Opere Pop Art: 5 tra le più particolari ed inaspettate

Opere Pop Art: 5 tra le più particolari

La Pop Art è un movimento artistico che si sviluppa tra gli anni ’50 e ’60 del Novecento, in un periodo segnato dal dopoguerra, da cui ne consegue un cambiamento radicale nella visione della società e del mondo. In questo contesto emerge un’arte che riflette la società e la critica al tempo stesso, attraverso delle forme assolutamente innovative. Scopriamone le opere più strane.

Caratteristiche e significato della Pop Art: oltre la superficie

Le opere Pop Art, infatti, confermano la commercializzazione delle arti stesse in un periodo in cui il consumismo sta prendendo sempre più piede. L’arte si fa con gli oggetti semplici e banali, che non solo rendono possibile la comprensione dell’arte anche ai meno esperti, ma soprattutto criticano la banalità della società consumistica stessa.
Si pone l’attenzione, dunque, su oggetti di uso comune i quali si arricchiscono di nuovi significati, come le iconiche lattine di zuppa Campbell o i ritratti di Marilyn Monroe di Andy Warhol. L’artista vuole sottolineare che tutto può essere arte, tutto può diventare arte, se ha un particolare significato ed una specifica funzione.
Ciò che è importante non è più l’aspetto estetico delle opere, ma quello critico, in quanto le opere nascono come strumenti funzionali alla critica sociale, politica, ma anche per stimolare delle riflessioni di tipo esistenziale, ontologico, psicologico ecc. Gli artisti Pop, inoltre, spesso utilizzano la tecnica dell’appropriazione, ovvero riprendono immagini preesistenti (dalla pubblicità, dai fumetti, dai media) e le rielaborano, decontestualizzandole e attribuendo loro nuovi significati.

Opere e Artisti chiave della Pop Art: un viaggio tra icone e provocazioni

Claes Oldenburg: sculture giganti e critica al consumismo

Uno dei personaggi più iconici della Pop Art è sicuramente Claes Oldenburg, artista e scultore svedese. A lui si devono innumerevoli installazioni di opere pop art di dimensioni gigantesche e spesso volutamente in contrasto con l’ambiente in cui sono esposte. Un esempio è la *Spoonbridge and Cherry*, ovvero una fontana a forma di cucchiaio con una ciliegia, collocata nel Giardino delle sculture di Minneapolis.
Allo stesso modo produce delle sculture in gesso che rappresentano beni di consumo di massa, facendogli assumere un valore del tutto nuovo. Degli esempi sono *Floor Cake*, *Profiterole*, *Two Cheeseburgers*; prodotti di genere alimentare che vogliono muovere una critica verso il consumismo della società americana, riproducendoli in modo deformato e grottesco.

Michelangelo Pistoletto e la “Mela Reintegrata”: simbolo della condizione umana

Nella piazza antistante alla Stazione Centrale di Milano, è possibile ammirare una gigantesca mela in acciaio: questa è un’opera Pop Art dell’artista italiano Michelangelo Pistoletto. La *Mela Reintegrata*, alta 8 metri e con un diametro di 7 metri, è il simbolo della condizione umana attuale. Secondo l’autore la storia umana attraversa tre fasi: il primo quando eravamo dentro la mela, il secondo quando abbiamo morso la mela e riguarda l’uscita da essa e la devastazione della natura, ed infine il terzo che riguarda la cucitura, ovvero il ricongiungimento tra il mondo artificiale e quello naturale.

Eduardo Paolozzi: collage Pop e la serie “Bunk”

Alcune delle opere più peculiari della Pop Art sono i collage di foto che ritraggono principalmente pubblicità, cibo, personaggi dei cinema, oppure oggetti di uso quotidiano di Eduardo Paolozzi. Scultore e incisore britannico, ha creato una collezione di college chiamata *La serie Bunk*, di cui fanno parte: *Era un giocattolo da ricchi*, che ritrae una ragazza pin-up, una fetta di torta di ciliegie, un bombardiere ed una bottiglia di Coca-Cola; *Dr. Pepper*, che unisce delle ragazze pin-up ad un forno elettrico; *Incontrare il popolo* che mostra la colazione americana con pancake e frutta, il succo, un’attrice, Minnie Mouse e un prodotto di supermercato. Questi collage rappresentano una satira della cultura di massa americana e del suo impatto sulla società.

Yayoi Kusama: pois, zucche e l’infinito

Secondo la visione di Yayoi Kusama, artista giapponese, i pois non sono dei semplici puntini ma rappresentano un modo per dissolversi nell’infinito. Le sue opere sono ricoperte da questi pallini di diverse dimensioni che nascono dalle allucinazione causate dalla sua condizione neurologica. Questi però si arricchiscono di un significato molto più profondo ed esistenziale. Le zucche, allo stesso modo, non sono solo lo sfondo su cui applicare i motivi circolari, ma rappresentano l’alter ego dell’autrice e sono metafora della vita e della morte. Le sue opere Pop Art ci portano a riflettere sulla natura effimera della nostra esistenza, e sul fatto che noi, come i pois che si estendono all’infinito, occupiamo solo una piccola parte all’interno dell’immenso cosmo.

Takashi Murakami: Mr. DOB e la critica al colonialismo

*Mr Dob* è una scultura alter ego dell’artista Takashi Murakami. Costruita prendendo spunto dalla cultura giapponese e dalla sua società consumista, si interroga costantemente su ciò che lo circonda, da cui il nome, che è l’acronimo di *dobojite* ovvero “perché?”. L’oggetto ricorda le sembianze di un topo, con grandi occhi ed enormi orecchie, rappresentato spesso con colori accesi e contrastanti.
Interessante è il fatto che Mr Dob rappresenti anche la critica dell’autore verso il colonialismo, in particolare la relazione tra Stati Uniti e Giappone, e come l’America abbia influenzato quest’ultimo. Murakami, attraverso la sua opera, voleva esternare i suoi sentimenti in un periodo in cui il Paese soffriva ancora dei problemi e delle perdite causate dalla sconfitta nella seconda guerra mondiale.

Fonte immagine in evidenza: Pixaby

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