Pasifae è un personaggio del mito greco, moglie del re di Creta Minosse e madre del Minotauro, la cui storia è strettamente legata.
Pasifae: la regina di Creta e la nascita del Minotauro
Chi era Pasifae? Genealogia e origini
Pasifae, figlia di Elio, il dio del Sole, e della ninfa Perseide, era una potente maga, esattamente come la sorella Circe. Sposò Minosse, re di Creta, e da lui ebbe numerosi figli, tra cui Arianna, Fedra e Androgeo. La sua discendenza, segnata da amori tragici e destini infausti, è una delle più complesse e affascinanti della mitologia greca.
Il mito di Pasifae e il toro: la nascita del Minotauro
Secondo la leggenda, infatti, Minosse, dopo aver consacrato un altare a Poseidone, pregò affinché facesse sorgere dagli abissi un toro che doveva poi essere sacrificato dal re stesso in nome del dio del mare.
La vendetta di Poseidone
Minosse però, considerando il toro troppo bello per essere sacrificato, decise di prenderlo con sé, nella propria mandria, facendo sacrificare un altro toro. Poseidone quindi, per vendicarsi dell’oltraggio subito dal re, fece innamorare Pasifae del toro che l’uomo aveva rifiutato di sacrificare.
Dedalo e la vacca di legno: l’inganno che generò il Minotauro
Per soddisfare il proprio mostruoso desiderio, la regina chiese aiuto a Dèdalo, trasferitosi a Creta per sfuggire ad una condanna per omicidio, che le costruì una vacca di legno cava, rivestita della pelle dell’esemplare di femmina da lui più amato, nella quale entrare per consumare un rapporto fisico. Il toro, montando la finta vacca, fecondò Pasifae che diede alla luce il Minotauro, una creatura con il corpo di uomo e la testa di toro.
Il Minotauro e il labirinto di Cnosso
Per nascondere il frutto di questa unione mostruosa, Minosse ordinò a Dedalo di costruire il famoso labirinto di Cnosso, una prigione intricatissima da cui era impossibile fuggire. Il Minotauro fu rinchiuso al centro del labirinto e periodicamente gli venivano offerti in sacrificio giovani ateniesi, fino a quando non fu ucciso da Teseo con l’aiuto di Arianna, figlia di Minosse e sorellastra del Minotauro.
Pasifae e il simbolismo del mito: amore mostruoso e rituali antichi
Analizzando la sua figura mitologica tanto importante e notevolmente apprezzata, vediamo che si configura come un vero e proprio esempio di amore mostruoso. Pasifae rappresenta un tassello negativo generato dall’errore, dal cosiddetto sbaglio dettato da irrefrenabili pulsioni. Il personaggio mitologico appartiene all’immaginario collettivo e soprattutto culturale, tra miti, visioni e testimonianze storiche di cui ancora si può trovar traccia nel mondo moderno.
In riferimento a Pasifae e al mito cui si collega, analiticamente, la parola chiave da associare è “allegoria”; le figure brutali, orrende, spaventose, consentono di oltrepassare tutti i limiti propri del tempo, dello spazio, della cultura, e osservare una nuova prospettiva i cui simboli si prefigurano come figurazioni e trasposizioni di concetti astratti. Il toro, ad esempio, è un simbolo ricorrente nelle civiltà antiche e rappresenta spesso la forza, la fertilità e la potenza divina. La vacca di legno, invece, simboleggia l’inganno, l’artificio e il desiderio di superare i limiti imposti dalla natura.
Allegoria e iniziazione nel mito di Pasifae
Dunque il significato simbolico attribuito al suo mito riflette un rituale strettamente legato alla comparsa della prima luna nuova in estate; si può parlare di una vera e propria iniziazione, un percorso tramite il quale si giunge alla nascita dell’Universo, all’interno del quale si osservavano Terra, Luna e Sole, ed in cui Pasifae rappresentava il Sole e Minosse la Luna.
Pasifae come Dea-Luna: il legame con la Madre Terra
In questo contesto, Pasifae rappresenta l’incarnazione della Dea-Luna che, mediante la sua sacerdotessa, ogni anno si univa al Re, secondo un rituale d’epoca matriarcale legato al culto della Madre Terra. Il mito di Pasifae, quindi, può essere interpretato come una rievocazione di antichi rituali legati alla fertilità e al ciclo della natura, in cui la dea, rappresentata da Pasifae, si unisce al principio maschile, simboleggiato dal toro, per dare vita a una nuova esistenza.
Nella letteratura e nell’arte: da Ovidio ai giorni nostri
Pasifae è considerata una donna-regina, i pregiudizi, i dogmi dell’epoca, condannavano fortemente un comportamento come quello descritto. Nella figura della mitologia greca ancora oggi studiata ed analizzata, alberga il carattere drammatico, a tratti tragico, di un personaggio, donna prima di tutto, che vive un sentimento avvertito come vero ed intenso. La storia di Pasifae ha affascinato poeti e artisti di tutte le epoche. Tra le fonti letterarie antiche che narrano il suo mito, ricordiamo il “Crizia” di Platone, le “Metamorfosi” di Ovidio e la “Biblioteca” di Apollodoro. Numerose sono anche le rappresentazioni artistiche di Pasifae e del Minotauro, soprattutto su vasi e affreschi di epoca greca e romana.
Conclusioni: il tragico destino di Pasifae
La storia di Pasifae è una storia di passione, trasgressione e punizione divina. È un mito complesso e ricco di simbolismi, che ci parla di antichi rituali, di amore mostruoso e del potere inarrestabile del desiderio. La figura di Pasifae, pur nella sua tragicità, rimane una delle più affascinanti e controverse della mitologia greca, un esempio di come i miti antichi possano ancora interrogarci e stimolare la nostra riflessione.
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