Maestri dell’Ukie: i 3 più influenti

Maestri dell’Ukie: i 3 più influenti

L’ukie è una corrente artistica spesso messa in ombra dal suo più celebre successore: l’ukiyoeTuttavia, senza la prima, tecniche occidentali come prospettivachiaroscuro e ombra proiettata non avrebbero mai potuto comparire nell’arte giapponese.
Scopriamo insieme chi sono stati i pionieri di questo splendido quanto sottovalutato genere esplorando le stampe dei più grandi maestri dell’ukie!

Okumura Masanobu

Uno dei primi artisti a sperimentare la prospettiva lineare occidentale, nonché inventore del termine ukie, fu Okumura Masanobu( 奥村 政信, 1686–1763), un edokko (江戸っ子, abitante dell’antica capitale, Edo) nato nell’odierna capitale nel 1686.
Inizialmente influenzato dagli insegnamenti della scuola Torii (鳥居派), soprattutto dai lavori di Kiyonobu (鳥居 清信, 1664-1729), in seguito sviluppò una pratica artistica distintiva, distanziandosi gradualmente da ciò che gli era stato insegnato, al fine di sviluppare uno stile autonomo.
Oltre a dedicarsi alla realizzazione di ritratti femminili, noti come bijinga (美人画, “ritratti di belle donne”), il primo artista della nostra lista di maestri dell’ukie, esplorò anche la rappresentazione di interni e paesaggi in prospettiva.
Godendosi il fresco serale vicino al Ponte Ryōgoku rappresenta una peculiare fusione tra ambienti interni ed esterni: in primo piano, uomini e donne si dilettano con danze e giochi tipici, godendosi il fresco serale in veranda; sullo sfondo, oltre al ponte Ryōgoku, sull’estrema sinistra, si possono intravedere imbarcazioni che ritornano verso le sponde, cittadini, edifici e templi.
Questo primo approccio alla prospettiva è alquanto primitivo, ed è semplice notare errori tecnici più o meno gravi nel suo utilizzo: il paesaggio, infatti, appare leggermente distorto e sembra quasi incollato alle pareti, come se fosse carta da parati.
Tuttavia, c’è una buona attenzione ai dettagli che si può notare nell’ombra della donna nascosta dagli shōji (障子, pannelli in carta di riso o altri materiali traslucidi che compongono le tipiche porte scorrevoli giapponesi) al centro della stampa, di cui si intravede anche la continuazione della silhouette nella manica che sporge dal bordo dei pannelli.

Okumura Masanobu 奥村 政信 (1686-1764).
Godendosi il fresco serale vicino al Ponte Ryōgoku
(Ryōgoku bashi yusuzumi ukie) 両国夕涼之図浮絵.
Xilografia policroma, 44.6 x 65.5 cm.
Periodo Edo (1603-1868), 1735-1745.
(Art Institute of Chicago; Clarence Buckingham Collection)

Katsushika Hokusai

Katsushika Hokusai (葛飾北斎, 1760-1849) è uno dei nomi più importanti della storia dell’arte giapponese, ricordato principalmente per i suoi lavori in stile ukiyoe e per la sua grande influenza su artisti europei come Van Gogh, Gauguin e Monet e come precursore del fumetto giapponese con la sua raccolta intitolata Hokusai Manga 北斎漫画, risalente al 1814.
Non molti sanno che, all’inizio della sua carriera, si è cimentato anche con la prospettiva lineare, entrando di diritto nella nostra lista dei maestri dell’ukie.
Ne Il fiume Sumida visto dal ponte Azuma, il pittore e incisore giapponese fa uno scaltro uso della geometria naturale e di quella artificiale (i piloni del ponte): partendo dall’angolo in basso a sinistra e seguendo la traiettoria delle imbarcazioni, lo sguardo dell’osservatore viene naturalmente portato verso l’orizzonte.

Katsushika Hokusai 葛飾 北斎 (1760-1849).
Il fiume Sumida visto dal ponte Azuma (Azumabashi yori Sumida wo miru no zu) 吾妻橋より隅田を見るの図 .
Xilografia policroma, 18.9 x 31.6 cm.
Periodo Edo (1603-1868), 1810 ca.
(Art Institute of Chicago ; Clarence Buckingham Collection)

Nella rappresentazione dell’atto IV del Chūshingura, celebre opera teatrale del 1748 scritta da Takeda Izumo (竹田出雲, 1691-1756), sono visibili, sia nella parte inferiore che in quella superiore, delle nuvole dorate e rossastre che incorniciano la stampa, utilizzate in passato anche come elementi divisori tra diverse scene di una stessa opera.
Il Chūshingura, anche noto come “La vendetta dei quarantasette rōnin” è basato su un incidente storico avvenuto nel 1703, quando i discepoli del Signore di Akō, Naganori Asano (浅野 長矩, 1667-1701), decapitarono l’anziano Signore rivale per vendicare il disonore inflitto al loro maestro.

Maestri dell’Ukie: i 3 più influenti

Katsushika Hokusai 葛飾北斎 (1760-1849).
Atto 4 (Dai yodanme) 第四段目della serie
Nuove immagini prospettiche del Chūshingura (Shinpan ukie Chūshingua)
 新版浮絵忠臣蔵.
Xilografia policroma, 22,5 x 33,5 cm.
Periodo Edo (1603-1868), 1801-1805.
(British Museum)

Utagawa Kuniyoshi

Similmente a Hokusai, anche Utagawa Kuniyoshi (歌川国芳, 1798-1861), un altro dei grandi maestri dell’ukie, rappresentò una parte del Chūshingura, conL’attacco notturno: atto XI”. La stampa possiede un forte impatto visivo: le tre sfumature di blu impiegate nella raffigurazione del cielo notturno, contrastano con la parte inferiore dell’opera, quasi monocroma, eccetto per il fascio di luce rossa proiettato da uno dei samurai sul palazzo, nella parte inferiore destra.
Kuniyoshi impiega abilmente tecniche occidentali quali prospettiva, chiaroscuro e proiezione dell’ombra per illustrare la scena conclusiva in cui i quarantasette rōnin (浪人, “uomo alla deriva”, termine per indicare i samurai decaduti e senza padrone ) assaltano la residenza del loro nemico, Kō no Morono (高師直, morto il 25 marzo 1351), lo trascinano fuori con la forza, lo decapitano e portano la sua testa come offerta alla tomba del maestro caduto, prima di commettere il suicidio rituale collettivo che ha impresso la loro vicenda nelle pagine della storia.

Utagawa Kuniyoshi 歌川 国芳 (1798-1861).
L’attacco notturno: atto XI del Chūshingura (Jūichidanme, yōchi no zu)
十一段目夜討ちの図 .
Xilografia policroma, 243 x 356 cm.
Periodo Edo (1603-1868), 1830 ca.
(Victoria & Albert Museum)

Fonte immagine: Art Institute of Chicago

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A proposito di Christian Landolfi

Studente al III anno di Lingue e Culture Comparate (inglese e giapponese) presso "L'Orientale" di Napoli e al I anno di magistrale in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Martucci" di Salerno. Mi nutro di cultura orientale in tutte le sue forme sin da quando ero piccino e, grazie alla mia passione per i viaggi, ho visitato numerose volte Thailandia e Giappone, oltre a una bella fetta di Europa e la totalità del Regno Unito. "Mangia, vivi, viaggia!"

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