Once scout, always scout: il mondo dello scoutismo

Once scout, always scout: il mondo dello scoutismo

«Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compire il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la legge scout». Così recita la promessa degli scout, i quali si prefissano di rispettarla e seguirla con o senza uniforme. Spesso ci capita di incontrarli per strada ad eventi religiosi, culturali o a prender parte alle manifestazioni finalizzate a promuovere la legalità ambientale o contro la criminalità organizzata.

Ma chi sono e cosa fanno gli scout? Innanzitutto, chiamiamoli nel modo giusto! Si è soliti attribuire loro l’appellativo «boy scout» ed è cosa certa che a loro non piace essere chiamati in questo modo. Ma allora per quale motivo li conosciamo in questo modo?

La risposta risiede nelle origini del movimento. Fondato negli anni’90, da Roberto Baden-Powell lo scoutismo era esclusivamente rivolto ai giovani ragazzi mirato alla formazione fisica, morale e spirituale. Successivamente, grazie al coraggio delle giovani ragazze, coordinato dalla sorella del padre fondatore, Agnes, venne inserito anche il Guidismo, movimento parallelo allo scoutismo prettamente femminile. Con l’intervento di Lady Olave, moglie di Baden-Powell, la proposta si estese. Per questo quando incontrate gli scout per strada, fate molta attenzione a come li chiamate, il termine esatto è Scout!

Se si domanda ad uno scout come si fa ad esserlo, la sua risposta tempestiva è: «Lo si è non lo si fa». Basato su valori ben precisi, lo scout sceglie questo movimento, ad oggi internazionale, come stile di vita sperimentando il contatto diretto con la natura, aggiungendo una buona dose di avventura e abilità manuale; riconoscendo il valore dell’essenzialità; garantire il proprio servizio al prossimo; comunicando l’amore per il creato, la fraternità e il principio di autoeducazione.

Centro scout internazionale di Kandersteg.
Centro scout internazionale di Kandersteg.

Una scelta come questa, soprattutto in età puerile, consente di progettarsi sin da bambini e a relazionarsi con il prossimo. Il tutto avviene attraverso eventi, uscite, occasioni che consentono di forgiare il loro carattere, di apprendere nuove competenze ma anche di impegnarsi concretamente sul territorio seguendo la responsabilità politica e sociale che propone lo scoutismo. «Vi terrete sempre pronti in spirito per compiere il vostro dovere». (B.P.)

Il concetto-precetto di fratellanza non esclude, tuttavia, quella che può essere riconducibile ad una piramide gerarchica. Difatti all’interno dei gruppi scout si evincono, delle precise categorie differenziate per età ed esperienza. La crescita formativa cammina parallelamente alla crescita personale ed anagrafica.

Senza scopi di prevaricazione e/o importanza i fratelli ai piedi della piramide prendono come riferimento e modello i fratelli maggiori, i quali si identificano con «i capi/le capo scout». Questi ultimi seguendo un iter formativo, basano tutte le loro attività sul metodo scout, contribuendo in questo modo, a quella che è la crescita sul campo e anche spirituale del giovane scout. 

«Con la tua grazia, Signore, fa che io sia sempre loro di esempio e mai d’inciampo che essi in me vedano te». Così recitano i capi, nella loro preghiera.  È chiaro che dovendo dunque indirizzare dei giovani ragazzi, ed esser per loro punto di riferimento, un capo deve necessariamente avere una preparazione quasi impeccabile, una spiccata empatia e senso di responsabilità. Ragion per cui sono in costante aggiornamento, impegnati in campi formativi ed esperienze di formazione, è questo il caso della Route Nazionale delle Comunità Capi 2024, evento Agesci che si terrà dal 22 al 25 Agosto 2024 in Italia.

Lo scoutismo troppo spesso viene banalizzato e ridicolizzato, riducendo il tutto ad un gruppetto di «venditori di biscotti con calzoncini e calzettoni, anche d’inverno»; ma va sottolineato e rimarcato il loro impegno sociale di organizzazione no profit volto a sensibilizzare e migliorare il senso civico ed egualitario, di genere o etnia. Senza dimenticare che ovviamente il tutto viene accompagnato da una buona e sana dose di divertimento! 

Pertanto, se doveste imbattervi in uno scout, rivolgetegli un sorriso e augurategli «buona strada!», poiché la loro è in costante salita! 

Immagine in evidenza: sasint by pixabay.com

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