Nomi delle stelle: origine e significato tra storia e mitologia

Nomi delle stelle: come vengono decisi?

Nomi delle stelle: origine e significato tra storia e mitologia

Fin dai tempi più remoti, l’uomo ha rivolto lo sguardo alla volta celeste, cercando correlazioni tra gli eventi della propria vita e i fenomeni cosmici. I nomi delle stelle, così come quelli delle costellazioni, sono il frutto di un lungo processo di osservazione, interpretazione e narrazione che affonda le sue radici nella preistoria. In questo articolo ripercorreremo la storia dei nomi delle stelle, dalle prime civiltà fino ai giorni nostri, scoprendo come essi siano legati a miti, leggende, esigenze pratiche e credenze religiose. Un viaggio affascinante che ci condurrà tra le costellazioni babilonesi, le divinità egizie, i miti greci e romani, fino ai moderni cataloghi stellari, svelando il significato e l’origine dei nomi delle stelle che ancora oggi illuminano le nostre notti.

Dai primordi al Medioevo: l’evoluzione dei nomi delle stelle

L’attribuzione di nomi alle stelle è una pratica antichissima, che risale addirittura al Paleolitico. Già in quest’epoca, infatti, si possono individuare i primi sistemi di costellazioni e tracce di culti religiosi legati agli astri. Nel Neolitico, poi, i nomi delle stelle si arricchiscono di riferimenti alla vita agricola e pastorale, riflettendo l’importanza che l’osservazione del cielo aveva per queste attività.

Paleolitico e Neolitico: prime osservazioni e culti astrali

Le prime testimonianze di un interesse per il cielo stellato risalgono al Paleolitico, con incisioni rupestri che potrebbero rappresentare semplici costellazioni. Nel Neolitico, con l’affermarsi dell’agricoltura, l’osservazione del cielo divenne fondamentale per stabilire i cicli stagionali e i momenti più adatti per la semina e il raccolto. È in questo periodo che, probabilmente, si iniziarono ad attribuire nomi alle stelle e a raggrupparle in costellazioni, associandole a figure mitologiche o ad aspetti della vita quotidiana.

Babilonesi ed Egizi: costellazioni, calendari e carte stellari

Furono i Babilonesi, nel II millennio a.C., a realizzare il primo sistema di costellazioni, dando alle stelle nomi, nella quasi totalità di origine sumerica, legati al ciclo delle stagioni. Svilupparono, inoltre, un calendario lunare basato sul susseguirsi dei fenomeni celesti. Gli Egizi, invece, realizzarono la più antica carta stellare a noi nota, dimostrando una notevole conoscenza del cielo e dei suoi movimenti.

Fenici e la navigazione: l’Orsa Minore come guida

I Fenici, abili navigatori, utilizzavano le stelle per orientarsi in mare aperto. In particolare, si servivano dell’Orsa Minore e della Stella Polare, che indica il Nord, come punti di riferimento per le loro rotte. La capacità di navigare seguendo le stelle contribuì alla diffusione della cultura e dei commerci nel Mediterraneo.

Greci e Romani: i nomi delle stelle tra mito e scienza

Furono soprattutto gli astronomi greci e romani a dare forma al sistema di nomenclatura stellare che, in parte, utilizziamo ancora oggi. Essi catalogarono le stelle visibili a occhio nudo e le raggrupparono in costellazioni, associandole a miti e leggende.

Eudosso di Cnido, Ipparco di Nicea e Claudio Tolomeo: i cataloghi stellari

Tra i principali astronomi dell’antichità si ricordano Eudosso di Cnido (IV secolo a.C.), Ipparco di Nicea (II secolo a.C.) e Claudio Tolomeo (II secolo d.C.). Ipparco, in particolare, compilò il primo catalogo stellare, descrivendo la posizione e la luminosità di circa 850 stelle. Tolomeo, nel suo Almagesto, riprese e ampliò il lavoro di Ipparco, catalogando oltre 1000 stelle e suddividendole in 48 costellazioni.

Catasterismi: quando i miti diventano stelle

Nella cultura greca e romana, mitologia e astronomia erano strettamente intrecciate. Molte costellazioni e stelle ricevettero i nomi di divinità, eroi e personaggi mitologici. Questo fenomeno, noto come catasterismo, trasformava i miti in immagini celesti, proiettando sulla volta stellata le storie e le credenze di queste civiltà. Ad esempio, i Greci chiamavano planētai, ovvero “erranti”, quei corpi celesti che sembravano muoversi rispetto alle stelle fisse, e diedero loro i nomi delle divinità dell’Olimpo.

