Avete mai sentito parlare di memoria a breve termine e lungo termine?
Una delle primissime cose da sapere è che la memoria è un sistema di processi mentali che ci consente di registrare, archiviare e recuperare informazioni, eventi, fatti personali ed esperienze vissute.
I primi studi sulla memoria risalgono all’Ottocento grazie allo psicologo tedesco Hermann Ebbinghaus il quale ha condotto esperimenti attraverso i quali cercava di memorizzare “materiale neutro” ossia privo di significato, il cui ricordo non poteva dipendere da esperienze pregresse. Il suo obiettivo era quello di studiare la “memoria pura”.
L’esperimento messo in atto da Ebbinghaus, adoperando se stesso come soggetto sperimentale, è conosciuto come “esperimento dei trigrammi”: egli provò a memorizzare dei trigrammi ovvero la sequenza di tre lettere prive di senso (es: FGR-KTU-PLC ecc) per verificare se, a distanza di tempo, le ricordava correttamente. Venne fuori che:
- Il ricordo dei trigrammi appresi diventava sempre meno importante man mano che passava il tempo;
- Il ricordo dei trigrammi risultava maggiore quando lo studio avveniva distribuito in diverse fasi e non in una sola volta;
- Riusciva a ricordare meglio i trigrammi presenti all’inizio e alla fine della sua lista.
Prima di passare alla memoria a breve termine e lungo termine è bene sapere che la teoria della memoria ancora oggi più influente è stata elaborata alla fine degli anni ’60 del Novecento da due studiosi americani: Richard Atkinson e Richard Shiffrin. Tali studiosi hanno dimostrato che essa è “multisistemica” ossia costituita da tre sistemi di memorizzazione (chiamati anche magazzini).
Il primo magazzino corrisponde alla memoria sensoriale, la quale mantiene per un tempo brevissimo le informazioni influenzate dagli organi di senso. Il magazzino più studiato è quello visivo, denominato anche memoria iconica (corrisponde alla capacità di ricordare ciò che vediamo).
La memoria ecoica, invece, corrisponde alla capacità di ricordare ciò che sentiamo con l’udito e ha un tempo di mantenimento in memoria più lungo rispetto alla vista.
Il secondo magazzino corrisponde alla memoria a breve termine, identificata anche con l’acronimo (MBT). La memoria a breve termine svolge un ruolo importante in molti gesti della nostra quotidianità, non solo quando vogliamo scrivere un numero, ma anche quando siamo impegnati nella lettura di un testo, perché consente di trattenere l’informazione elaborata di recente in modo tale da poter avanzare nello svolgimento dell’attività in cui siamo impegnati. Essa riceve l’informazione proveniente dalla memoria sensoriale e la elabora, assegnandole un significato.
La MBT quindi è una sorta di “area di parcheggio” dove si codificano le informazioni prima di arrivare a quella a lungo termine (MLT).
Il terzo magazzino, infine, corrisponde alla memoria a lungo termine (MLT). Qui le informazioni in arrivo dalla MBT e vengono mantenute in maniera permanente.
I due principali tipi di memoria a lungo termine sono: dichiarativa, che raccoglie le informazioni relative alla descrizione delle cose (“che cosa sono”); procedurale, la quale raccoglie le informazioni su come si usano le cose (“il modo in cui si fanno)”.
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