti guardano direttamente lo spettatore, sfidandolo a riconoscerle come individui distinti e non un’identità unica divisa in due. Fra le fotografie più iconiche di Diane Arbus, questa fu ripresa da Stanley Kubrick nel film Shining del 1980, riprendendo ed esagerando quella tensione che si nota nella fotografia: uno scontro perenne fra l’essere individuo e l’essere parte di una coppia. 

2. Child with a Toy Hand Grenade in Central Park (1962)

Questa fotografia cattura un momento straordinario a Central Park, ritraendo un bambino con una granata giocattolo in mano. L’espressione intensa e la postura tesa del bambino creano un contrasto sorprendente tra l’innocenza dell’infanzia e la rappresentazione della guerra. La frustrazione e lo sguardo arrabbiato del bambino sono stati ottenuti consapevolmente da Arbus, che girò attorno a Colin Wood, il soggetto della foto, in maniera continua al fine di trovare il giusto angolo, portandolo all’esasperazione. Anni più tardi sarà proprio Colin Wood a riconoscere nel suo ritratto non solo una frustrazione del momento ma un qualcosa di più profondo: egli si riconobbe e riconobbe il bambino che stava affrontando il divorzio dei suoi genitori, la sensazione di abbandono e di ricerca di connessione umana ma senza avere a disposizione i mezzi per ottenerla. Wood vide e riconobbe un bambino che voleva esplodere ma non poteva poiché costretto dalle circostanze. Nel suo ritratto vide anche l’autoritratto di Arbus e le sue sensazioni di abbandono e di solitudine. Tutto questo la rende una delle fotografie più iconiche di Diane Arbus.

3. Jewish Giant at Home with His Parents in the Bronx, NY (1970)

In questa fotografia, Arbus si immerge nella vita quotidiana di Eddie Carmel, un ragazzo affetto da gigantismo e acromegalia di origini ebraiche. La foto raffigura Carmel, all’età di 34 anni insieme ai suoi genitori, di statura normale, nella casa nel Bronx dove abitavano. Arrivato all’altezza di più di 220 cm, la sua stazza imponente pone un’importante riflessione sulla normalità e sull’alienazione sociale. Nonostante il suo corpo insolito, Eddie Carmel, come la foto dimostra, aveva una vita familiare, non dissimile da quella di chiunque altro, con due genitori che lo amano. L’immagine invita a esplorare le complessità dell’accettazione sociale e della diversità, spingendo gli osservatori a riflettere sulle sfide che individui fuori dagli schemi tradizionali affrontano nella società. La fotografia di Arbus non mette mai i soggetti a disagio, i quali si trovano sempre in luoghi familiari, ma sta all’osservatore sentirsi a disagio e a prendersi carico delle aspettative sociali riguardo il corpo e il suo aspetto ed è per questo che si tratta di una delle fotografie più iconiche di Diane Arbus.

4. A Young Man in Curlers at Home on West 20th Street, (N.Y.C. 1966)

Questo ritratto, un primo piano, raffigura un giovane con i capelli raccolti in bigodini, sopracciglia sottili e unghie a mandorla mentre tiene una sigaretta nella mano sinistra e guarda direttamente nell’obbiettivo. Si tratta di una delle fotografie più iconiche di Diane Arbus perché forse è quella che più delle altre rappresenta uno specchio di noi come osservatori. Siamo nel 1966, la comunità LGBTQIA+ vive ancora ai margini della società, i moti di Stonewall accadranno solo tre anni dopo e tutto ciò che non rientra nell’ombrello eteronormativo è visto come una minaccia alla sopravvivenza stessa della società. Questa fotografia evidenzia l’alienazione del soggetto, che al tempo fu identificato come travestito (questo è naturalmente un termine non più in uso oggi ma rimane difficile utilizzarne uno più appropriato dato che non sappiamo come si identifichi il soggetto), e l’utilizzo del flash mette ancora più in risalto il bianco del suo viso con il nero dello sfondo, sottolineando l’isolamento di questa persona dalla società mainstream. Quando questo ritratto fu esposto per la prima volta fu accolto molto male dagli osservatori, che sputarono sulla fotografia a causa della sua natura scandalosa e interpretarono questo primo piano come minaccioso e malevolo. Oggi le sensibilità sono cambiate e come società guardiamo al soggetto con uno sguardo diverso: oggi non ci pare minaccioso, pronto a distruggere le fondamenta della società, ma ci appare solo, profondamente solo, in un mondo che non è pronto per lui e lo esclude e gli fa attivamente del male, fisico e psicologico. Riusciamo a vederlo come persona e a provare compassione per lui.

Le quattro fotografie di Diane Arbus qui esaminate non solo testimoniano la sua maestria tecnica, ma illuminano anche la sua profonda comprensione della complessità umana. Attraverso il suo obbiettivo, Arbus ci ha regalato uno sguardo intimo sulla varietà di esperienze umane, sfidando gli stereotipi e stimolando una riflessione profonda.

Fonte Immagine: Wikipedia

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