L’eredità araba: i nomi delle stelle nell’Almagesto di Tolomeo

Durante il Medioevo, gli astronomi islamici diedero un contributo fondamentale allo studio del cielo. Essi tradussero e studiarono l’Almagesto di Tolomeo e assegnarono nomi arabi a molte stelle, nomi che sono in uso ancora oggi. Basti pensare ad Aldebaran, Betelgeuse, Rigel, Vega, Deneb e Altair, tutti di origine araba.

Sirio, Orsa Maggiore e Minore, Andromeda e Perseo: storie di stelle

Molti dei nomi delle stelle più famose derivano da miti e leggende dell’antichità. Vediamo alcuni esempi:

Sirio e il suo legame con la calura estiva

Sirio, la stella più luminosa del cielo notturno, deve il suo nome al greco sèirios, che significa “ardente”. Gli antichi Greci associavano, infatti, la comparsa di questa stella, all’orizzonte, all’inizio del periodo più caldo dell’estate, a fine agosto. Sirio fa parte della costellazione del Cane Maggiore ed è anche detta, per questo motivo, la “stella del cane”.

Le Orse: Callisto, Arcas e la maledizione di Era

Le costellazioni dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore sono legate al mito di Callisto, una ninfa compagna di Artemide. Secondo Ovidio, Zeus, invaghitosi di Callisto, la sedusse e la ingravidò. Era, la moglie di Zeus, per vendicarsi trasformò Callisto in un’orsa. Anni dopo, il figlio di Callisto, Arcas, durante una battuta di caccia, stava per uccidere la madre, non riconoscendola. Zeus, per evitare la tragedia, trasformò anche Arcas in un orso e li pose entrambi in cielo, dando origine alle costellazioni dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore. Era, però, maledisse le due costellazioni, costringendole a girare per sempre intorno al polo nord celeste, senza mai potersi riposare sotto l’orizzonte: per questo motivo, le Orse sono costellazioni circumpolari, sempre visibili nell’emisfero boreale.

Il mito di Andromeda e Perseo: un’intera famiglia nel cielo

Il mito di Andromeda, figlia dei sovrani di Etiopia, Cefeo e Cassiopea, è rappresentato in cielo da un intero gruppo di costellazioni. Andromeda, per punire l’arroganza della madre Cassiopea, fu incatenata a uno scoglio e offerta in sacrificio a un mostro marino inviato da Poseidone. L’eroe Perseo, però, la salvò e la sposò. Per ricordare questa vicenda, gli dei posero in cielo le costellazioni di Andromeda, Perseo, Cassiopea, Cefeo e della Balena, che rappresenta il mostro marino.

Le Pleiadi: le sette sorelle e il cacciatore Orione

Le Pleiadi, un ammasso stellare ben visibile a occhio nudo nella costellazione del Toro, sono protagoniste di un altro mito greco. Secondo la leggenda, le Pleiadi erano sette sorelle, figlie del titano Atlante e della ninfa Pleione. Un giorno, mentre passeggiavano, incontrarono il cacciatore Orione, che si innamorò di loro e iniziò a inseguirle. Le Pleiadi, per sfuggire alle sue attenzioni, chiesero aiuto agli dei, che le trasformarono prima in colombe e poi in stelle, collocandole nel cielo. Anche Orione fu trasformato in una costellazione, insieme al suo Cane, e ancora oggi sembra inseguire le Pleiadi nel loro moto apparente nella volta celeste. Le Pleiadi, data la loro grande visibilità, sono state un punto di riferimento per molte culture, che le hanno associate a miti e leggende.

Nomenclatura moderna (nomi delle stelle moderne): cataloghi stellari e Unione Astronomica Internazionale

Con l’avvento del telescopio e di strumenti di osservazione sempre più sofisticati, il numero di stelle conosciute è aumentato esponenzialmente, rendendo necessaria l’adozione di sistemi di nomenclatura più efficienti e razionali. Nacquero così i cataloghi stellari, che elencano le stelle in base a coordinate, magnitudine, spettro e altre caratteristiche. Oggi, l’Unione Astronomica Internazionale (IAU) è l’unica organizzazione riconosciuta dalla comunità scientifica per assegnare i nomi ai corpi celesti. La maggior parte delle stelle è identificata da un numero di catalogo, mentre solo una piccola parte, in genere le più brillanti o significative per motivi storici o culturali, conserva un nome proprio, spesso di origine araba, greca o latina. Grazie ai moderni cataloghi stellari, gli astronomi possono identificare e studiare con precisione le stelle, svelando i segreti dell’universo e ampliando la nostra conoscenza del cosmo.

Fonte articolo: Pixabay

A proposito di Adele Migliozzi

Laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico, coltivo una grande passione per la scrittura e la comunicazione. Vivo in provincia di Caserta e sono annodata al mio paesello da un profondo legame, dedicandomi con un gruppo di amici alla ricerca, analisi e tutela degli antichi testi dialettali della tradizione locale.

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