Le muse di Degas: la storia dietro i quadri

Le muse di Degas: la storia dietro i quadri

La personalità artistica di Edgar Degas è molto articolata. Nel corso della sua vita abbracciò diversi stili, come: realismo, impressionismo, neoclassicismo. Nel periodo impressionista, in cui vigeva una rappresentazione reale, a differenza dei suoi contemporanei, che traevano ispirazione dalla natura, le muse di Degas erano legate alla vita cittadina. Nonostante l’impegno impressionista, egli rimase un convinto sostenitore del disegno e della pittura in atelier, poiché considerava la pittura en plein air troppo immediata e superficiale per cogliere la complessità dell’impressione di un istante. La sua ricerca artistica ruotava intorno al corpo umano e alla dinamica dei suoi movimenti, per cui il suo soggetto preferito erano le ballerine; non a caso egli è famoso per essere il “pittore delle ballerine”. Degas, morto il 27 settembre 1917, non ritraeva le sue muse in pose perfette, perché il suo intento era quello di cogliere la veridicità di un momento; per tal motivo, l’artista predilige la descrizione delle fasi di preparazione, che raccontano di un mondo fatto di duro lavoro, sacrificio e dedizione. Le ballerine di Degas, pur non mancando di grazia e di armonia, sono reali e umane come in un’istantanea fotografica.

Ciò che, però, non si studia nei libri di storia è che alcuni dei suoi celebri quadri sono stati la rovina di molte muse di Degas. È nota la triste storia di Marie Van Goethem, una delle muse di Degas, la cui reputazione sprofonderà nell’oblio.

La rovina delle muse di Degas

Marie Van Goethem nacque a Parigi nel 1865 da una famiglia di emigrati proveniente dal Belgio; il padre era un umile sarto e la mamma faceva la lavandaia. Marie crebbe in uno dei quartieri più degradati di Parigi e la morte del padre, che avvenne tra il 1870 e il 1880, spinse la famiglia nella miseria

Fin da piccola, il sogno di Marie era quello di diventare una ballerina e nel 1878 il suo sogno cominciò ad acquisire una forma reale: dopo soli due anni di lezioni prese alla scuola di ballo dell’Opéra di Parigi, superò l’esame di ammissione al corpo di ballo del Balletto dell’Opera di Parigi, debuttando sul palcoscenico nello stesso anno di La Korrigane. Quest’opportunità, oltre ad essere il sogno di una vita, per Marie costituiva anche un guadagno che potesse tirar fuori la sua famiglia dall’estrema povertà.

È proprio presso l’Opéra di Parigi che Marie fu notata da Edgar Degas, che la apprezzò per la sua bravura magistrale e per il suo portamento da prima ballerina. Pertanto, Degas si disse disposto a pagarla se avesse accettato di posare per lui come sua musa. Una delle opere più famose di Degas, in cui Marie fece la sua comparsa, è La scuola di danza: lei è la ballerina con il fiocco giallo, seduta sul pianoforte e colta nell’atto di grattarsi la schiena con la mano sinistra, con una smorfia infastidita.

Tra le varie muse di Degas, Marie diventò la sua preferita, e acquisì notorietà anche sui giornali come “la modella dell’artista”. Tuttavia, Degas era molto esigente: le sue muse dovevano passare le ore intere a posare nel suo atelier, e questo fu anche causa delle numerose assenze di Marie ai corsi di danza che determinarono, poi, la fine della sua carriera da étoile.

Degas indifferente ai problemi che le avrebbe causato, chiese a Marie di fargli da musa per la realizzazione di una scultura, Piccola danzatrice di quattordici anni. Quest’opera scultorea destò scalpore, sia a causa del fatto che inizialmente era priva del tutù che per il suo sguardo triste, considerato lontano dall’ideale di bellezza dell’epoca. Dopo la fama riscossa come musa ispiratrice di Degas, Marie fu licenziata dall’Opéra di Parigi e considerata una poco di buono, a causa delle sue frequentazioni presso locali scandalosi e non adatti ad una ragazzina di soli 15 anni. Il pittore, per suo interesse, decise di non esporre più la sua scultura. Colei che era un tempo nota come una delle muse preferite di Degas fu poi dimenticata sia dalla compagnia di danza che dall’artista, e fu costretta a vendere il suo corpo per mantenersi.

Di Marie van Goethem si persero le tracce dopo che il suo nome fu rimosso dai registri dell’Opéra di Parigi. Non si sa, dunque, come e dove abbia concluso i suoi giorni. La documentazione storica indica solo che fu arrestata per aver tentato di derubare uno dei suoi clienti.

Il riscatto di Ellen Andrée

Per fortuna alcune delle storie delle muse di Degas hanno un lieto fine. È il caso di Ellen Andrée, un’attrice di teatro francese. Lei è stata anche la musa ispiratrice di uno dei suoi dipinti più famosi, L’Assenzio, eseguito tra il 1875 e il 1876 ed ambientato all’interno del Cafè de la Nouvelle Athenes, uno dei locali più frequentati dagli artisti impressionisti.

Il punto di vista è quello di un ipotetico osservatore che, stando seduto ad un altro tavolo, può osservare la scena e cogliere la spontanea naturalezza di ogni azione. Vi sono raffigurati due soggetti: una prostituta di periferia seduta in compagnia di un barbone dall’aria burbera e trasandata. Dinnanzi alla donna, sul piano di marmo, vi è il bicchiere verdastro dell’assenzio, da cui deriva il titolo dell’opera. Davanti al barbone vi è, invece, un bicchiere di vino. Entrambi i personaggi hanno uno sguardo malinconico e perso nel vuoto; pur essendo l’uno accanto all’altra, le due figure sono tra di loro lontanissime, a simboleggiare la capacità della solitudine di impedire la comunicazione.

Ellen sarà un’altra delle muse di Degas la cui reputazione sarà compromessa a causa del fatto che, durante la prima esibizione del dipinto in questione, Degas presentò la figura femminile come una prostituta dei bassi fondi. Tuttavia, anche se l’ambientazione corrisponde realmente ad uno degli ambienti impressionisti più in voga del tempo, i personaggi ritratti non sono altro che attori, ed Ellen era solo un’attrice che vestiva i panni di una prostituta. Le critiche verso di lei, dovute alla sua interpretazione nel quadro, ridussero in brandelli la sua immagine e la sua carriera da attrice; pertanto, denunciò Degas, chiedendo un risarcimento. Dopo questo episodio, ogni qualvolta esponeva un suo quadro, Degas avrebbe dovuto specificare che i soggetti raffigurati erano soltanto attori.

Ciò permise perlomeno ad una delle muse di Degas di recuperare il suo buon nome e di ritornare a recitare sui palcoscenici dei teatri francesi.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

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