Pantheon greco: alla scoperta delle divinità elleniche

Pantheon greco

La parola “Pantheon” viene dal greco pan= tutto e tèos= dio; indica perciò l’insieme di tutti gli dèi.

Come tutti i popoli antichi, ad eccezione degli Ebrei, i Greci erano politeisti, credevano cioè nell’esistenza di un gran numero di divinità e di esseri semidivini. Oltre a poteri sovrumani tutti gli dèi greci erano molto simili ai mortali e ne possedevano una parte di limiti e difetti, erano molto litigiosi, si facevano spesso dispetti tra loro e diventavano accaniti avversari quando si trattava di proteggere un eroe invece di un altro, o parteggiare per due eserciti in guerra. Gli dèi erano immortali ma non onnipotenti, in quanto sottoposti alla volontà del Fato, una forza oscura che reggeva il destino degli uomini e degli stessi dèi.

Tra le fonti per “conoscere” i racconti relativi al Pantheon greco vi è sicuramente Omero, con l’Iliade e l’Odissea. Il primo che ha messo per iscritto la storia e la genealogia degli dèi greci fu Esiodo con la sua Theogonía, realizzata intorno al 700 a.C. È stato seguito da vari altri drammaturghi e poeti greci, da Eschilo a Sofocle ed Euripide, che hanno fatto la loro parte nell’espandere e, a volte, rimodellare alcuni elementi del vasto ambito della mitologia greca.

Proprio i miti raccontano che Zeus, re degli dèi, scelse di costruire la sua dimora su una montagna della Grecia, a quei tempi considerata la più alta del mondo: l’Olimpo. L’Olimpo, coperto da ghiacciai, era invisibile perché era sempre avvolto da un mantello di nuvole. Gli dèi (quasi tutti) lo raggiunsero là.

Pantheon greco, ecco gli dèi più importanti

Zeus: era il capo degli dèi, nato da Crono. Dio supremo dell’Olimpo, signore del fulmine. Fu sottratto dalla madre Rea al padre Crono, che voleva divorarlo, e fu nascosto in una grotta del monte Ditte. Diventato adulto, detronizzò il padre con l’aiuto di Meti (la prudenza) e sposò Era. Da unioni diverse ebbe molti figli, tra i quali Apollo e Artemide, Hermes, Dioniso, Perseo, Eracle, Elena, Minosse e le Muse. Dalla legittima moglie Era secondo la tradizione ebbe Ares, Ebe, Efesto e Ilizia. Tali rapporti amorosi venivano consumati da Zeus anche sotto forma di animali (cigno, toro, ecc.) infatti tra i suoi enormi poteri egli aveva anche quello di tramutarsi in qualsiasi cosa volesse. Da lui dipendevano i fenomeni atmosferici, come la pioggia, la neve e le nubi. I simboli sono la folgore, l’aquila, la quercia, lo scettro e la bilancia.

Era: Regina degli dei, nel Pantheon greco è la dea del matrimonio e della famiglia. I simboli sono il pavone, il melograno, la corona, il cuculo, la leonessa e la mucca. La più giovane figlia di Crono e Rea. Moglie e sorella di Zeus. Essendo la dea del matrimonio, ha spesso cercato di vendicarsi sulle amanti di Zeus e sui loro figli illegittimi. È famosa appunto per la sua natura vendicativa: furiosa con Paride che le aveva preferito Afrodite in una gara di bellezza, ha aiutato i Greci durante la guerra di Troia ed è stata soddisfatta solo dopo la distruzione della città.

Poseidone: Dio del mare ed in origine anche dei terremoti, è figlio del titano Crono e di Rea, fratello di Zeus e Ade. È lo sposo di Anfitrite, una delle Nereidi, dalla quale ha avuto un figlio, Tritone. Ha avuto molte altre storie d’amore, soprattutto con ninfe di sorgenti, con le quali ha generato numerosi figli famosi per la loro barbarie e crudeltà, come il gigante Orione e il ciclope Polifemo. Con la gorgone Medusa ha concepito Pegaso, il celebre cavallo alato. È rappresentato come un personaggio maestoso, con la barba, che impugna un tridente, ed è spesso accompagnato da un delfino. I simboli sono il cavallo, il toro e il delfino.

