Mefistofele, un diavolo senza zoccoli

Mefistofele

Ecco l’appassionante leggenda di Mefistofele nelle opere di filosofi, studiosi e scrittori

A differenza di LuciferoSatana, Mefistofele non appare con zoccoli e corna caprini, piuttosto è più vicino alla figura umana. Di fatto, spesso, egli è raffigurato come un uomo molto alto, vestito di nero, con in mano l’iconico libro rosso, all’interno del quale ci sono le firme di coloro che gli hanno ceduto l’anima in cambio di qualcosa.

Secondo Rudolf Steiner, esoterista e teosofo austriaco, mentre Lucifero occulta all’uomo le sue facoltà spirituali che gli permetterebbero di prendere coscienza della forza della sua anima, Mefistofele agisce sulle sue percezioni esteriori, nascondendo all’uomo le forze spirituali responsabili dei fenomeni naturali.

Egli appare per la prima volta con un nome diverso: Mephostophiles, forse preso dall’ebraico: mēfīr “distruttore” e ṭōfël “menzognero” in una leggenda popolare tedesca sul dottor Faust del 1587.

La leggenda di Faust

La leggenda di Faust ha origine nella tradizione popolare tedesca. Qualcuno afferma che tali vicende siano realmente accadute e possano essere ricondotte ad un uomo di nome Johann Georg Faust.  Faust era uno studioso le cui conoscenze spaziavano dalla medicina all’astrologia, fino alla negromanzia, la chiaroveggenza e molto altro, ma la sua brama di sapere non trovava mai pieno compimento. Fu in quel momento che Faust invocò Mefistofele, il quale gli promise che per ventiquattro anni, avrebbe concesso all’uomo un sapere assoluto sul mondo ed ogni scienza, a patto che gli concedesse la sua anima. L’uomo per ventiquattro anni condusse una vita di sapienza, pregno della sua giovinezza e dei suoi piaceri.

Nella notte di venerdì santo del 1540, però, Faust trova la morte in modo violento nella città di Staufen. Fu quello il dettaglio che convinse definitivamente il popolo che la sua morte violenta era il risultato di un patto occulto con una figura malvagia.

Mefistofele chiamato anche M. è presente in diverse opere, ma è noto soprattutto grazie alla rappresentazione che ne dà Goethe, scrittore, poeta e drammaturgo tedesco, il quale scrisse il dramma a più riprese, nel corso di tutta la sua vita.  Nell’opera di Goethe, c’è una scommessa tra Mefistofele e Dio. Il diavolo scommette che riuscirà a traviare l’anima del povero uomo, ma Dio che ha fiducia nell’animo umano, accetta di buon grado.

L’opera di Goethe a differenza di altre ha un finale positivo, infatti pur avendo ceduto al sapere, Faust, alla sua morte viene salvato dagli angeli, i quali redimono il peccato dell’uomo, riconoscendo nella sua perdizione lo scopo del progredire, e quindi, di fatto, Faust appare meritevole di salvezza. Il Faust di Goethe rappresenta l’attività dell’uomo che non trova resa davanti all’innovazione e alla sapienza, e la colpa peggiore non risulta quindi la fame di conoscenza, quanto piuttosto l’inerzia e l’autocompiacimento. Il libro di Goethe avrà l’autorizzazione di essere pubblicato dallo stesso, solo postumo.

Mefistofele nella cultura pop

M. è nelle opere di molti autori, anche in quelle più moderne. William Shakespeare cita Mephistophilus ne “le allegre comari di Windsor”. Scenari di certo più moderni quelli della Marvel Comics, la quale si è ispirata a Mefistofele per il suo villain, Mefisto. Chiare le citazioni anche per la musica, come nell’album The Pale Emperor del cantante Marilyn Manson.

Se da una parte Lucifero viene definito come “Portatore di Luce”, Mefistofele, grazie all’analisi del suo nome (dal greco mē “non”, phōs “luce” e philos “amante) ci suggerisce l’appellativo di “Colui che non ama la luce”.

Una contrapposizione di luce ed ombre, quindi, che alla base racconta uno dei miti più antichi del mondo, dove il bene è sempre seguito dal male, e dove da tempi antichi, l’uomo, fa accordi con chi pensiamo non esista affatto, mettendo a rischio persino la sua anima.

Fonte immagine: Pixabay.

 

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