Il termine «mudrā» deriva dal sanscrito e ha il significato di sigillo o segno. Indica una serie di gesti simbolici eseguiti con le mani e caratterizzati da una forte carica energetica. Le mudrā vengono utilizzate nello yoga, durante le pratiche meditative o cerimonie di iniziazione del buddhismo tibetano e anche nelle danze classiche indiane. Le loro origini rimangono incerte, ma l’uso delle mudrā è molto antico e frequente specie nel contesto religioso orientale. È probabile che in passato questi gesti fossero parte di un linguaggio gestuale quotidiano e che il loro valore simbolico sia stato sviluppato nell’ambito artistico. Con le prime rappresentazioni antropomorfe del Buddha a Mathurā tra il I e il VI secolo d.C. e con le sculture del Gandhāra (100 – 400 d.C.) le mudrā aiutavano a veicolare messaggi spirituali fondamentali per il Buddhismo.
Le diverse tipologie di mudrā e il loro significato
Esistono diversi tipi di mudrā, alcuni variano di tradizione in tradizione, mentre altre più famose sono uguali e vengono utilizzate per gli stessi scopi sia in contesto buddhista che induista. Le mudrā più frequenti sono:
Abhayamudrā: la mano destra è all’altezza delle spalle con il palmo rivolto verso l’esterno e le dita puntate verso l’alto, serve ad allontanare la paura e garantire pace e protezione
Varadamudrā: il palmo è aperto verso l’alto mentre le dita puntano verso il basso, simboleggia la distribuzione dei doni e l’offerta
Bhūmisparśamudrā: la mano destra è appoggiata sul ginocchio con il palmo nascosto mentre la mano sinistra è posta sul ventre ed è rivolta verso l’alto, indica la possibilità di raggiungere l’Illuminazione durante la pratica meditativa
Dharmachakramudrā: pollice e indice delle due mani si unisono per formare un cerchio che simboleggia la ruota del Dharma
Vitarkamudrā: pollice e indice di una sola mano si toccano così da formare un cerchio utile a far fluire l’energia
Dhyanamudrā: la mano destra (che rappresenta l’Illuminazione) è posizionata sopra la sinistra (che rappresenta il mondo delle illusioni) con i palmi rivolti verso l’alto, è la tipica posizione da meditazione
Qualunque sia la necessità, è possibile praticare una o più di queste mudrā per ottenere benefici sul piano fisico o spirituale.
Le mudrā nello yoga e nelle danze classiche indiane
Le mudrā vengono utilizzate frequentemente anche durante la pratica yogica per completare delle posizioni dette āsana nelle fasi meditative. Ogni gesto è legato al concetto dei cinque elementi poiché in ogni dito scorre il prāṇa (forza vitale, energia) di ogni elemento. Il pollice è associato al fuoco, l’indice all’aria, il dito medio all’elemento etere, l’anulare alla terra e il mignolo all’elemento acqua. Alcune delle mudrā più utilizzate durante la pratica dello yoga servono per stimolare la concentrazione, aumentare il livello di energia e promuovere la stabilità e il radicamento (prana mudrā, gyan mudrā e chin mudrā). Questi sono solo alcuni dei gesti simbolici che facilitano il flusso di energia attraverso il corpo e accompagnano meglio il praticante durante le fasi meditative più profonde e impegnative.
Nelle danze classiche indiane l’uso delle mudrā è un elemento essenziale. Nel Nātyaśāstra, il testo più importante sul teatro e le danze indiane, vengono definiti due tipi di mudrā: Asamyuta Hasta, mudrā con una mano, e Samyuta Hasta, mudrā con entrambe le mani. Esistono dei mudrā-radice molto simili per ogni tradizione che vengono combinati con movimenti del corpo e del viso differenti. Possono rappresentare elementi naturali, azioni, personaggi reali o inventati. Anche in questo caso, il loro valore è profondamente spirituale. Il rasa ovvero l’essenza della performance ha come obiettivo quello di suscitare nello spettatore un godimento che è considerato una sorta di “anticipazione” della liberazione (mokṣa o nirvāṇa).
I benefici che portano le mudrā sembrano essere innumerevoli e possono essere praticate nella modalità che maggiormente si preferisce, attraverso la meditazione o la danza, in modo tale da favorire il benessere fisico e mentale, ed elevarsi spiritualmente.
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