Le 10 piaghe di Egitto, la liberazione del popolo ebraico

piaghe di egitto

Le piaghe d’Egitto rappresentano il più importante episodio della Bibbia raccontato all’interno del libro dell’Esodo. Questo racconto biblico, ricco di simbolismo e di colpi di scena, narra la lotta tra Dio e il faraone per la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù. Esploriamo insieme il significato, la storia e le diverse interpretazioni di questo episodio fondamentale.

Le Piaghe d’Egitto: il racconto biblico dell’Esodo

Uno dei racconti più celebri narrati all’interno della Bibbia è quello delle piaghe d’Egitto e della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù degli egizi da parte del profeta Mosè. L’episodio è raccontato nell’Esodo, dove nel settimo libro Dio si rivolse a Mosè dicendogli queste parole:

«Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d’Egitto. Il faraone non vi ascolterà e io porrò la mano contro l’Egitto con grandi castighi e farò così uscire dal paese d’Egitto le mie schiere, il mio popolo Israel. Allora gli Egiziani sapranno che io sono il Signore quando stenderò la mano contro l’Egitto e farò uscire di mezzo a loro gli Israeliti!» (7, 4-5)

Il racconto delle piaghe d’Egitto, narrato nel libro dell’Esodo, descrive una serie di catastrofi che colpiscono l’Egitto, inviate da Dio per convincere il faraone a liberare il popolo ebraico dalla schiavitù.

Dio, Mosè e il cuore indurito del faraone

Il fatto che sia lo stesso Dio a “indurire il cuore del faraone” rivela il fatto che Dio distingua il popolo egizio da quello ebraico, con il primo che vive nel peccato rispetto al secondo. Dio sceglie Mosè per guidare il suo popolo e usa le piaghe come strumento per dimostrare il suo potere e la sua giustizia.

L’esodo e la liberazione del popolo ebraico

Le piaghe d’Egitto rappresentano un momento cruciale nella storia del popolo ebraico, poiché segnano l’inizio del loro esodo dalla schiavitù e la loro liberazione verso la terra promessa. Questo evento è considerato un simbolo di speranza e di riscatto per tutti coloro che lottano contro l’oppressione.

Le dieci piaghe d’Egitto: un elenco dettagliato

Le piaghe d’Egitto sono dieci, ognuna più devastante della precedente. Vediamo nel dettaglio quali sono e come si sono manifestate:

Le prime cinque piaghe: acqua, rane, zanzare, mosconi e bestiame

Tramutazione dell’acqua in sangue: il signore disse a Mosè di ordinare ad Aronne di prendere il proprio bastone e di “stendere la mano” sui fiumi, i laghi e gli stagni degli egizi, trasformando l’acqua in sangue. I maghi d’Egitto però compirono lo stesso prodigio e il faraone rifiutò di liberare il popolo ebraico. La conseguenza di ciò fu che gli egizi dovettero scavare delle fosse nel Nilo per trovare acqua potabile.

Invasione delle rane: come accaduto prima, Mosè, per volontà del signore, ordinò al fratello Aronne di “stendere la mano” nuovamente sui laghi e sugli stagni, in modo da far uscire fuori le rane. Queste furono guidate da una rana più grossa e iniziarono ad invadere le botteghe e le case degli egizi, entrando nei corpi di quelli colpevoli. Giunsero poi al palazzo del faraone. Tramite la preghiera di Mosè il Signore fece finire la piaga e così uccise le rane. Ma i loro cadaveri restarono a marcire e il fetore che ne usciva si sparse per tutto l’Egitto.

Le zanzare della polvere: Aronne fece percuotere il bastone sul terreno, dal quale si alzò una nube di polvere. Questa si tramutò in sciami di zanzare che tormentarono gli uomini egizi e il loro bestiame. I maghi d’Egitto fecero la stessa cosa, ma le zanzare a cui dettero la vita punsero anche loro. Il faraone, seppur spaventato, continuò a rifiutarsi di liberare gli ebrei come predetto da Dio.

I mosconi: Su ordine di Dio Mosè si reca a casa del faraone, pregandolo di liberare il suo popolo. In caso contrario manderà su di lui, sui suoi ministri e sul suo popolo uno sciame di mosconi. Il faraone rifiutò e ben presto le case degli egiziani furono invase dagli insetti.

