Leggende popolari giapponesi, le 3 più belle

Leggende popolari giapponesi, le 3 più belle

La cultura e la letteratura giapponese sono ricche di leggende popolari che hanno fatto il giro del mondo per la loro bellezza e i loro insegnamenti. Ecco le 3 leggende popolari giapponesi più belle:

1. Kintarō, il ragazzo d’oro

Tra le leggende popolari giapponesi più belle troviamo la storia che narra di una bellissima donna che si rifugiò sul monte Ashigara, vicino Kyoto, dopo la morte di suo marito. Era sposata con un importante generale della corte che però molto presto morì a causa dell’invidia dei cortigiani e delle loro scorrettezze. Rimasta sola e portando un bimbo in grembo, scappò sul monte. Qui crebbe un bambino a dir poco speciale, che chiamò Kintarō. Kintarō era un bambino dal cuore d’oro e dalla forza sovrumana e divenne amico di molti degli animali che vivevano su quella montagna: un orso, una lepre, una scimmia e un cervo. Trascorreva la sue giornate in modo spensierato in compagnia di questi animali e organizzava tornei di lotta insieme a loro. Un giorno, mentre facevano ritorno a casa, Kintarō e gli animali trovarono la strada sbarrata da un grande fiume. Allora il ragazzo, con la sola forza delle braccia, piegò un albero che utilizzarono come ponte per attraversare il fiume. Questa incredibile scena fu notata da un boscaiolo, che rimase stupito dalla forza del giovane e lo seguì. Kintarō, arrivato dalla mamma, sentì bussare alla porta e vide entrare il boscaiolo che si presentò a loro: si trattava in realtà di un generale mandato da Minamoto no Raikō per ingaggiare nuovi samurai, e, avendo notato la sua forza, voleva portarlo nella capitale e renderlo un valoroso guerriero. La madre acconsentì e Kintarō partì, salutando i suoi amici animali e promettendo di ritornare. Dopo essere diventato un eroe amato in tutto il Giappone, Kintarō tornò da sua madre per portarla con sè in città

2. Urashima Tarō, la leggenda del ragazzo pescatore 

Una delle leggende popolari giapponesi più iconiche è quella di Urashima Tarō, giovane pescatore dall’animo buono. Un giorno salvò una tartaruga presa di mira da un gruppo di ragazzini e la liberò in mare. Qualche giorno dopo, mentre era in mare a pescare, Urashima Tarō si sentì chiamare: era la tartaruga venuta a ringraziarlo. Per esprimere la sua gratitudine, si offrì di portarlo nelle profondità marine per fargli visitare il Palazzo del Re Drago Del Mare. Urashima, entusiasta, si aggrappò alla tartaruga, che nel frattempo era diventata più grande, e iniziarono il viaggio nelle profondità marine. Arrivati al Palazzo, Urashima Tarō conobbe la splendida figlia del Re Drago, Otohime, che confessò di essere quella tartaruga che lui aveva salvato. Passò del tempo e i due si sposarono. Urashima Tarō era molto felice, ma all’improvviso fu colto dalla nostalgia e sentì il bisogno di fare ritorno al suo villaggio. Prima di partire, Otohime gli diede come pegno d’amore una scatola in legno e gli intimò di non aprirla per nessun motivo. Il giovane allora fece ritorno sulla terraferma ma con grande stupore trovò tutto cambiato. Apprese così da un signore che erano passati 300 anni dalla sua sparizione in mare e tutti coloro che conosceva non c’erano più. Colto dalla tristezza e non sapendo come rivedere sua moglie, aprì la scatola che lei gli aveva dato: la leggenda narra che all’interno era contenuta la sua vera età, e, una volta aperta, lui diventò subito vecchio e morì

3. Momotarō, la leggenda del ragazzo nato da una pesca

La più celebre tra le leggende popolari giapponesi narra delle avventure di Momotarō, il ragazzo nato da una pesca. Questa leggenda narra di una coppia di anziani contadini che trovarono nel fiume una grande pesca. Da questa pesca nacque un bambino, mandato dagli dei per ascoltare le preghiere dei due anziani che desideravano tanto un figlio. Lo chiamarono Momotarō, il ”bambino nato da una pesca”. Crebbe forte e coraggioso ed era sin da giovane noto per le sue doti in combattimento. Un giorno decise di partire alla volta dell’Isola dei Demoni, per sconfiggerli e riportare la pace. Prima di intraprendere il viaggio i genitori gli diedero 3 dango, i dolcetti più buoni di tutto il Giappone. Durante il tragitto incontrò quelli che furono i suoi 3 fedeli alleati: un cane, una scimmia e un fagiano, ai quali diede un pezzetto dei suoi dolcetti per convincerli a seguirlo.  Arrivato sull’isola di Onigashima, dove vivevano i demoni, Momotarō incontra delle fanciulle disperate: erano le figlie dei daimyo locali ridotte in schiavitù dai demoni e avevano il destino segnato. Grazie al loro aiuto, Momotarō e i suoi 3 amici riuscirono ad entrare nel castello e a sconfiggere il capo dei demoni, liberando l’isola dalle loro angherie. La pace fu ristabilita e Momotarō tornò a vivere insieme ai genitori, ai quali portò un ricco bottino. Si tratta probabilmente della più famosa tre le leggende popolari giapponesi. 

Queste sono soltanto 3 tra più belle leggende popolari giapponesi, che hanno ispirato innumerevoli produzioni cinematografiche, letterarie, e persino molti anime hanno dedicato alcuni episodi a queste meravigliose storie. 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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