L’italiano popolare: origine, usi e caratteristiche

italiano popolare

L’italiano popolare è una varietà diastratica tipica di parlanti con un basso grado di istruzione, spesso la licenza elementare, caratterizzata da forti interferenze con il dialetto.  Fu Francesco Bruni a proporre di sostituire il termine ‘italiano popolare’ con ‘italiano dei semicolti’ cioè individui non più analfabeti, non del tutto partecipi della cultura elevata, che hanno acquisito in modo precario la competenza della scrittura, che preferisco il ‘parlato’ ed utilizzano l’italiano scritto in maniera scorretta rispetto alla norma.

Secondo lo studioso Tullio De Mauro le prime tracce di questa varietà compaiono solo dopo l’Unita d’Italia; l’italiano popolare, quindi, si è sviluppato durante il Novecento. Altri studiosi non concordano con De Mauro sostenendo che si sia sviluppato, al contrario, molti secoli prima. I testi che ci permettono di vedere cosa sia realmente l’italiano popolare sono di tipo pratico e privato, legati ad esperienze e situazioni in cui la scrittura rappresentava l’unico modo per mantenere legami con parenti o amici lontani. Coloro che parlano l’italiano popolare, detti anche semicolti, hanno un livello di espressione che dipende dalla loro istruzione e quindi si sforzano di scrivere in una varietà che sia il più vicino possibile all’italiano standard.

Di recente si ha iniziato a guardare l’italiano popolare come una varietà di apprendimento, ovvero un mix tra la lingua madre, il dialetto e la lingua di apprendimento, l’italiano. Per questo motivo lo studio dei semicolti ci permette di indagare metodi di apprendimento non ufficiali della lingua. Proprio per questo degli studi recenti tendono a sottolineare la continuità delle competenze scrittorie, evidenziando la capacità di alcuni semicolti di adattarsi a diversi tipi di testo.

Oggi si sostiene che l’italiano popolare sia in via di estinzione o addirittura scomparso del tutto ed è stato introdotto il concetto di lingua selvaggia per riferirsi a produzioni scolastiche caratterizzate da molti tratti di italiano popolare. Tra i nuovi semicolti abbiamo, per esempio, gli autori di post o commenti pubblicati in rete.

Ci sono delle caratteristiche precise dell’italiano popolare: 

  • a livello grafico: si nota l’assenza dei segni interpuntivi, la mancanza di accenti e di apostrofi, incertezza nell’utilizzo della H nelle forme del presente del verbo avere;
  • a livello morfosintattico: abbiamo delle ridondanze pronominali, l’omissione dei pronomi clitici, l’utilizzo frequente del termine dove al posto del relativo in cui;
  • a livello testuale: vediamo che la scrittura dei semicolti si caratterizza soprattutto per l’incapacità di formare un testo scritto che non sia legato alla comunicazione orale, solitamente si compongono testi che procedono per blocchi separati da vuoti comunicativi, la coerenza e la coesione sono vacillanti, si preferisce l’utilizzo della congiunzione. Il registro è molto legato al livello dell’informalità orale con molte ripetizioni e periodi contorti.
  • a livello lessicale: si utilizzano genericismi come avere per ricevere.

 

Fonte immagine in evidenza: pixabay

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