La morte del bestiame egizio: ancora una volta Mosè esortò il faraone, per volere del Signore, a liberare il suo popolo. All’ennesimo rifiutò si scatenò una pestilenza che uccise tutto il bestiame egizio, fatta eccezione per quello posseduto dagli israeliti. Il faraone mandò alcuni suoi uomini a verificare la veridicità di quanto predetto e, nonostante rimase colpito, il suo cuore non si smosse.

Le ultime cinque piaghe: ulcere, grandine, cavallette, tenebre e morte

Le pustole dalla fuliggine di Fornace: Mosè si presentò davanti al faraone con una manciata di fuliggine di Fornace, la gettò in aria davanti ai suoi occhi e si trasformò in un pulviscolo che si diffuse su tutto l’Egitto e che provoco ulcere e pustole sugli uomini e sugli animali. I maghi non poterono fare nulla, in quanto anche loro vittime del contagio, ma il faraone rimase impassibile.

La grandine: una grandine di fuoco misto a ghiaccio si abbatté sul bestiame degli egizi decimandolo. La pioggia si abbatté anche su quello degli ebrei, ma non lo uccise. Questa piaga fece quindi comprendere agli egizi che gli ebrei ne erano immuni come con tutte le altre in quanto a Gosen, il paese dove si trovava il popolo eletto di Dio, la grandine non era arrivata.

Le cavallette: Mosè stese il bastone e il Signore diresse dall’oriente un vento che aveva portato con sé le cavallette. Queste invasero tutto il paese e, quando cessarono di arrivare per preghiera di Mosè su richiesta del faraone, gli egizi si rallegrarono in quanto potevano usare le cavallette morte come cibo. Quando però il faraone rifiutò nuovamente di liberare il popolo ebraico, le cavallette si disciolsero. Altra terribile piaga di Egitto.

Tenebre: Mosè stese il bastone verso il cielo e su tutto l’Egitto si posarono le tenebre per tre giorni. Gli egizi non poterono più muoversi data l’assenza di luce, che invece abitava nei luoghi abitati dagli ebrei.

La morte dei primogeniti maschi: l’ultima delle piaghe d’Egitto fu annunciata dagli stessi ebrei al popolo egizio. A mezzanotte i primogeniti di ogni famiglia egiziana, compresa quella del faraone, morirono improvvisamente. Su tutto l’Egitto si alzò un grido di disperazione e stavolta il faraone liberò il popolo ebraico.

Il significato delle piaghe d’Egitto: fede, potere e giustizia

Le piaghe d’Egitto sono molto più di una semplice punizione divina. Esse rappresentano una dimostrazione del potere di Dio, la sua giustizia nei confronti del popolo oppresso e la sua volontà di liberare i suoi figli dalla schiavitù. Ogni piaga ha un significato simbolico e una lezione da impartire. L’acqua che si trasforma in sangue può simboleggiare la vita che si corrompe, le rane e le zanzare la sporcizia e la mancanza di controllo, il bestiame ucciso la punizione degli idoli egizi, e così via.

Interpretazioni allegoriche e simboliche

Le piaghe d’Egitto sono state interpretate in molti modi diversi nel corso dei secoli, sia dal punto di vista religioso che da quello allegorico. Alcuni studiosi le vedono come simboli delle forze distruttive che si scatenano sul mondo quando l’uomo si allontana da Dio, mentre altri le considerano come allegorie delle difficoltà che il popolo ebraico ha dovuto affrontare nel corso della sua storia. Dal punto di vista allegorico, le piaghe possono rappresentare anche le difficoltà che ogni uomo incontra nella propria vita e le sfide che deve affrontare per trovare la sua personale liberazione.

Il dibattito tra spiegazioni religiose e scientifiche

Negli ultimi secoli, molti studiosi hanno cercato di dare una spiegazione scientifica alle piaghe d’Egitto, ipotizzando che possano essere state causate da fenomeni naturali come eruzioni vulcaniche, cambiamenti climatici o invasioni di insetti. Tuttavia, per i credenti, le piaghe rappresentano soprattutto un atto di Dio, un intervento soprannaturale nella storia per liberare il suo popolo.

Fonte immagine copertina per l’articolo sulle piaghe di Egitto: https://alessandrogirola.me/2013/06/20/le-dieci-piaghe-degitto-spiegate-dalla-scienza/

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A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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