L’età della Controriforma va dalla metà del Cinquecento, cioè il Concilio di Trento, fino alla fine del Seicento. Si può dividere in due fasi:
1. Manierismo (1545 – 1610): caratterizzata sul piano economico, dalla permanenza dello sviluppo, e sul piano letterario, dalla resistenza classica;
2. Barocco (1610 – 1680): caratterizzata da una crisi economica e, a livello artistico, dall’abbandono dei criteri classicisti.
Lo stile barocco domina fino al 1690, anno della fondazione dell’Accademia dell’Arcadia. L’origine del termine è incerta e rimanda a un’area semantica spregiativa: barocco, dunque, deriva forse dal portoghese e significa “perla irregolare, non sferica”, perciò strana e anormale; o attraverso il francese baroque che significa “stravagante”; ma è verosimile che esso si sia incrociato con il termine latino desunto dalla filosofica scolastica, che indicava invece un termine formale. La prima utilizzazione positiva risale alla seconda metà dell’Ottocento e oggi ha ormai una valenza neutrale. Nell’età della Controriforma si respinge la tradizione di misura ed equilibrio tipica del Classicismo, perché si ispira a una nuova visione del mondo e ad un nuovo modo di percepire le cose, prodotti dalla rivoluzione scientifica e dalla fine delle vecchie certezze. L’uomo è ormai solo e smarrito, in un universo infinito, sconfinato, e complicato. Può cercare di collegare le cose soltanto con i sensi e con la ragione, con l’analogia e la metafora e all’allegoria. Non c’è più collegamento fra l’io e il tutto, ma i rapporti tra le cose sono relativi, stabiliti dall’ingegno del singolo individuo.
Nell’età della Controriforma cade il principio di imitazione: in primo piano balzano i particolari della realtà disarticolati, smembrati accostati fra loro dai sensi e dall’ingegno dell’artista; e di qui i due estremi dell’arte barocca: era realistica, volta a registrare gli aspetti cupi del reale (morte, putrefazione, ecc.). D’altra parte, l’occhio del soggetto, la vista cerca rapporti tra le cose e ne sottolinea somiglianze nascoste e incredibili, mirando a stupire il lettore e lo spettatore.
Il nuovo approccio visivo dipende dalle scoperte celesti di Galileo Galilei: infatti, come il cielo, ogni aspetto della vita umana è sottoposto all’esame della vista; l’occhio del pittore barocco, come quello dello scienziato e del poeta indaga dettagliatamente zone su cui mai si era soffermato prima, in cui scoprono nuovi continenti, nuovi popoli, e l’universo sembra perdere ogni confine.
Non stupisce, perciò, che prevalga l’arte figurativa: la Chiesa barocca presenta affreschi che ricordano il cielo, per suscitare la sensazione di uno spazio illimitato, per persuadere la massa e condurla alla propria azione religiosa dell’età della Controriforma. Rispetto al precedente Manierismo, il Barocco si rivolge sempre al pubblico e cerca di colpire l’immaginazione e la fantasia per sedurlo e affascinarlo ad ogni costo, suscitandone di continuo la sorpresa e la meraviglia. Altro punto importante ciò su cui hanno influito le scoperte scientifiche del sistema eliocentrico galileiano: si smette di porre distinzione tra Terra e Cielo, basso e alto, perfetto e imperfetto.
Tutto ciò, però, causa nell’uomo un senso di disorientamento e smarrimento profondo dinanzi ad un universo sconfinato. Così la mente dell’osservatore traccia le coordinate di una nuova mappa del mondo, che offre all’individuo un nuovo modo di orientarsi in questa età della Controriforma già ricca di tensioni e innovazioni mai viste prima.
Fonte per L’età della Controriforma: scoperte innovative: Pixabay e Wikipedia