La letteratura vittoriana è la letteratura che caratterizza il lungo regno della regina Vittoria nel periodo compreso tra il 1837 e il 1901. L’età vittoriana rappresentò per l’Inghilterra un periodo di grande stabilità politica ed economica, caratterizzato da grandi avvenimenti come la Rivoluzione Industriale e l’espansione culturale.
Nonostante la Regina Victoria si sia sforzata di dare alla società di questo periodo un’impronta austera e rigorosa, incentrata sul pudore e il bigottismo, si trattò di un’epoca di forti contraddizioni sociali e culturali come povertà, corruzione e diseguaglianza. Contraddizioni che l’ipocrisia borghese nascondeva e ignorava. Si tratta del cosiddetto “compromesso vittoriano”, che venne ben rappresentato nei romanzi della letteratura vittoriana, i quali rispecchiano la società in cui sono prodotti, senza criticarla direttamente.
Scopriamo 5 tra le opere più rappresentative della letteratura vittoriana.
Jane Eyre – Emily Bronte
Uno dei capolavori indiscussi della letteratura vittoriana, questa è forse la storia più struggente d’amore mai scritta. Heathcliff e Catherine si amano intensamente. Eppure si odiano e si disprezzano allo stesso modo. Sono troppo orgogliosi per dirselo, al punto da sposare persone che non amano per farsi un dispetto. Si rincorrono continuamente senza perdersi mai e senza mai confessarsi e vivere a pieno il loro amore. L’ orgoglio è veleno, follia ma è esso stesso passione, ragion d’essere dello stesso amore.
La letteratura vittoriana con Tempi difficili – Charles Dickens
Dickens è tra i critici più severi della letteratura vittoriana. Nelle sue opere dà contorni grotteschi alla miseria e alla brutalità dei bassifondi, denunciando l’ipocrisia e i vizi dei nuovi ricchi borghesi. I suoi libri ci riportano storie di perdizione, corruzione, ingiustizie. Nel romanzo, ridicolizza in maniera ironica la filosofia utilitaristica del politico Harthouse e dell’educatore Mr Gradgrind, la superficialità del sindacalista Skackbridge, l’accanimento della vita verso Blackpool, ingiustamente accusato di furto ma macchiato da una moglie corrotta.
Il ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde
Questo capolavoro della letteratura vittoriana non può mancare nella biblioteca degli amanti dell’estetismo. Dorian Gray è un giovane bello e di nobili sentimenti, la cui immaturità lo porta a lasciarsi influenzare dalle idee di Sir Wotton, classico uomo narcisista ed amante del piacere, che lo conducono sulla cattiva strada causandogli insoddisfazione, fino all’odio verso sé stesso. Oscar Wilde descrive un mondo aristocratico, vuoto e superficiale, pur senza criticarlo esasperatamente, un mondo dove la contemplazione della Bellezza prende il sopravvento rispetto all’analisi interiore.
Frankenstein – Mary Shelley
Se siete gli amanti del gotico, questa meravigliosa opera della letteratura vittoriana è tra quelle che non si può non leggere. Narra dello scienziato Victor che, con l’ambizione di vuole emulare Dio infondendo la vita nella materia inanimata e di superare le limitazioni umane tramite la scienza, crea un mostro che, sentendosi rifiutato dalla società a causa del suo aspetto mostruoso e anche dal suo creatore, diverrà un killer. Il romanzo vuole sottolineare diversi temi tra cui gli eccessi a cui la ricerca scientifica porta, il bisogno di amore e accettazione di ogni essere umano, la solitudine che caratterizza sia il mostro che il genio.
Alice nel Paese delle Meraviglie – Lewis Carroll
Questo libro è il capolavoro assoluto della letteratura vittoriana. Si tratta di un’opera di difficile classificazione, a metà tra fiaba e romanzo surrealista. Perché Alice è una bambina innocente ma dall’innocenza artefatta che ben riflette quella della vicenda. Un’opera in cui l’innocenza e la crudeltà spesso si sovrappongono vertiginosamente. Il Paese delle Meraviglie appare caotico, anarchico e liberatorio nel suo confondere tutti i contorni, eppure piegato alle regole ferree della scacchiera, rovesciando, dall’altra parte dello specchio, il magnifico in terribile, nella totale assenza di reali criteri di distinzione tra il bene e il male.
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