A tutte le donne e ragazze è sicuramente capitato di avere bisogno di sfogarsi con un’amica o con un familiare, per cercare di trovare forza nel confronto e nella condivisione dei propri malesseri e dubbi.
La vita frenetica di tutti – ma soprattutto delle donne, che cercano di orientarsi nella quotidianità dai ritmi serrati di lavoro e famiglia – però spesso costringe la maggior parte delle persone a preferire il ripiegamento su sé stesse, piuttosto che provare a trovare conforto in una semplice telefonata o in una passeggiata in compagnia. Un po’ per timore di risultare invadenti e insistenti nel “costringere” il proprio interlocutore ad ascoltare, un po’ nella consapevolezza (fondata o meno) che poco potrebbe fare per aiutarci.
È proprio dall’esperienza “maturata in realtà dove i canali di comunicazione sono spesso limitati” che nasce il servizio digitale Mama Chat. Nata nel 2016, da un’idea della giovane psicologa Margherita Fioruzzi (che ha anche un master a Dublino in “disuguaglianze sociali”) e di Marco Menconi, ex ingegnere in Google Dublino e consulente esperto digitale, cerca di rispondere alle esigenze di tutte quelle donne con gravi problemi psicologici e sociali che preferiscono chiedere aiuto protette dall’anonimato, senza rinunciare alla professionalità e all’esperienza, e sfruttando uno strumento più moderno e alla portata di tutte come una chat gratuita.
Infatti, se sono sempre meno le donne che conoscono i propri diritti e chiedono consiglio presso figure esperte nel privato, sono tantissime quelle che ricercano in rete la risposta ai propri problemi, da quelli di natura legale a quelli di salute, da quelli di madri a quelli di donne. Tuttavia, spesso in internet trovare consulenze professionali è difficile, soprattutto gratuitamente, e affidarsi ai post su blog o forum diventa per molte la soluzione più immediata e semplice. Con un grave rischio: quello di non trovare una soluzione, o peggio, di perseverare nello stare male.
Mama Chat: da donna a donna, da donna ad esperta
Mama Chat è uno spazio digitale protetto e gratuito, pensato quindi per tutte le donne, che offre loro un supporto psico – sociale, garantendo alle utenti non solo l’anonimato e la privacy, ma anche la possibilità di confronto con figure professionali di grande esperienza e umanità.
Infatti dietro Mama Chat c’è un’associazione composta per ora da 14 persone di cui 10 volontarie ed esperte di psicologia e psicoterapia femminile, di diritto familiare, e educatrici e operatrici sociali, pronta ad aiutare ogni utente. Usare questa chat è facilissimo: basta collegarsi al sito (dove sono forniti orari giornalieri) e creare un contatto cui risponde, dall’altra parte, un consulente che offre il proprio servizio gratuitamente, proprio come su chat più note come WhatsApp o Messenger (ma se non c’è nessun esperta online basta scrivere un’email).
Chatta che… ti aiutiamo!
«Siamo online, ma è come se fossimo un’help-line, una sorta di telefono rosa. Abbiamo uno staff di psicologhe che non fanno terapia, ma informano sui servizi cui rivolgersi. La prima fase di ascolto serve per individuare quale sia il problema della donna che ci ha contattato e che invitiamo a rivolgersi ai servizi territoriali o del Terzo settore più adatti. Mama Chat vuole integrare quanto c’è sul territorio non certo sostituirci ai servizi esistenti. Anzi è fondamentale fare rete» spiega la fondatrice dello sportello digital.
Le utenti del servizio Mama Chat sono di età compresa dai 25 ai 44 anni e cercano aiuto soprattutto a problemi di salute psicologica come disturbi alimentari, di ansia, panico o depressione (anche post – partum), stalking, genitorialità, ma ci sono anche vittime di violenza psicologica o fisica. Già solo nel raccontare, o meglio nel chattare di questi problemi, le donne assumono consapevolezza della gravità della propria situazione e della necessità di un immediato intervento, prima non posseduta proprio perché totalmente dipendenti e ‘assuefatte’ all’ambiente in cui vivono.
Pur essendo un’app pensata in lingua italiana, molte sono le utenti straniere che scrivono in italiano (e questo contribuisce non solo alla loro integrazione nel nostro paese, quanto alla sensazione di avere problemi comuni alle italiane) o che, italiane, risiedono all’estero.
Si parte dall’acronimo API: Ascoltare, Proteggere e Prevenire, Informare e Indirizzare, che è alla base della relazione utente – volontaria Mama Chat: «ponendo delle domande dirette cerchiamo di capire la situazione e subito individuare il livello di gravità. Poi individuiamo il servizio più vicino e adatto a rispondere a vari bisogni». Poi la parola d’ordine diventa empowerment, un rafforzamento dell’autostima e della consapevolezza dei propri diritti e capacità.
Vincitore del Welfare Together, il contest promosso da Reale Mutua, lanciato a Firenze lo scorso settembre nel Wired Next Fest, Mama Chat si propone di diventare uno sportello fondamentale di ascolto online così che ogni donna trovi una figura professionale pronta ad ascoltarla. Per ogni donna che chatta c’è sempre una persona che l’ascolta. In barba alla vita frenetica e agli impegni di amiche e parenti.
Eleonora Vitale
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