Inquinamento acustico: cos’è, cause, effetti sulla salute e soluzioni

L'inquinamento acustico: che cos'è?

L’inquinamento acustico, spesso sottovalutato rispetto ad altre forme di inquinamento come quello atmosferico o idrico, rappresenta una seria minaccia per la salute umana e l’ambiente. Si definisce inquinamento acustico l’insieme di suoni indesiderati e dannosi che si diffondono nell’ambiente, alterando l’equilibrio naturale degli ecosistemi e compromettendo il benessere delle persone. Questi suoni, prodotti da diverse attività umane, superano i livelli di intensità e frequenza tollerati dall’organismo, causando una serie di effetti negativi che spaziano dai disturbi del sonno a problemi cardiovascolari, fino alla perdita permanente dell’udito.

Nel corso del tempo, il fenomeno dell’inquinamento acustico è andato progressivamente peggiorando, parallelamente allo sviluppo industriale e all’urbanizzazione. L’aumento del traffico veicolare, sia su strada che aereo, l’espansione delle aree urbane, la crescita delle attività industriali e commerciali, l’uso sempre più diffuso di dispositivi sonori personali, sono solo alcuni dei fattori che hanno contribuito ad amplificare il problema. Se in passato l’inquinamento acustico era prevalentemente concentrato nelle aree industriali, oggi interessa sempre più le zone urbane e residenziali, diventando una costante nella vita quotidiana di milioni di persone. Questa diffusione capillare rende l’inquinamento acustico una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria, che richiede interventi urgenti e coordinati per essere efficacemente contrastata. Le conseguenze di questa esposizione continua al rumore non si limitano a disturbi temporanei, ma possono portare a patologie croniche e a una significativa riduzione della qualità della vita.

Danni diretti all’udito ed effetti extra-uditivi dell’inquinamento acustico

Due sono i principali effetti nocivi per la salute derivanti dall’inquinamento acustico: il rischio di danno uditivo, preminente negli ambienti di lavoro rumorosi, e il disturbo psicofisico, diffuso negli ambienti residenziali, nelle scuole e negli uffici esposti a un’elevata rumorosità esterna. Il primo di questi due effetti è senza dubbio il più grave, in quanto può comportare una diminuzione permanente della funzione uditiva a causa di un danno irreversibile indotto all’orecchio interno. L’esposizione prolungata a livelli di rumore elevati, quali quelli generati da macchinari e lavorazioni industriali, determina infatti la progressiva distruzione delle cellule cigliate dell’organo del Corti, situato in questa parte dell’orecchio e preposto alla conversione in eccitazione nervosa dell’energia meccanica associata al segnale sonoro. Questo danno è cumulativo e spesso non immediatamente percepito, ma si manifesta nel tempo con una progressiva perdita dell’udito, che può avere gravi ripercussioni sulla vita sociale e lavorativa dell’individuo. È fondamentale quindi la prevenzione, attraverso l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e la riduzione dell’esposizione al rumore nei luoghi di lavoro.

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Da tener presente che, oltre al problema dell’ipoacusia professionale, l’esposizione a elevati livelli di rumorosità in ambiente di lavoro può indurre effetti nocivi su altri organi e altre funzioni, sollecitati, per riflesso, dall’udito, quali per esempio il sistema cardiocircolatorio e quello ormonale, la funzione respiratoria e quella gastrointestinale, la capacità di concentrazione e di memorizzazione. Descritti e riconosciuti dalla letteratura scientifica, ma non sempre pienamente recepiti dalla normativa tecnica e dalla legislazione di tutela della salute dei lavoratori, questi effetti extrauditivi possono insorgere per livelli di esposizione al rumore inferiori a quelli necessari per instaurarsi del danno uditivo, colpendo in particolare soggetti ansiosi e nevrotici. Questi effetti si manifestano con aumento della pressione arteriosa, disturbi del sonno, irritabilità, difficoltà digestive e riduzione delle performance cognitive. La mancanza di una completa regolamentazione di questi effetti extra-uditivi rappresenta una lacuna importante nella tutela della salute dei lavoratori. È auspicabile una maggiore attenzione a questi aspetti, con l’implementazione di misure preventive e di monitoraggio non solo dell’udito, ma anche del benessere psicofisico generale dei lavoratori esposti al rumore.

