Le tragedie greche: una visione dell’umanità e del destino

tragedie greche: messa in scena delle "troiane", 2019

Il teatro è da sempre stato un elemento fortemente insito nella cultura greca tutta: si ci recava a vedere tragedie greche o commedie sia come forma di intrattenimento, dunque nel tempo libero, sia in occasione di importanti festività, come le grandi Dionisie. Lo spettacolo teatrale era così importante da consentire a tutti di presenziare, anche a donne, bambini e schiavi, che di solito erano esclusi dalle funzioni pubbliche. Tra tutte le opere portate in scena, le tragedie greche occupavano senz’altro un ruolo fondamentale, in quanto il loro contenuto invitava spesso lo spettatore all’immedesimazione e alla riflessione, contenuto che oggi in alcuni casi può risuonare simile alla realtà che viviamo ogni giorno.

Le tragedie greche: i più grandi tragediografi

Culla del teatro e della tragedia è senz’altro Atene, che ebbe l’opportunità di ospitare i più grandi tragediografi greci del tempo: Eschilo, Sofocle ed Euripide. Nelle tragedie greche che nascono da queste tre grandi menti vi sono i temi più disparati: prima di tutto quello del mito, con la presenza costante di una divinità che arriva a sciogliere la narrazione sul finale (deus ex machina), vennero introdotti anche temi politici, drammi familiari, amore, dolore, giustizia, vendetta, il ruolo della donna e soprattutto l’imprevedibilità del destino e l’impossibilità di conoscere il volere divino. Per far leva ulteriormente sulle coscienze degli spettatori, gli autori tendevano ad umanizzare il più possibile i personaggi che portavano all’interno delle loro tragedie greche; questo tratto è soprattutto presente in Eschilo, che umanizza i suoi personaggi all’inverosimile.

Le tragedie greche: la loro attualità- il caso “Medea”

Come già detto, ogni tragedia era mirata alla rappresentazione della realtà e del destino degli uomini, in modo da spingere i suoi spettatori a riflettere su quanto visto e mettere in pratica l’insegnamento ricavato nella vita di tutti i giorni. Tuttavia, le tragedie greche non sono solo fini a se stesse e alla loro epoca, ma i loro insegnamenti e le situazioni che inscenano sono applicabili alla nostra realtà contemporanea. E’ il caso di Medea, una delle opere più famose del teatro tragico greco, così famosa da essere stata interpretata da numerosi tragediografi: ne ritroviamo la versione di Euripide, Seneca, e in epoca più recente di Grillpazer e Corrado Alvaro.

  • La trama: tra le tragedie greche più famose, il mito originale è legato alle vicende degli Argonauti, un gruppo di giovani eroi guidato proprio da Giasone, futuro marito di Medea, alla volta della Colchide e alla conquista del vello d’oro. Medea era non a caso figlia del re della Colchide, e invece di difendere la sua patria ed il vello d’oro, invaghitasi di Giasone decide di favorirne la riuscita della missione e fugge via con lui, uccidendo addirittura suo fratello per poter ostacolare l’inseguimento da parte dei suoi familiari. Tuttavia, la realtà in cui viene catapultata è differente da quella in cui Medea era solita vivere: si trova catapultata in una società che ha paura dello straniero, in cui le donne non sono valorose maghe e guerriere ma estensioni del loro marito, una realtà in cui Medea si sente fuoriposto. Soffre molto di questa sua condizione, lontano dalla sua casa e dalla sua gente, per inseguire un amore che di tutta risposta l’abbandona e convola a nozze con un’altra donna; in Medea cresce un profondo desiderio di vendetta, che trova sfogo nell’infanticidio: per far provare a Giasone lo stesso dolore che la stava consumando, decide di privarsi della compagnia dei suoi stessi figli e di uccidere la nuova moglie del suo compagno, volando via infine su un carro alato con i cadaveri dei bambini, di modo che Giasone non potesse nemmeno piangerne i corpi.

 Nonostante il finale cruento e tragico, risuonano in questa tragedia aspetti ancora troppo simili alla realtà che ci troviamo a vivere: una società patriarcale, la paura del diverso e la sua marginalizzazione, insomma, tutti aspetti che andrebbero cambiati in una realtà ancora troppo simile a quella passata. Quello delle tragedie greche è un mondo molto vicino alla nostra realtà, e per migliorarla spesso uno sguardo al passato sarebbe utile.

Immagine di copertina da archivio personale

A proposito di Giada Bonizio

Sono una studentessa dell'Università degli studi di Napoli "l'Orientale", amo leggere, la musica e l'arte.

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