Luigi XIV di Borbone: il “Sole” della Francia seicentesca

Luigi XIV di Borbone: il “Sole” della Francia seicentesca

Personalità carismatica, capace di vedere e regolare tutto; questo e molto altro ancora incarnava la figura del rinomato sovrano francese, tra i più grandi di tutti i tempi, Luigi XIV di Borbone. 

Conosciuto meglio ancora con l’appellativo del “Re Sole”, Luigi XIV di Borbone ha contrassegnato la storia politica della Francia del XVII secolo, oltre che diventare un simbolo chiave della monarchia assoluta in Europa.

Un sovrano assolutista

Figlio di Luigi XIII e Anna d’Austria, il lungo regno di Luigi XIV cominciò alla tenera età di cinque anni, nel 1643, in seguito alla morte del padre; tuttavia, essendo ancora molto piccolo per poter governare autonomamente, la reggenza venne affidata alla madre Anna, la quale si circondò di figure di fiducia come quella del consigliere italiano Mazzarino. Il sovrano salì ufficialmente al trono di Francia all’età di ventitré anni, in seguito alla morte del primo ministro Mazzarino, avvenuta nel 1661, e il suo regno, oltre che essere il più lungo della storia – regnò per ben 72 anni, fino alla sua morte nel 1715 – rappresentò anche il culmine del cosiddetto assolutismo monarchico. Luigi XIV di Borbone, difatti, fu un re che scelse di governare autonomamente, accentrando tutto il potere nelle sue mani e non più delegandolo ad un primo ministro, come richiedeva la prassi dell’epoca. A questo si aggiunse anche il fatto che, per via delle numerose letture in età giovanile di teorici che parlavano del diritto divino del sovrano, quest’ultimo cominciò ad esercitare una tale supremazia non solo in campo politico, ma anche in altri ambiti (cultura, arte, moda etc.) e si curò attentamente di creare e mantenere intatta una propria immagine pubblica durante tutti gli anni del suo regno. Questa visione assolutistica si traduce perfettamente nella celebre frase affermata dal monarca stesso: «L’État, c’est moi!».

Nonostante Luigi XIV scelse un tipo di politica del tutto autonoma e accentrata, decise comunque di circondarsi di personalità modeste e di fiducia, come quella di Jean-Baptiste Colbert, il finanziario della corona, che si pose l’obiettivo di risanare i conti pubblici e di rilanciare l’economia francese. Inoltre, un ruolo importante lo ebbero anche i consigli, volti a regolamentare i rapporti con lo Stato e con le province del regno. Vi furono anche figure scelte appositamente per fare da portavoce degli interessi locali, chiamati gli intendenti, e coloro che invece si occupavano delle relazioni commerciali, ovvero gli officiers.

Durante i primi anni di regno, Luigi XIV di Borbone visse a Parigi e nelle varie residenze vicine; solo verso la fine del Seicento, nel corso degli anni ’80, il sovrano trasferì la corte a Versailles. Presso quest’ultima, oltre a dominare lo sfarzo e il lusso, si creò tutto un sistema formato da cortigiani, funzionari e ministri che ruotava intorno alla sua figura e che aveva la funzione di farne le lodi dall’alba al tramonto, come se fosse una divinità celeste. Non è un caso che lo stesso re scelse come simbolo di riferimento il sole, proprio perché quest’ultimo ai suoi occhi simboleggiava la centralità, l’ordine che regolava l’universo. Questo è il motivo per cui Luigi XIV viene anche ricordato come il Re Sole.

Luigi XIV e la questione religiosa

Uno dei principali problemi che dovette fronteggiare Luigi XIV durante il suo regno riguardò il fattore religioso, più precisamente i contrasti con i giansenisti, gli ugonotti e con Roma. Per quanto riguarda la questione con i giansenisti, questi ultimi si opposero al centralismo papale e rivendicarono la propria autonomia in campo religioso, situazione che preoccupò decisamente il monarca. A questo si aggiunsero anche gli scontri con la Chiesa di Roma, dal momento che il re proclamò la Dichiarazione in 4 articoli, ovvero un documento in cui si affermava la superiorità della corona francese sul pontefice e sulla Chiesa gallicana. Tuttavia, la cosa più importante che mise in atto Luigi XIV di Borbone in ambito religioso fu l’emanazione dell’Editto di Fontainebleau nel 1685, ovvero un decreto che obbligava i francesi al culto cattolico e che revocava il precedente Editto di Nantes, emanato sotto il regno di Enrico IV e che, invece, aveva sancito la libertà di culto in tutto il territorio. Come conseguenza di ciò, gli ugonotti presenti ancora nel sud della Francia furono costretti ad esiliare.

Le imprese belliche del monarca

Dal punto di vista militare, il sovrano optò per una riorganizzazione dell’esercito – i soldati erano muniti di uniformi appropriate e ben equipaggiati – e affidò alla milizia il compito di difesa locale. Condusse una politica espansionistica contro l’Olanda, le Fiandre e l’Inghilterra e anche in direzione della Germania e dell’Italia del nord. Inoltre, combatté la Guerra di Devoluzione contro la Spagna, ovvero una guerra basata sulle rivendicazioni della Francia di una parte dell’eredità spagnola, dal momento che la moglie di Luigi XIV, Maria Teresa, era la figlia di Filippo IV di Spagna. Tuttavia, il re francese fu costretto a firmare la pace di Aquisgrana, per via delle pressioni esterne, ma riuscì comunque ad ottenere i territori delle Fiandre. Questa situazione riaccese i contrasti con l’Olanda e condusse ad un nuovo scontro tra le due parti, che terminò con l’insuccesso francese. Successivamente, la Francia riaprì anche le ostilità con la Spagna e con l’Inghilterra, ma venne nuovamente sconfitta e, come conseguenza, dovette ritornare indietro una buona parte dei territori conquistati in precedenza. Le guerre intraprese da Luigi XIV di Borbone produssero non poco malessere presso il popolo francese, il quale si vide aumentare le imposte e le spese che portarono, nel corso di tutto il Seicento, a una diffusione sempre maggiore di carestia e miseria.

Il “tramonto” del Sole di Francia

Gli ultimi anni della vita di Luigi XIV furono caratterizzati da un clima decisamente più freddo a corte e sempre più di protesta presso il popolo. La vita a Versailles cambiò drasticamente rispetto agli anni passati, non solo perché il re era ormai vecchio, ma soprattutto perché quest’ultimo aveva sposato, dopo la morte di Maria Teresa, una donna di rango inferiore, piuttosto bigotta, che ne influenzò buona parte delle decisioni finali: Madame de Maintenon. A questo si aggiunse il malcontento dei francesi, il cambio di direzioni delle arti e della cultura e, in particolare, i lutti familiari che colpirono la corona. Fu soprattutto la morte del suo primogenito ed erede al trono, il Gran Delfino di Francia, a segnare duramente la vita del sovrano. Luigi XIV di Borbone morì tristemente a Parigi nel 1715 e la sua morte, al contrario di quanto si potrebbe pensare, suscitò grande gioia e sollievo presso i suoi sudditi, i quali finalmente dissero addio ad un’epoca di crisi, di insofferenza e di inaudita ostentazione.

 

Fonte immagine in evidenza:  Wikipedia

A proposito di Alessia Galante

Studentessa presso l'Università "L'Orientale" di Napoli

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