Al giorno d’oggi, in una società in cui le risorse energetiche scarseggiano diventando sempre più costose, anche a causa di dinamiche geopolitiche, e in cui il riscaldamento globale fa sempre più spesso sentire i suoi effetti devastanti, trovare delle fonti di energia alternative è una delle priorità per la sopravvivenza futura della nostra specie. Anche se al momento non utilizzabili su larga scala, l’impiego delle zeoliti come pietra del futuro è sicuramente un campo interessante a tal fine e in via di sviluppo.
Le zeoliti: cosa sono e a cosa servono?
Le zeoliti sono una classe di minerali silico-alluminati idrati di metalli alcalini o alcalino-terrosi, rinvenibili in naturali o sintetizzabili in laboratorio, la cui struttura microscopica è caratterizzata dalla presenza elevata di canali o cavità che rende questi composti estremamente porosi, proprietà dalla quale derivano molti dei loro impieghi: stoccaggio termico, scambio ionico, attività catalitica e setacciamento molecolare.
Le zeoliti e lo stoccaggio termico: una speranza per il futuro
Sebbene al momento le zeoliti siano utilizzati nei più disparati campi tecnologici, dall’impiego nei detersivi a quello per la rimozione di inquinanti dalle acque di scarico, il campo di maggiore interesse é sicuramente quello incentrato sulla proprietà di stoccaggio termico posseduta da questi materiali. Etimologicamente infatti il termine zeolite è una parola composta e deriva dall’unione dei termini greci ζέω, “bollire” e λίθος, “pietra” e fu attribuito a questo minerale da uno studioso svedese in seguito all’osservazione di un particolare fenomeno di produzione di calore. Per rimuovere l’acqua che è intrappolata all’interno di una zeolite infatti è necessario fornirgli calore, il quale viene immagazzinato sotto forma di calore latente nelle cavità del minerale; quando la pietra viene nuovamente posta in presenza di acqua, e quindi le molecole di acqua si immettono nuovamente nella struttura, la zeolite restituisce all’esterno il calore che aveva assorbito. Di fatto questo fenomeno permette quindi di immagazzinare calore a tempo indeterminato e a larga scala può essere utilizzato nei processi industriali per ridurre i dispendi energetici. In una società bisognosa mai come oggi di energia pulita, questa è sicuramente una valida alternativa, che si sta iniziando a diffondere anche in settori come quello della produzione di caldaie ad uso domestico, in cui le zeoliti svolgono il ruolo di aumentare l’efficienza del dispositivo.
La pietra del futuro e un suo impiego stravagante: lo ZeoCooking
Dall’idea dello chef padovano Caratossidis nasce ZeoCooking, ovvero l’applicazione al campo culinario della proprietà delle zeoliti di rilasciare calore. Come visto nel paragrafo precedente una zeolite precedentemente disidratata può produrre un notevole sbalzo termico (che può raggiungere anche gli ottanta gradi centigradi) quando messa di nuovo a contatto con acqua; Caratossidis ha avuto l’idea di inserire della zeolite in un contenitore isotermico insieme ad alimenti imbustati sotto vuoto come carne o verdure, e di versare successivamente acqua in modo da innescare il processo termico, chiudendo poi velocemente il termos. Dopo una breve attesa il nostro cibo sarà cotto e le sue proprietà organiche non saranno alterate. Potrà forse essere questo il modo per liberarci per sempre del gas e della corrente elettrica per cucinare i nostri pasti?
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