Demetra: nel Pantheon greco è la Dea della fertilità, dell’agricoltura, delle piante. I simboli sono il papavero, il grano, la fiaccola e il maiale. Seconda dei sei figli di Crono e Rea. Dal suo nome latino, Cerere, deriva la parola “cereale”. Quando sua figlia Persefone viene rapita da Ade, dio degli Inferi, Demetra fu così addolorata da trascurare le terre, sulle quali non crebbe più nulla e la carestia si abbatté sul mondo intero. Zeus chiese a Ade di restituire Persefone alla madre; Ade accettò, ma prima fece mangiare a Persefone i chicchi di una melagrana che l’avrebbero costretta a tornare da lui 4 (o 6) mesi all’anno. Col ritorno di Persefone, in primavera, Demetra fa crescere sulla terra fiori, frutti e grano in abbondanza. In autunno, quando Persefone torna nel mondo sotterraneo, il suo dolore provoca la morte della vegetazione e apre le porte all’inverno.

Dioniso: Dio del vino, delle feste, dell’impulso vitale, della follia e dell’ebbrezza. I simboli sono la vite, l’edera, la coppa, la tigre, la pantera, il leopardo, i delfini e la capra. Nel Pantheon greco è il dio più giovane, nonché l’unico a essere nato da una donna mortale. Siccome era un dio molto chiassoso i Latini lo chiamarono Bacco, che significa “clamore” e da cui deriva la parola italiana “baccano”. Era figlio di Zeus e di Sèmele. Sèmele era la bellissima figlia del re di Tebe. Era, gelosa, decise di farla morire: prese le sembianze della nutrice della giovane e insinuò nell’animo della fanciulla che Zeus non l’amasse; le propose perciò di metterlo alla prova. Il dio le si mostrava sempre sotto l’aspetto di un mortale, allora Sèmele chiese a Zeus di mostrarsi come dio per dimostrargli il suo amore; invano Zeus cercò di dissuaderla, spiegandole il pericolo a cui andava incontro. Sèmele insistette e quando Zeus le si mostrò in tutto il suo splendore e coi fulmini in mano, la povera ragazza non poté resistere alla vampata di calore che Zeus emanava. Con Sèmele sarebbe morto anche il piccolo che stava per nascere se non fosse stato per Zeus, che gli fece schermo con l’egida (il suo scudo), lo prese dal grembo della madre e lo cucì nella sua coscia fino al momento della nascita. Passati nove mesi, Zeus fece uscire il dio dalla coscia; lo affidò ad Hermes perché lo portasse dalle ninfe che lo nutrirono e allevarono.

Apollo: tra i più conosciuti del Pantheon greco, è il Dio delle arti, della musica, della poesia, della profezia e della divinazione, della scienza e della conoscenza, della malattia e della medicina, della luce, dell’ordine e del tiro con l’arco. I simboli sono il Sole, la lira, l’arco e le frecce, il corvo imperiale, il delfino, il lupo, il cigno e il topo. Fratello gemello di Artemide. Il più giovane figlio di Zeus e Leto. Apollo è un dio profeta, il cui oracolo a Delfi a volte concedeva il dono della profezia ad alcuni mortali, come Cassandra. È chiamato anche Febo, lo splendente, in quanto è anche il dio della luce e guida il carro del Sole. Ha donato la lira inventata da Hermes al migliore fra i poeti, Orfeo. Apollo viene anche descritto come un dio spietato e crudele: ha scorticato il satiro Marsia, sconfitto in una sfida musicale; ha ucciso per gelosia Coronide; ha rapito, violentato e poi abbandonato la principessa ateniese Creusa.

Artemide: Dea vergine della caccia, della verginità, del tiro con l’arco e di tutti gli animali del bosco. I simboli sono la Luna (con cui viene identificata), il cervo, il cane, l’orsa, il cipresso, l’arco e le frecce. Primogenita figlia di Zeus e Leto e sorella gemella di Apollo. Usa come armi arco e frecce, con cui spesso punisce i mortali che la indispettiscono. Secondo alcune leggende assicura alle donne che muoiono di parto una morte rapida e indolore.

Hermes: Messaggero degli dèi, nel Pantheon greco è il dio del commercio, dell’eloquenza e dei ladri. I simboli sono il caduceo, i sandali alati (che usa per spostarsi velocemente), il cappello alato, la cicogna, il serpente e la tartaruga, con il guscio della quale creò la lira. Figlio di Zeus e della pleiade Maia. Il secondo più giovane dio dell’Olimpo, di poco più vecchio di Dioniso. Sposò Driope, figlia di Eurito, e il loro figlio Pan divenne il dio della natura, signore dei satiri, inventore del flauto di Pan..

