Maledizione di Tutankhamon: la leggenda legata alla tomba del Faraone

Maledizione di Tutankhamon

Maledizione di Tutankhamon: storia, misteri e leggende

La Maledizione di Tutankhamon è una presunta maledizione, più che altro una leggenda, che si ipotizza abbia colpito coloro che parteciparono alla spedizione di ricerca dell’archeologo Howard Carter. Questa spedizione portò alla scoperta della tomba del Faraone nel 1922. Secondo la leggenda, la scoperta infastidì il defunto Faraone, che, per punire i trasgressori del suo riposo eterno, causò la morte di coloro che entrarono nella sua tomba. Le narrazioni relative a questa maledizione sembrano essere più che altro una trovata pubblicitaria dell’epoca, complicate dalla lentezza delle operazioni di “svuotamento” della tomba. Il corpo di Tutankhamon, ad esempio, fu analizzato solo tre anni dopo la scoperta.

Inoltre, vi furono molte poche notizie diffuse sull’argomento, principalmente a causa dell’esclusiva mondiale data dal Times di Londra a Lord Carnarvon, finanziatore del ritrovamento. Questa esclusiva tagliò fuori altri quotidiani dall’accesso alle informazioni, innescando così una violenta campagna denigratoria attorno alla scoperta.

Maledizione di Tutankhamon: la morte colpirà chi disturba il sonno del Faraone

La Maledizione del Faraone era descritta come una punizione mortale per chiunque disturbasse il suo riposo eterno. L’equipe finanziata da Lord Carnarvon comprendeva:
Howard Carter, capo della spedizione, morto diciassette anni dopo la scoperta; Arthur Cruttenden Mace, collaboratore, morto sei anni dopo; Alfred Lucas, chimico, morto ventitré anni dopo; Harry Burton, fotografo, morto diciotto anni dopo; Arthur R. Callender, ingegnere e disegnatore, morto quattordici anni dopo; Percy Newberry, egittologo, morto ventisette anni dopo; Alan H. Gardiner, egittologo filologo, morto quarantuno anni dopo; James H. Breasted, egittologo storico, morto tredici anni dopo; Walter Hauser, architetto, morto trentasette anni dopo; Lindsley Foote Hall, architetto, morto quarantasette anni dopo e Richard Adamson, poliziotto, morto sessanta anni dopo.

Analisi delle morti associate alla maledizione

Esaminando i membri dell’equipe, si nota che solo la morte di Lord Carnarvon può essere considerata collegata temporalmente alla scoperta della tomba. Tuttavia, anche la sua morte avvenne per cause naturali. Nel febbraio del 1923, solo tre mesi dopo la scoperta, fu punto da un insetto. Considerando il clima caldo e umido dell’Egitto e la già precaria salute del nobile, l’infezione provocata dalla puntura gli risultò fatale. Dopo una breve e intensa agonia, egli morì il 5 aprile del 1923 al Cairo.

Le altre morti potrebbero sembrare significative, ma la maggior parte degli studiosi e dei collaboratori presenti alla scoperta visse fino a una vecchiaia. Infatti, più della metà dei membri dell’equipe continuò a vivere tranquillamente, con Carnarvon come unica eccezione mortale significativa nei due anni successivi alla scoperta della tomba. Pertanto, la famosissima storia della maledizione, che per quasi un secolo ha affascinato turisti e ingenerato una misteriosa aura attorno alla tomba del giovane Faraone, si manifesta più come una leggenda metropolitana che come un fenomeno realmente veritiero.

L’origine della maledizione: pubblicità e speculazione

La nascita della Maledizione di Tutankhamon può essere vista anche come risultato di strategie di marketing. L’attenzione destata dalla scoperta della tomba fu sfruttata per alimentare l’interesse del pubblico, incrementando le vendite di biglietti e riviste, oltre a generare un dibattito avvincente sull’egittologia. Articoli e reportage iniziavano a fiorire, contribuendo a costruire e mantenere viva la leggenda della maledizione.

Il ruolo dei media nella diffusione della leggenda

Nel periodo seguente la scoperta, i media giocarono un ruolo fondamentale nella creazione dell’immagine della maledizione. Riviste e giornali iniziarono a pubblicare articoli e contenuti sensazionalistici. Storie di morte e avvenimenti inspiegabili, spesso attribuiti alla maledizione, offrirono un panorama affascinante e misterioso, catturando l’immaginazione del pubblico.

Il giornale Times di Londra e numerosi altri settimanali, sfruttarono questa fervente passione per l’egittologia. Così, l’idea di una maledizione si inserì perfettamente nel contesto sociale e culturale dell’epoca, segnato dal desiderio di giustificare eventi tragici o ingiustificabili avvenuti attorno alla scoperta della tomba.

La tomba di Tutankhamon e il suo valore storico

La tomba di Tutankhamon è un tesoro archeologico di inestimabile valore. Scoperta nella Valle dei Re in Egitto, è riconosciuta come uno dei luoghi di sepoltura meglio conservati dell’antico Egitto, fornendo agli archeologi e agli storici importanti informazioni sui riti funerari, le credenze religiose e la vita quotidiana degli antichi egizi.

L’artefatto più celebre rinvenuto nella tomba è senza dubbio la maschera funeraria in oro di Tutankhamon, che oggi è riconosciuta in tutto il mondo. Gli oggetti trovati nella tomba offrono istantanee incredibili della cultura e di beni di lusso in uso nel periodo, permettendo di comprendere l’importanza del Faraone e il suo status nell’antica società egizia.

L’eredità di Tutankhamon nell’egittologia moderna

La scoperta della tomba di Tutankhamon ha riacceso l’interesse per l’egittologia e ha contribuito significativamente all’espansione dell’archeologia. Ha ispirato numerosi studi, mostre internazionali e conferenze accademiche. La sua eredità perdura anche nel campo della cultura popolare, avendo influenzato film, documentari e opere artistiche.

Ancora oggi, i reperti e le mostre dedicati al Faraone attraggono milioni di visitatori in tutto il mondo, sottolineando un continuo interesse per l’antico Egitto e la sua misteriosa storia. La figura di Tutankhamon è diventata simbolo di una civiltà ricca di risorse, enigmi e conoscenze, il cui fascino non accenna a diminuire.

Conclusione: la maledizione di Tutankhamon come mito e realtà

In conclusione, la Maledizione di Tutankhamon rappresenta un’interessante fusione di mitologia, storia e curiosità. Sebbene sia stata alimentata e utilizzata da pubblicità e narratori nel corso dei decenni, la verità storica rimane. Solo un numero limitato di individui soffrì conseguenze immediatamente mortali all’indomani della scoperta della tomba, e la maggior parte delle morti può essere spiegata attraverso ragioni naturali.

Questa leggenda continua però a catturare l’immaginazione collettiva, instillando un senso di mistero intorno alla figura di Tutankhamon e agli eventi che hanno segnato la sua scoperta. La maledizione, sebbene priva di fondamenti solidi, continua a rimanere un tema di conversazione intrigante e provocatorio che contribuisce a mantenere viva la storia e la cultura dell’antico Egitto.

Fonte immagine: pixabay.com

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