Parole intraducibili: 6 parole che non esistono in italiano

Parole intraducibili: 6 parole che non esistono in italiano

La lingua italiana è considerata una delle più complesse da apprendere, spesso a causa della sua grammatica articolata, ricca di regole ed eccezioni. L’italiano, inoltre, possiede anche un vocabolario ricchissimo per esprimere concetti, idee e sensazioni. Nonostante i numerosissimi lessemi di cui dispone la nostra amata lingua, spesso per esprimere determinati concetti abbiamo bisogno di ricorrere a lingue straniere oppure ad intere espressioni nel tentativo di tradurre ciò che, in altre lingue, è reso semplicemente con una parola. Ciò accade perché ogni lingua ha un proprio vocabolario e non tutto ciò che è parte di quel vocabolario spesso trova un corrispettivo effettivo in altre lingue. Queste parole intraducibili, il più delle volte, esprimono nozioni più astratte ricollegate magari alla sfera emozionale oppure a delle caratteristiche sociali proprie di quel Paese. 

Vediamo insieme 6 parole intraducibili in italiano.

1. Tsundoku 

La parola richiama un concetto molto interessante che è quello dell’accumulo seriale. Il termine, di origine giapponese, indica infatti la tendenza nell’acquistare continuamente libri, senza però avere il tempo di leggerli. È quindi un termine adatto per indicare una persona che sente la necessità di accumulare continuamente testi, lasciandoli rintanati in un angolo della casa senza riuscire poi a farne un uso pratico.

2. Wanderlust

Si tratta di una delle parole intraducibili più conosciute: senza ombra di dubbio l’avrete sentita nominare almeno una volta. La parola infatti è parecchio utilizzata sui social come didascalia per fotografie scattate in viaggio, proprio perché il termine, di origine tedesca, indica la necessità fisica e psicologica di viaggiare continuamente. Per questa ragione la parola è spesso associata a persone che non riescono a stare a lungo nello stesso posto, perché sentono la necessità di recarsi in diversi luoghi.

3. Wabi-sabi

Questa è una delle parole intraducibili che richiamano un’idea complessa della cultura giapponese. Il termine infatti indica una bellezza imperfetta, quasi incompleta. Il concetto deriva dalla religione buddhista e non fa riferimento esclusivamente alla bellezza estetica ma ha un significato più ampio, cioè quello di accettare le avversità della vita, gli imprevisti e l’imperfezione nelle cose poiché in esse c’è sempre bellezza.

4. Nunchi

Una delle parole intraducibili in italiano è parte del vocabolario della lingua coreana. Indica la capacità empatica di una persona del riuscire a entrare in contatto con i sentimenti di un’altra e comprenderli. Spesso il termine viene tradotto come “intelligenza emotiva” ed è un valore che ha un’altissima considerazione nella cultura asiatica, al punto da essere considerato parte del processo di coltivazione personale.

5. Cafuné

Una delle parole intraducibili più tenere in assoluto è “cafuné”. In portoghese la parola indica il gesto di passare la mano tra i capelli di una persona ed è, inoltre, un termine che si utilizza anche in riferimento agli animali. Indica quindi una carezza che produce un certo senso di benessere e felicità e che viene fatta alla persona amata o a una persona con la quale si ha un legame intimo. 

6. Sobremesa

Il termine appartiene al vocabolario spagnolo e indica quel momento della giornata in cui, dopo il pranzo, i commensali restano a tavola per bere il caffè o l’amaro chiacchierando del più e del meno. A chi non è mai capitato di trovarsi in un contesto del genere e di provare questa sensazione di sazietà e soddisfazione mentre si continua a chiacchierare animatamente? Essendo qualcosa che in una certa misura appartiene anche alla realtà italiana, risulta paradossale che sia proprio una delle parole intraducibili.

Fonte immagine in evidenza: Foto di PDPics da Pixabay

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A proposito di Serena Uvale

Studentessa presso l'università degli studi di Napoli "L'Orientale", amante della culturale e della lingua cinese.

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