La lingua latina è il punto di partenza dell’italiano nonché strumento utile per ripercorrere tutto il cammino che essa ha fatto durante i secoli. È importante ricordare sia i cambiamenti avvenuti nei suoni, nelle forme e nelle parole, sia gli avvenimenti politici ed economici che hanno condizionato questi ultimi. Ciò che ha portato ai vari cambiamenti della lingua italiana sono sia i contatti con le varie lingue sia cause politiche, storiche e culturali che hanno inciso sulle trasformazioni.
La lingua italiana per arrivare alla sua attuale forma ha attraverso diverse tappe partendo dalla lingua latina:
- Dalla lingua latina ai volgari medievali: si tratta di un arco temporale molto ampio che va dal VI al IX secolo;
- Dal XII-XIII secolo alla fine del Trecento: sono gli anni in cui i volgari cominciano a essere usati sempre di più nella scrittura, molto importanti in questo periodo sono le figure di Dante Alighieri, Boccaccio e Petrarca che daranno al volgare fiorentino un prestigio maggiore rispetto agli altri volgari;
- Dal XIV secolo all’inizio del Cinquecento: in questo periodo Firenze ha un ruolo molto importante dal punto di vista economico e politico grazie a Lorenzo de’ Medici. Inoltre i modelli di Dante, Petrarca e Boccaccio iniziano a diffondersi anche nel resto d’Italia;
- Dal 1525 all’Unità d’Italia: Il 1525 è l’anno in cui si raggiunge l’unificazioni di lingua. In questo periodo, inoltre, abbiamo l’inizio dell’Accademia della Crusca, il primo Vocabolario di lingua italiana e la comunicazione in famiglia e in contesti informali continua ad essere in dialetto;
- Dal 1861 agli anni 40 del XX secolo: l’unificazione politica e burocratica permettono una maggiore diffusione e una migliore conoscenza della lingua italiana;
- Dagli anni 50 ad oggi: la lingua italiana diventa la lingua di uso comune mentre i dialetti iniziano pian piano a scomparire. Rimangono, però, tantissimi latinismi.
Vediamo questi punti nel dettaglio:
Quando pensiamo alla lingua latina come punto di partenza della lingua italiana, dobbiamo iniziare facendo una distinzione tra latino classico e volgare: il latino classico è quello dei grandi autori come Ovidio, Virgilio e Orazio, che però non è quello su cui si fonderà la nostra lingua italiana. L’italiano si basa su un latino parlato e di uso quotidiano, il latino volgare, di cui però non abbiamo delle informazioni temporali precise. L’insieme di questi due tipi di latino dà vita alle lingue neolatine o romanze.
Nel corso del XIII secolo si diffondono molti testi in volgare: sono per lo più scritture di uso pratico, scritte per necessità di lavoro o come testimonianze letterarie. La prima testimonianza scritta della lingua latina in volgare è stata fatta da un notaio.
In seguito, come abbiamo già accennato in precedenza, Dante Alighieri con il suo De vulgari eloquentia, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio si diffonde il volgare fiorentino. Esso si diffonde per prestigio e non per imposizione politica e per questo diventerà la lingua letteraria di tutti gli italiani.
Nelle città l’utilizzo del volgare e delle lingue del sì si era, ormai, imposto per tutti gli usi pratici e inizia ad avere forme latineggianti e alcuni tratti del fiorentino. Si creano, così, le basi per una comunicazione unitaria e con la nascita della stampa si diffonderà sempre di più la nuova lingua e sarà solo in seguito, che per fare riferimento alla nuova lingua si utilizzerà l’aggettivo italiano.
Fonte immagine: Pixabay