Atena: Dea vergine della saggezza, dell’ingegno, della guerra strategica e della strategia stessa, della guerra difensiva, della guerra fatta per giusta causa e delle arti utili e dell’artigianato. I simboli sono la civetta, l’ulivo, la lancia appena forgiata e l’egida. Figlia (preferita) di Zeus e dell’oceanina Meti, nata dalla fronte del padre già adulta e armata, dopo che questi aveva ingoiato la madre trasformata da lui stesso in una mosca (in altre versioni era stata mutata in una goccia d’acqua). È la sacra protettrice della città di Atene. Chiamata anche Pallade o Parthénos, ad Atene le era stato dedicato il Partenone, come ricompensa per aver donato l’ulivo agli ateniesi. Ha sostenuto  i Greci durante la guerra di Troia, ma dopo la vittoria questi non hanno rispettato la sacralità di un altare a lei dedicato, dove si era rifugiata Cassandra. E così per punirli ha chiesto a Poseidone di scatenare una tempesta e distruggere le navi greche che tornavano a casa.

Ares: Dio della guerra del pantheon greco, della violenza, della rabbia e dello spargimento di sangue. I suoi simboli sono il lupo, il cinghiale, il picchio verde, l’avvoltoio, la lancia insanguinata e lo scudo. Figlio di Zeus e Era, tutti gli altri dèi (esclusa Afrodite, con la quale ha avuto dei figli) lo disprezzavano. Dal suo nome latino, Marte, deriva la parola “marziale”.

Afrodite: Dea dell’amore, della bellezza, del desiderio amoroso, della buona navigazione. I suoi simboli sono la colomba, il passero, il delfino, la mela, l’ape, il mirto e la rosa. Figlia di Zeus e dell’oceanina Dione o, secondo un altro mito, nata dal sangue di Urano versato nel mare dopo essere stato sconfitto dal suo figlio minore Crono (il suo nome deriva da afros che vuol dire schiuma; ecco perché si ritiene sia nata dall’onda del mare). Viene rappresentata con il corpo adorno di rose e mirtilli, con solo un velo addosso; si sposta su un carro tirato da passeri, colombe e cigni ed è accompagnata da ninfe e da amorini festanti. Tutte le dee erano gelose della sua bellezza: era la più bella tra le divinità femminili.  Sposata con Efesto, ha comunque avuto molte storie extra coniugali, soprattutto con Ares. Il suo nome ha dato origine alla parola “afrodisiaco”.

Efesto: Fabbro degli dèi, dio del fuoco, della metallurgia, della tecnologia, e delle armi appena forgiate. I suoi simboli sono fuoco, incudine, ascia, asino, martello, pinze e quaglia. Figlio di Era, concepito a seconda del mito da Era da sola, o insieme a Zeus. Nelle sue fucine fabbricava armi invincibili per gli dèi e per gli eroi. Poco dopo la sua nascita fu gettato dall’Olimpo (ecco perché zoppo), secondo alcune leggende da Era, disgustata dalla sua deformità, secondo altre da Zeus, perché Efesto si era schierato con la madre contro Zeus stesso. È poi riuscito a tornare sull’Olimpo ed ha sposato Afrodite.

Ade: è il fratello di Zeus e cerca sempre di soppiantarlo sul trono degli dèi. Dio degli Inferi e dell’Oltretomba, ha il controllo delle anime dei defunti e infligge loro punizioni o in alternativa piaceri eterni. I suoi simboli sono lo scettro delle tenebre e l’inseparabile cane a tre teste, Cerbero. Dopo la deposizione di Crono e la spartizione dell’universo, ha ottenuto il mondo sotterraneo, sul quale regna insieme alla ninfa Persefone. È conosciuto anche col nome di Plutone, signore delle ricchezze, perché i raccolti ed i metalli preziosi erano considerati appartenenti al regno degli Inferi. È un dio spietato e non permette a nessuno di fare ritorno nel mondo dei viventi. Il suo palazzo, che si trova nell’oscurità degli Inferi, è rappresentato come una dimora fatiscente con molti cancelli, affollata di anime e popolata di demoni.

Estia: la dea vergine della casa e del focolare. Nella mitologia romana la sua figura corrisponde a quella di Vesta, era la primogenita di Crono e Rea ed apparteneva quindi al ristretto gruppo delle dodici maggiori divinità dell’Olimpo. Tenuta in grande onore, era invocata e riceveva la prima offerta nei sacrifici effettuati nell’ambiente domestico. Estia sacrificò il suo trono sull’Olimpo quando Dioniso divenne dio e per questo venne chiamata anche “ultima dea”, è protagonista in un numero inferiore di miti rispetto ai suoi fratelli ed è meno nota in epoca contemporanea.

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Fonte immagine per l’articolo sul Pantheon greco: Pexels

 

Nunzia Serino

A proposito di Nunzia Serino

Nata a Giugliano in Campania (NA) nel 1987, ha studiato Lettere Moderne e Filologia Moderna all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Docente di Lettere presso la Scuola Secondaria di I grado e giornalista pubblicista, ricopre il ruolo di Editor e Caporedattrice sezione Cinema e Cultura per Eroica Fenice.

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