‘O surdato ‘nnammurato, storia della canzone napoletana

'O surdato 'nnammurato, storia della canzone napoletana

‘O surdato ‘nnammurato è una delle canzoni più celebri e amate del patrimonio musicale napoletano. Composta nel 1915, durante la Prima Guerra Mondiale, questa canzone è diventata un simbolo di amore, di nostalgia e di speranza, capace di commuovere e appassionare generazioni di ascoltatori. Ma qual è la storia di questa canzone? Chi sono i suoi autori? E come è diventata l’inno della tifoseria del Napoli calcio? Scopriamolo insieme.

Le origini di ‘O surdato ‘nnammurato: una canzone nata durante la Prima Guerra Mondiale

Aniello Califano e Enrico Cannio: gli autori della canzone

‘O surdato ‘nnammurato fu scritta nel 1915 da Aniello Califano, poeta e paroliere originario di Sorrento, e musicata da Enrico Cannio, compositore napoletano.
Califano, pur essendo lontano dalla guerra, era profondamente sensibile alle sofferenze dei soldati al fronte e scrisse i versi della canzone ispirandosi alle lettere che i militari inviavano alle loro famiglie e alle loro amate.

Il contesto storico: la guerra di trincea e la sofferenza dei soldati

La canzone nacque negli anni della Prima Guerra Mondiale, un conflitto che vide l’Italia impegnata in una sanguinosa guerra di trincea sul fronte alpino.
Milioni di giovani uomini furono strappati alle loro case e alle loro famiglie, costretti a vivere in condizioni disumane e a confrontarsi quotidianamente con la morte e la sofferenza.
In questo contesto, la canzone di Califano e Cannio divenne un’espressione autentica dei sentimenti di sconforto, malinconia e amarezza che pervadevano l’animo dei soldati.

Il significato di ‘O surdato ‘nnammurato: un inno all’amore e alla pace

La lettera di un soldato alla sua amata: un messaggio universale

Il testo di ‘O surdato ‘nnammurato è una lettera immaginaria che un soldato scrive alla sua amata, esprimendo la sua nostalgia, il suo dolore per la lontananza e il suo desiderio di tornare a casa.
Nonostante la semplicità e la dolcezza dei versi, la canzone trasmette un messaggio universale di amore, di speranza e di pace, che trascende il contesto bellico e parla al cuore di chiunque abbia provato la sofferenza della separazione.

Dalla canzone d’amore all’inno antibellico: la censura e la diffusione tra le truppe

Inizialmente, la canzone fu osteggiata dalla propaganda militarista, che la considerava “disfattista” e pericolosa per il morale delle truppe.
Tuttavia, la sua forza espressiva e la sua capacità di toccare le corde più profonde dell’animo umano la resero popolare tra i soldati, che la cantavano spontaneamente nelle trincee, nonostante i divieti e le punizioni.
‘O surdato ‘nnammurato divenne così un inno non ufficiale di chi sognava la fine della guerra e il ritorno alla vita normale.

‘O surdato ‘nnammurato: da canzone popolare a inno del Napoli calcio

L’interpretazione di Anna Magnani e Massimo Ranieri

Nel corso del Novecento, ‘O surdato ‘nnammurato è stata interpretata da numerosi artisti, diventando un classico della canzone napoletana.
Una delle interpretazioni più celebri è quella di Anna Magnani nel film La sciantosa di Alfredo Giannetti (1971), in cui l’attrice canta la canzone di fronte a un pubblico di soldati feriti.
Tra gli interpreti contemporanei, spicca Massimo Ranieri, che ha contribuito a far conoscere la canzone a un pubblico più vasto.

L’adozione come inno della tifoseria napoletana: la partita Lazio-Napoli del 1975

L’episodio che ha consacrato ‘O surdato ‘nnammurato come inno della tifoseria del Napoli calcio risale al 1975.
Durante una partita tra Lazio e Napoli allo Stadio Olimpico di Roma, i tifosi napoletani iniziarono a cantare il ritornello della canzone («Oje vita, oje vita mia…») dopo aver appreso che la Juventus, diretta concorrente per lo scudetto, stava perdendo a Torino.
Da quel momento, ‘O surdato ‘nnammurato è diventata l’inno ufficiale del Napoli, cantato a squarciagola dai tifosi durante le partite, come espressione di amore, di fedeltà e di orgoglio per la propria squadra e per la propria città.

Testo di ‘O surdato ‘nnammurato (con traduzione)

Ecco il testo originale in napoletano e la traduzione in italiano:

Testo originale (napoletano):
Staje luntana da stu core,
a te volo cu ‘o penziero:
niente voglio e niente spero
ca tenerte sempe a fianco a me!
Sì sicura ‘e chist’ammore
comm’i’ só’ sicuro ‘e te…

Oje vita, oje vita mia,
oje core ‘e chistu core,
sì stata ‘o primmo ammore
e ‘o primmo e ll’ùrdemo sarraje pe’ me!

Quanta notte nun te veco,
nun te sento ‘int’a sti braccia,
nun te vaso chesta faccia,
nun t’astregno forte ‘mbraccio a me?!
Ma, scetánnome ‘a sti suonne,
mme faje chiagnere pe’ te…

Oje vita, oje vita mia…

Scrive sempe e sta’ cuntenta:
io nun penzo che a te sola.
Nu penziero mme cunzola,
ca tu pienze sulamente a me.
‘A cchiù bella ‘e tutt”e bbelle,
nun è maje cchiù bella ‘e te!

Oje vita, oje vita mia…

Traduzione in italiano:
Stai lontana da questo cuore,
a te volo col pensiero:
niente voglio e niente spero
che tenerti sempre accanto a me!
Sei sicura di quest’amore
come io sono sicuro di te…

Oh vita, oh vita mia,
oh cuore di questo cuore,
sei stata il primo amore
e il primo e l’ultimo sarai per me!

Quante notti non ti vedo,
non ti sento tra queste braccia,
non ti bacio questo viso,
non ti stringo forte tra le mie braccia?!
Ma, svegliandomi da questi sogni,
mi fai piangere per te…

Oh vita, oh vita mia…

Scrivi sempre e stai contenta:
io non penso che a te sola.
Un pensiero mi consola,
che tu pensi solamente a me.
La più bella di tutte le belle,
non è mai più bella di te!

Oh vita, oh vita mia…

‘O surdato ‘nnammurato è molto più di una semplice canzone: è un inno all’amore, alla pace, alla speranza, alla fedeltà.
È un canto che unisce generazioni di napoletani, che commuove e appassiona, che ricorda la forza dei sentimenti e la bellezza della vita, anche nei momenti più bui.
È un’espressione di un’identità culturale forte e radicata, che continua a vivere e a emozionare a distanza di oltre un secolo.

Fonte immagine: Wikipedia 

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