Il ciclo mestruale, un processo fisiologico naturale che accompagna la vita delle donne dall’adolescenza alla menopausa, è stato per secoli avvolto da un alone di mistero, superstizione e tabù. Se oggi, grazie alla scienza e all’educazione, sappiamo che le mestruazioni sono un segno di salute e fertilità, in passato erano spesso considerate fonte di impurità, di vergogna e persino di pericolo. Questo articolo ripercorrerà la storia delle mestruazioni nell’antichità, esplorando le credenze, i divieti e le pratiche legate al ciclo mestruale nelle diverse culture e periodi storici, per capire come si è evoluto (e come persiste) il tabù.
Mestruazioni nell’antichità: storia, tabù e credenze popolari
Il ciclo mestruale: un tabù millenario
Le mestruazioni come fonte di impurità e potere
Il termine menarca (dal greco antico μήν (mēn) “mese” e ἀρχή (arkhē) “inizio”) indica la prima mestruazione, un evento che segna l’inizio della vita fertile della donna.
Nel corso della storia, le mestruazioni sono state spesso associate a concetti di impurità, sporcizia e pericolo, ma anche di potere, fertilità e mistero.
Molte culture hanno sviluppato tabù e divieti legati al ciclo mestruale, limitando la partecipazione delle donne alla vita sociale, religiosa e sessuale durante questo periodo.
La lotta contro gli stereotipi e la normalizzazione del ciclo
Ancora oggi, in molte parti del mondo, le mestruazioni sono un argomento tabù, fonte di vergogna e discriminazione.
Tuttavia, negli ultimi decenni, grazie al movimento femminista e all’impegno di molte donne e organizzazioni, si sta assistendo a una crescente consapevolezza e a una lotta contro gli stereotipi e i pregiudizi legati al ciclo mestruale.
L’obiettivo è quello di normalizzare le mestruazioni, di parlarne apertamente e di garantire a tutte le donne l’accesso a prodotti per l’igiene femminile e a informazioni corrette e complete.
Mestruazioni nell’antichità classica: Grecia e Roma
Mena: la dea delle mestruazioni e della fertilità
Nella mitologia greca e romana, esisteva una divinità associata alle mestruazioni e alla fertilità femminile: Mena.
Questa figura divina, pur non essendo tra le più note del pantheon classico, testimonia l’importanza attribuita al ciclo mestruale in queste culture.
Le credenze popolari: impurità, tossicità e poteri magici
Nonostante l’esistenza di una divinità protettrice, le mestruazioni nell’antichità classica erano spesso considerate fonte di impurità e di pericolo.
Si credeva che il sangue mestruale avesse poteri magici, sia positivi che negativi, e che potesse contaminare oggetti, persone e luoghi.
Le donne mestruate erano spesso soggette a restrizioni e divieti, come l’esclusione da cerimonie religiose o da attività sociali.
Plinio il Vecchio e la *Naturalis Historia*
Uno dei resoconti più dettagliati e influenti sulle credenze relative alle mestruazioni nell’antica Roma si trova nell’opera Naturalis Historia di Plinio il Vecchio.
Plinio descrive il sangue mestruale come una sostanza potente e pericolosa, capace di inacidire il vino, far appassire le piante, arrugginire il ferro, far impazzire i cani e persino uccidere le api.
Queste credenze, pur essendo prive di fondamento scientifico, riflettono la paura e la diffidenza che circondavano il ciclo mestruale nell’antichità.
Le mestruazioni nel Medioevo: tra religione e superstizione
La malnutrizione e le gravidanze: un ciclo meno frequente
Nel Medioevo, le donne avevano in media meno cicli mestruali rispetto a oggi, a causa della malnutrizione, delle frequenti gravidanze e dell’allattamento prolungato.
Tuttavia, le mestruazioni continuavano a essere considerate un fenomeno misterioso e potenzialmente pericoloso, associato all’impurità e al peccato.
Assorbenti rudimentali e divieti sull’abbigliamento
In assenza di assorbenti igienici আধুনিকi, le donne medievali utilizzavano stracci di stoffa, muschio o altri materiali assorbenti per gestire il flusso mestruale.
Inoltre, alle donne era vietato indossare pantaloni o mutande, considerati indumenti maschili, il che rendeva ancora più difficile gestire l’igiene intima durante il ciclo.
Il Vecchio Testamento e il *Decretum Gratiani*: la condanna religiosa
La concezione negativa delle mestruazioni nel Medioevo era influenzata anche dalla religione. Nel Vecchio Testamento, in particolare nel libro del Levitico, si trovano prescrizioni che considerano impura la donna durante il ciclo mestruale e che impongono restrizioni e rituali di purificazione.
Queste prescrizioni furono riprese e rafforzate dal Decretum Gratiani, una raccolta di diritto canonico compilata nel XII secolo, che ebbe grande influenza sulla legislazione e sulla mentalità dell’epoca.
Dal ‘900 a oggi: l’evoluzione dell’igiene femminile e la lotta contro i tabù
L’arrivo degli assorbenti usa e getta
La situazione iniziò a cambiare radicalmente nel corso del XX secolo, con l’invenzione e la diffusione degli assorbenti igienici usa e getta.
Negli Stati Uniti, i primi assorbenti usa e getta comparvero alla fine dell’Ottocento, ma la loro diffusione su larga scala avvenne durante la Prima Guerra Mondiale, quando le donne iniziarono a lavorare nelle fabbriche e avevano bisogno di soluzioni più pratiche e igieniche.
La situazione attuale: progressi e sfide ancora aperte
Oggi, grazie ai progressi della scienza, della medicina e dell’educazione, molte delle antiche credenze e superstizioni sulle mestruazioni sono state sfatate.
Tuttavia, il ciclo mestruale rimane ancora un tabù in molte culture e contesti sociali, e le donne continuano a lottare contro la discriminazione e la vergogna legate a questo fenomeno naturale.
La strada verso la piena accettazione e normalizzazione delle mestruazioni è ancora lunga, ma i progressi compiuti negli ultimi decenni sono incoraggianti.
La storia delle mestruazioni nell’antichità ci mostra come un fenomeno naturale e fisiologico possa essere trasformato in un tabù, in una fonte di discriminazione e di esclusione sociale.
La lotta contro i pregiudizi e gli stereotipi legati al ciclo mestruale è una battaglia culturale e sociale che riguarda tutti, uomini e donne, e che è fondamentale per costruire una società più giusta, equa e inclusiva.
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