Inquinamento acustico urbano: cause, effetti e soluzioni

Il problema dell’inquinamento acustico ha però da tempo cessato di riguardare unicamente l’ambiente di fabbrica per estendersi e interessare le aree urbane di tutto il mondo. L’insorgere di quest’emergenza ambientale ha indubbiamente cause molteplici. In modo particolare, ciò che sta rendendo il rumore un’autentica piaga sociale sono le cosiddette sorgenti sonore mobili, ovvero il traffico veicolare di terra e, nelle aree urbane adiacenti gli aeroporti, il traffico aereo. Le numerose indagini compiute negli ultimi decenni all’estero e in Italia confermano chiaramente questo dato, evidenziando inoltre assoluta preminenza del rumore prodotto dal traffico su gomma che, per la sua intrusività e persistenza nell’arco delle 24 ore provoca un grave degrado della qualità della vita nelle città. L’aumento del numero di veicoli in circolazione, la scarsa manutenzione delle infrastrutture stradali e la conformazione urbanistica delle città contribuiscono ad aggravare il problema. Questo impatto negativo si riflette non solo sulla salute fisica e mentale dei cittadini, ma anche sul valore immobiliare delle abitazioni e sull’attrattività turistica delle città. È necessario quindi un approccio integrato che consideri gli aspetti urbanistici, infrastrutturali e comportamentali per affrontare efficacemente l’inquinamento acustico urbano.

In particolare, gli effetti negativi indotti sull’organismo dall’inquinamento acustico sono raggruppabili in tre principali categorie. Innanzitutto, gli effetti sul sonno, che non consistono solo nelle difficoltà nella fase di addormentamento, ma riguardano la perturbazione dell’intero ciclo del sonno, con conseguenze negative per la salute a breve e lungo termine. In secondo luogo, gli effetti sulla recezione delle comunicazioni sonore, ovvero le difficoltà d’ascolto, che possono determinare sia perdita d’informazione sia la necessità di esercitare sforzi di concentrazione supplementari, con un conseguente maggior affaticamento mentale. In terzo luogo gli effetti sulla capacità di prestazione riscontrati nello svolgimento di lavori che richiedono esecuzione di compiti multipli e consistenti, effetti i quali consistono o in un maggiore affaticamento psichico, o in una diminuzione d’impegno rilevata soprattutto nello svolgimento dei compiti considerati meno importanti. La frammentazione del sonno, causata dal rumore notturno, può portare a sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione, irritabilità e aumento del rischio di incidenti. Questi effetti cumulativi compromettono il benessere e la produttività delle persone. È importante quindi promuovere interventi di mitigazione del rumore, soprattutto nelle ore notturne, per garantire un riposo adeguato alla popolazione.

Strategie e soluzioni per la riduzione 

Sulla strada per contrastare e ridurre l’inquinamento acustico in generale, le prospettive di miglioramento non mancano sia sotto il profilo tecnologico sia sotto quello legislativo. Dopo anni di tentativi incentrati su un abbassamento dei livelli di rumorosità emessi dai singoli autoveicoli, l’attenzione di molti esperti è ora rivolta all’elaborazione di politiche urbanistiche dirette principalmente alla diminuzione dei flussi di traffico nelle aree più acusticamente inquinate e all’aumento dell’isolamento acustico delle facciate e degli infissi. L’introduzione di veicoli elettrici o ibridi, la realizzazione di infrastrutture per il trasporto pubblico efficienti e la promozione di modalità di trasporto alternative, come la bicicletta e il trasporto pedonale, sono strategie chiave per ridurre il rumore nelle città. Inoltre, l’utilizzo di materiali fonoassorbenti nella costruzione di edifici e l’implementazione di barriere antirumore lungo le strade possono contribuire significativamente a mitigare l’inquinamento acustico. È fondamentale anche sensibilizzare la popolazione sull’importanza di comportamenti responsabili, come evitare l’uso eccessivo del clacson e ridurre il volume di apparecchiature audio, per contribuire a creare un ambiente sonoro più vivibile.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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