Il matrimonio nella religione islamica è un’istituzione sacra e sociale, regolata da norme precise che derivano dal Corano, dalla Sunna (la tradizione del Profeta Maometto) e dalla giurisprudenza islamica (fiqh). Il matrimonio è considerato un contratto tra due persone, ma anche un atto di culto e un mezzo per preservare la moralità e la stabilità della società. In questo articolo, esploreremo le regole, i requisiti, le tradizioni e le diverse interpretazioni del matrimonio nell’Islam, con un’attenzione particolare alle differenze tra diritto islamico e diritto dei paesi islamici.
Il matrimonio nell’Islam: un contratto sacro e sociale
Il matrimonio prima dell’Islam: la Jāhiliyya
Prima della rivelazione coranica, nella società araba pre-islamica (periodo noto come Jāhiliyya, “ignoranza”), esistevano diverse forme di unione matrimoniale, alcune delle quali non prevedevano tutele per la donna.
Secondo un hadith (detto o fatto del Profeta) riportato da ʿĀʾisha, una delle mogli di Maometto, esistevano diverse forme di matrimonio.
Il matrimonio nel Corano e nella Sunna: le fonti del diritto islamico
Con l’avvento dell’Islam, il matrimonio è stato riformato e regolamentato dal Corano e dalla Sunna.
Il matrimonio è considerato un atto di culto (ibadah), un mezzo per preservare la moralità, per procreare e per costruire una famiglia stabile, fondamento della società islamica.
Il matrimonio islamico è un contratto (nikah) tra un uomo e una donna, basato sul consenso reciproco, sulla presenza di testimoni e sul pagamento di un donativo nuziale (mahr) alla sposa.
I requisiti del matrimonio islamico
Il consenso dei coniugi e il ruolo del walī
Uno dei requisiti fondamentali del matrimonio islamico è il consenso libero e consapevole di entrambi i coniugi.
La donna, in particolare, deve esprimere il suo consenso, anche se in alcune scuole giuridiche islamiche è richiesta la presenza di un walī (curatore matrimoniale), che di solito è il padre o un parente maschio della sposa, che agisce come suo rappresentante e tutore.
Il mahr: il donativo nuziale alla sposa
Il mahr è un donativo nuziale che lo sposo deve versare alla sposa al momento del matrimonio.
Il mahr è di proprietà esclusiva della sposa, e può consistere in denaro, beni o qualsiasi altra cosa di valore.
La capacità giuridica e l’età matrimoniale
Per contrarre matrimonio, entrambi i coniugi devono essere puberi, sani di mente e liberi da impedimenti matrimoniali (come la parentela stretta o l’allattamento).
L’età matrimoniale, secondo la legge islamica classica, coincide con la pubertà (la prima emissione spermatica per l’uomo, il primo ciclo mestruale per la donna).
Tuttavia, nei paesi islamici moderni, l’età minima per il matrimonio è spesso stabilita per legge, e può variare da paese a paese.
Il matrimonio islamico nei diversi paesi: tra diritto religioso e diritto statale
È importante distinguere tra il diritto islamico (la sharīʿa e il fiqh) e il diritto dei paesi islamici, che è l’insieme delle norme prodotte dagli organi legislativi statali.
Mentre il diritto islamico è basato sulle fonti religiose (Corano e Sunna) e sull’interpretazione dei giuristi (mujtahid), il diritto dei paesi islamici può variare notevolmente da paese a paese, e può essere influenzato da fattori culturali, sociali e politici.
L’età matrimoniale: esempi di Egitto, Algeria e Marocco
Per quanto riguarda l’età matrimoniale, ad esempio, si possono riscontrare differenze significative tra i diversi paesi islamici.
- Egitto: Inizialmente, prima del 1931, la legge permetteva la registrazione del matrimonio solo se la ragazza aveva almeno 16 anni e il ragazzo 18. Dal 1931, l’età minima per la registrazione è stata fissata a 16 anni per le ragazze e 18 per i ragazzi. Nel 2008, l’età minima è stata portata a 18 anni per entrambi i sessi.
- Algeria: Nel 1984, l’età matrimoniale era fissata a 18 anni per le donne e 21 per gli uomini, con possibilità di deroga in caso di necessità. Nel 2005, l’età minima è stata uniformata a 19 anni per entrambi i sessi.
- Marocco: Nel 2004, con la riforma del codice di famiglia (Mudawwana), è stato stabilito che la donna maggiorenne può stipulare il contratto di matrimonio da sola, senza la necessità del walī, anche se può delegarlo se lo desidera.
Il ruolo del walī: obbligatorio o facoltativo?
Anche per quanto riguarda il ruolo del walī, le legislazioni dei diversi paesi islamici possono differire.
In alcune interpretazioni, la presenza del walī è considerata un requisito essenziale per la validità del matrimonio, mentre in altre è considerata facoltativa o addirittura superflua.
Il matrimonio islamico oggi: sfide e prospettive
Il matrimonio nella cultura arabo-islamica è un’istituzione complessa e in continua evoluzione, che riflette le tensioni tra tradizione e modernità, tra diritto religioso e diritto statale, tra interpretazioni conservatrici e progressiste.
Oggi, molte donne musulmane rivendicano il diritto di scegliere liberamente il proprio coniuge, di negoziare le condizioni del matrimonio e di avere pari diritti e doveri all’interno della famiglia.
La sfida per il futuro è quella di conciliare i principi fondamentali dell’Islam con le esigenze di una società in continua trasformazione, garantendo il rispetto dei diritti umani e la promozione dell’uguaglianza di genere.
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