Il papavero della memoria nella giornata della conclusione della Prima guerra mondiale è un simbolo di rispetto e soprattutto di ricordo per tutti quelli che hanno combattuto e per le loro famiglie.
Il Giorno della Memoria o Giorno dell’Armistizio siglato tra gli Alleati e la Germania l’11 novembre 1918, con il quale si posero fine ai quattro sanguinosissimi anni in cui l’Europa fu martoriata dalla Prima Guerra Mondiale. È un giorno di commemorazione nei paesi dell’Impero Britannico, del Commonwealt e in diversi Stati Europei per la fine della Prima Guerra Mondiale e altre guerre. In questa data l’Inghilterra intera si ferma per due minuti, alle 11.00 del mattino, per ricordare i combattenti che per essa morirono.
In Italia, per esempio, non abbiamo come simbolo vero e proprio il papavero della memoria che ricordi il valore ed il coraggio di chi combatté eroicamente, vincendo ma anche perdendo. Abbiamo il 25 aprile, tutta l’Italia festeggia la Liberazione dal regime nazista. Questa festa collega il papavero rosso all’operato dei partigiani. Fiore che viene citato nel brano di Fabrizio De André, La guerra di Piero, che racconta di come la guerra semini orrori e in questo stesso orrore vediamo crescere rigogliosa la natura; come la nascita di questo campo di papaveri che sono e saranno per sempre il simbolo della libertà, resistenza, che serviranno a ricordare tutte le persone che sono morte per la propria patria.
Nel Regno Unito vengono deposte corone di papavero della memoria e viene suonata The Last Post, dopodiché vengono osservati due minuti di silenzio, rotti alla fine da un trombettiere che suona Reveille. Uno o due minuti di silenzio vengono anche svolti durante le funzioni religiose nella giornata. La commemorazione maggiore si tiene a Whitehall, nel centro di Londra.
Ma perché vennero scelti proprio i papaveri per ricordare questa atroce guerra?
Il papavero ha altre due caratteristiche che ne hanno fatto un simbolo delle giovani vite spezzate sui terribili scontri tra le trincee: è rosso come il sangue e i suoi semi hanno una particolarità: possono rimanere addormentati per più stagioni prima di germogliare.
Durante tutta la Grande Guerra dal 1915 al 1918 molti dei principali campi di battaglia europei erano ricoperti dai papaveri perché i nitrati che si trovavano nelle polveri delle bombe esplose fungevano da fertilizzanti per questi semi che fiorirono velocemente. Il soldato canadese John McCrae scrisse, nella sua poesia Nei campi di Fiandra, di questo papavero che cresceva sulle tombe di coloro che avevano compiuto sacrifici estremi e che rendeva bella la campagna ormai morta anche lei: «Fioriscono i papaveri nei campi di Fiandra fra le croci che, fila dopo fila, segnano il nostro posto; e nel cielo volano le allodole, levando coraggioso il canto che quaggiù fra i cannoni quasi non s’ode.[…]»
Ad oggi questa poesia sul papavero della memoria di McCrae continua ad avere un significato durante le celebrazioni del Giorno della Memoria in Canada, in Europa e negli Stati Uniti.
Fonte immagine sul papavero della memoria: Pexels