Donatello, o meglio Donato Di Niccolò Di Betto Bardi, è considerato uno dei grandi del rinascimento italiano. Egli fu lo scultore più rivoluzionario del Quattrocento, per questo è necessario analizzare le opere di Donatello più significative.
Egli nacque a Firenze nel 1386 e iniziò il suo apprendistato molto giovane nella bottega di Lorenzo Ghiberti da cui apprese l’arte di oreficeria e l’amore per il classicismo, che farà parte tendenzialmente delle prime opere di Donatello. Dal 1402 al 1404 fu a Roma con Brunelleschi per studiare le sculture classiche antiche, e per farlo, all’epoca, bisognava fare una vera e propria ricerca tra le case private, giardini, erbacce alte, quindi non era proprio un viaggio da turisti così come lo intendiamo oggi. La maggior parte delle opere di Donatello sono state realizzate in Toscana. Muore nel 1466 all’età di ottant’anni.
Donatello era molto diverso da Brunelleschi: quest’ultimo poneva come base della sua arte la ragione, l’equilibrio e delle leggi matematiche immutabili, mentre invece nelle opere di Donatello notiamo una visione dell’arte molto più drammatica, sofferente, popolare. La caratteristica prerogativa di Donatello è il suo realismo, i suoi personaggi sono reali e assolutamente drammatici, il suo scopo è quello di avvicinarsi alla realtà quanto più possibile. Si liberò in fretta delle nicchie tardo gotiche che venivano percepite come una gabbia per le sculture, e scolpì delle opere a tutto tondo. Egli partì da una situazione tardo gotica e raggiunse il classicismo, superandolo per una visione finale anticlassica, fortemente espressionista. Grazie a Ghiberti, partecipa ai più importanti cantieri di Firenze, tra cui quello del Duomo e quello delle nicchie di Orsanmichele.
Vediamo di seguito quali sono le 4 opere di Donatello più significative.
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Il san Giovanni Evangelista
Fu una delle opere di Donatello più importanti, eseguita tra il 1409 e il 1411. Fu inserita in una nicchia laterale al Duomo insieme ad altri tre evangelisti realizzati da altri scultori. Qui a scolpire fu un Donatello molto giovane, ancora molto vicino alla fase classica, imparata da Ghiberti, ma si vedono subito le sue novità: da un lato abbiamo quindi la compostezza classica come la barba e il panneggio, ma dall’altro lato abbiamo un certo realismo, una certa umanità, la fronte corrugata e lo sguardo intenso fanno dell’opera una novità rispetto al tardo gotico.
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Il convito di Erode
Si tratta di una delle opere di Donatello più intense e drammatiche di sempre e si trova nella Cattedrale di Siena. Nella parte posteriore della cattedrale troviamo il battistero, e per il suo fonte battesimale, Donatello realizzò una formella in bronzo dorato, realizzata tra il 1423 e il 1427. La formella rappresenta, dunque, il banchetto di Erode. Viene raffigurato, in particolare, il giorno del compleanno di Erode, il quale viveva nel peccato insieme ad Erodiade, moglie del fratello defunto di Erode. Erodiade e il precedente marito avevano avuto una figlia di nome Salomè. Giovanni il Battista, colui che aveva profetizzato l’arrivo di Cristo e aveva osato criticare il fatto che Erode vivesse con sua cognata, fu fatto prigioniero. Erodiade, infuriata dalla critica, provò a sedurre San Giovanni per dimostrare il suo potere, ma San Giovanni la respinse provocando così maggiore astio da parte della donna. Salomè, nel frattempo, allietava le feste con le sue bellissime danze, e quella sera danzò per la festa di Erode, il quale promise a Salomè un regalo, qualsiasi lei desiderasse.
Erodiade ebbe a questo punto l’occasione per vendicarsi. Infatti, quando Salomè si confrontò con sua madre sul regalo da scegliere, le suggerì di chiedere la testa di San Giovanni Battista ed è proprio questa la scena che viene raffigurata in primo piano nella formella di Donatello. Sulla sinistra vediamo Erode inorridito dalla testa di San Giovanni presentatagli su un vassoio. Ciò che colpisce di questa formella è l’utilizzo sapiente e funzionale della prospettiva, infatti, questa, non solo ha il compito di suddividere lo spazio in diversi luoghi e diversi piani, ma anche una funzione temporale, infatti, ogni piano della scena raffigura un momento diverso.
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Il Gattamelata
Tra le opere di Donatello troviamo anche un monumento equestre realizzato in onore di Erasmo da Narni, conosciuto come il Gattamelata. Il condottiero viene rappresentato con una postura dritta sul suo destriero e con indosso un’importante armatura nel momento in cui sembra trovarsi sul campo di battaglia pronto ad attaccare i nemici. Il suo atteggiamento è fiero e autorevole il che dimostra come Donatello si rifà ai modelli dell’antica Roma. Si tratta delle prime statue equestri non vincolate da un’integrazione architettonica come ad esempio la nicchia. A differenza, però, delle statue classiche, sia il cavallo che il cavaliere presentano una grande espressività e connotazione psicologica che arricchiscono l’opera rendendola aperta a diverse interpretazioni, tipico delle opere di Donatello. Le proporzioni del cavallo sono leggermente superiori rispetto a quelle del cavaliere e secondo la teoria più accreditata, probabilmente è stata una scelta pensata con lo scopo di esaltare il comando del condottiero. La testa del cavallo dimostra un temperamento selvaggio, ma nonostante ciò, il condottiero riesce a dominarlo. Il messaggio che si vuole tramettere è quello della vittoria del Gattamelata.
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La Maddalena Penitente
Si tratta di una delle opere di Donatello più insolite per quel tempo, lontane dai canoni stilistici rinascimentali. Fu scolpita da Donatello tra il 1453 e il 1455 per il Battistero di San Giovanni ed è considerato un vero e proprio capolavoro che rappresenta il superamento del Classicismo da parte di Donatello verso una strada molto più naturalistica. Il materiale utilizzato è il legno di pioppo bianco, molto difficile da scolpire e che rende complessa la realizzazione di sfumature e passaggi morbidi, ma Donatello lo scelse perché il tema da scolpire era inconsueto e toccante. La Maddalena Penitente si allontana dalla sua tradizionale iconografia e mentre solitamente è raffigurata come una donna giovane e bella, Donatello la presenta invece come una donna segnata dal digiuno e dalla vecchiaia, ma soprattutto dalla penitenza a cui è sottoposta. Infine, viene raffigurata nuda con lunghi capelli che avvolgono il suo corpo.
Fonte immagine di copertina: Wikipedia