Le origini del cinema d’essai, storia e protagonisti

Cinema d'essai

L’espressione cinema d’essai deriva dal francese Cinéma d’art et d’essai, il cui significato letterale corrisponde a cinema d’arte e di prova.
Questa etichetta, nella Francia degli anni ’40, veniva attaccata a tutte quelle sale cinematografiche che dedicavano grande cura nella scelta delle pellicole che sceglievano di proporre al pubblico. 

Qualsiasi film di carattere commerciale era perciò escluso dalla programmazione di queste sale, che prediligevano, di fatto, film di stampo avanguardista, comprensibili ed apprezzabili esclusivamente da un certo tipo di pubblico, che fosse ben istruito e colto. 

Va da sé, partendo da questa definizione, che si trattasse di una premessa quantomai esclusiva su cui basare un’attività come il cinema.

Le origini del cinema d’essai affondano le proprie radici nel ciné-club, cioè un’associazione di carattere culturale che ha come fine ultimo la diffusione e la preservazione della settima arte.

Questo scopo si attua attraverso la proiezione di pellicole che, altrimenti, non verrebbero mai proiettate nelle comuni sale cinematografiche, e il perché è presto detto: il cinema è sicuramente una forma d’arte, ma è anche un’attività che vive delle tendenze del momento. 

La selezione effettuata tra i film che un normale cinema sceglie di proiettare si basa su criteri ben specifici, tra i quali devono rientrare inevitabilmente le preferenze e le tematiche che interessano di più il pubblico in quel preciso momento storico.

Lo scopo del cinema d’essai, invece, è proprio l’opposto: escludere tutte quelle pellicole che potrebbero ricadere sotto l’etichetta di mainstream. 


Quello del ciné-club è un fenomeno nato nella Francia degli anni ’20, e il suo iniziatore è considerato il regista e sceneggiatore Louis Delluc, considerato il primo critico cinematografico della storia nonché padre della critica cinematografica francese.

Louis Delluc, grande sostenitore delle pellicole indipendenti e d’avanguardia, diede vita al movimento del ciné-club in tutto il mondo.

Il passaggio dal ciné-club al vero e proprio cinema d’essai si ha nel 1924, grazie a Jean Tedesco, a cui seguì l’apertura di molte altre sale nella città di Parigi, tra cui L’œil de Paris, lo Studio 28, e lo Studio des Ursulines.

Il fenomeno si diramò per tutta la Francia, e tra agli albori degli anni ’40 gli venne data la definizione di Cinéma d’art et d’essai. 

Il cinema d’essai trova largo sviluppo anche negli Stati Uniti e in Italia, anche se con ben dieci anni di ritardo rispetto al resto dell’Europa. 

La prima sala classificabile come tale fu il Quirinetta e aveva luogo a Roma.
 Altre sale furono il Cinema Centrale a Milano e il Nuovo romano a Torino.

Nonostante il ritardo, i gusti del pubblico italiano erano sempre più improntati su film sofisticati e sperimentali, nonché sul cinema d’autore. 

Classici rappresentativi del gusto italiano nei riguardi di un cinema sempre più raffinato sono sicuramente le opere di Fellini, come La dolce Vita, nonché il cinema di Luchino Visconti, che ebbero largo successo.

 

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Fonte immagine per l’articolo sul cinema d’essai: Wikipedia

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