Niō: i guardiani dei templi buddhisti

Niō: i guardiani dei templi buddhisti

Visitando alcuni templi buddhisti, all’ingresso sarà impossibile non notare due grandi statue, raffiguranti i cosiddetti Niō.

I più conosciuti sono, probabilmente, quelli situati in Giappone, ma è possibile ammirarli in vari paesi in cui si è diffuso il buddhismo, tra cui Cina e Corea.

Chi sono i Niō?

I Niō sono considerati i difensori della spiritualità, motivo per cui sono posti a proteggere l’ingresso dei templi. Essi sono generalmente raffigurati come due figure umanoidi con espressioni facciali particolarmente feroci ed espressive, in una posizione intimidatoria. Nel loro compito di protezione degli insegnamenti buddhisti, i Niō svolgono una funzione apotropaica, allontanando le influenze maligne. Essi, infatti, impugnano delle armi, generalmente una vajra (un tipo di clava, simbolo del potere spirituale del buddhismo) ed una spada. L’assegnazione delle due armi, però, non è casuale.

Agyō e Ungyō

I Niō sono due figure contraddistinte: Agyō (o Misshaku Kongō) e Ungyō (o Naraen Kongō). Il primo è solitamente rappresentato in colore rosso, con la bocca aperta e con la vajra impugnata nella mano destra. Il secondo è generalmente associato al colore blu (o verde), si mostra con la bocca chiusa, brandendo una spada nella mano sinistra, ma è possibile trovarlo anche a mani nude. Inoltre, è importante sottolineare come, a causa della corrosione per causata dagli agenti atmosferici, il colore delle statue spesso non siano più distinguibili. In linea generale, potremmo definire Agyō e Ungyō una coppia complementare, riuscendo a rappresentare forza (Ugyō) e compassione (Ungyō).

Il buddhismo nell’arte giapponese

Sin dalla sua introduzione nel Paese del Sol Levante, il buddhismo è stato soggetto di una produzione artistica ed architettonica inestimabile. I Niō sono solo una piccola parte delle riproduzioni scultoree a tema religioso, basti pensare al famosissimo Daibutsu di Kamakura, situato nel Tōdai-ji. Il Grande Buddha è una delle numerose raffigurazioni del pantheon buddhista, che vanta una grande varietà al suo interno. Possiamo trovare Śākyamuni (definito anche “Buddha storico”), il soggetto delle fonti letterarie; Miroku, spesso rappresentato come successore di Siddhārtha Gautama; ancora, il Buddha più popolare è probabilmente Amida, il cui paradiso può essere raggiunto tramite la semplice pratica del nenbutsu (l’invocazione del suo nome in punto di morte), che permise l’ampia diffusione del suo culto. Oltre ai vari Buddha, è possibile trovare, ai loro fianchi, i bodhisattva, coloro che sono riusciti a raggiungere l’Illuminazione ma, spinti dalla compassione, decidono di rimanere nel mondo per aiutare gli esseri umani. Il bodhisattva più popolare nella tradizione giapponese è, probabilmente, Kannon. Spesso raffigurata in sembianze femminili, è solitamente rappresentata con più volti e molteplici braccia, a dimostrazione della sua natura salvifica. Oltre ai Niō, sono presenti altri guardiani, come i Myō-ō, alcune divinità induiste poi convertite al buddhismo, con il compito di proteggere la Legge del Buddha.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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